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2 Maggio 2014

Mister Morgan Sandra Nettelbeck

2013 - Francia, Germania

locandinaCi sono film che visti in un determinato momento della nostra vita hanno un effetto diverso da altri. “Mister Morgan” della regista Sandra Nettelbeck è uno di questi. Questo film comincia laddove “Amour” di Hanecke finiva. Non ne possiede la sua forza né tantomeno il suo realismo, ma viaggia su altre corde, quella della malinconia. E’ un film che ti coccola e ti racconta di come ci si possa sentire persi nella vita, non depressi o addolorati, ma persi. Così persi come quando hai “perso” qualcuno che amavi e da cui pensavi che la tua vita non potesse prescindere, in quel purgatorio che ti fa passare dal vivere al sopravvivere, in quella terra dove mangiare diventa un’abitudine così come alzarsi, andare a dormire e lavarsi i denti. Poi un giorno, nel posto e nel giorno in cui non credevi potesse accadere, qualcosa accade. Mister Morgan si lascia condurre dalla corrente della sua vita ripetendo ogni giorno gli stessi gesti, le stesse azioni: Michael Caine è un grande mister Morgan in tutto e per tutto e gli riesce bene perché è in grado di accostarsi al personaggio tenendolo per mano.

 

Così come dice Leonard Cohen “C’è una crepa in tutto, ecco come la luce entra”, Caine è l’unica vera luce di questo film, che ha molte crepe. Ed è per questo che va visto da lontano. Insieme a lui, ma più in basso un’incerta Clémence Poésy, un mediocre e impacciato Justin Kirk e Jane Alexander che i cinefili ricorderanno in Kramercaine contro Kramer, interpretazione che le valse una nomination all’Oscar. Piccolo cameo di Gillian Anderson ( X-Files…), per pochi secondi in scena per interpretare un’esaurita donna americana affetta da shopping violento e anaffettività. Mister Morgan non scuote ma commuove, ci invita a lasciar venir fuori quelle lacrime che per fretta non riusciamo a lasciar scorrere nella vita di tutti i giorni. E’ un film che non scava ma riporta alla luce, perfetto per assecondare la malinconia delle nostre domeniche pomeriggio, un film che lascia uscire gli spettatori più anziani a braccetto dal cinema soddisfatti.

Dario Neglia

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