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4 Aprile 2015

Manoel de Oliveira L’immortale

2015 - Portogallo

manoel-de-oliveira                             1908 - 2015

 

 

Manoel de Oliveira, il regista - portoghese- più anziano in circolazione, è mancato: era nato a Oporto l’11 dicembre 1908, ma secondo alcuni si toglieva qualche anno. Carriera molto singolare la sua: rampollo di una famiglia di possidenti terrieri, fin da ragazzo mostrò interesse per la “nuova” settima arte, e nel 1931 girò il primo film, ancora muto, il documentario “Douro, faina fluvial” che parla del fiume Douro e dei lavoratori che lo sfruttano. Nel 1942 il primo film a soggetto “Aniki-Bobo”, protagonisti un gruppo di ragazzini, paragonato in seguito ai film di De Sica e Jean Vigo. Ma l’avvento della dittatura fascista di Salazàr, a cui de Oliveira era ostile, gli impedì a lungo di lavorare nel cinema. Fu anche incarcerato, si diede all’automobilismo professionista, solo negli anni ’60 poté girare un paio di documentari, su temi antropologici, per tornare al cinema narrativo negli anni ’70, dopo la morte del dittatore. È con l’uscita in tutta Europa di “Francisca” (1981) che viene acclamato come autore di valore internazionale, e da allora, all’età in cui molti si ritirano o non trovano più fondi per girare, divenne presenza costante ai festival, girando film regolarmente, fino all’anno scorso. Va detto che il cinema di de Oliveira non è di facile visione, non è per tutti i gusti.

 

manoel-de-oliveiraÈ un cinema molto letterario e teatrale, spesso i suoi film hanno ritmi molto lenti e dialoghi interminabili. Non è certo consigliabile ai fan del cinema d’azione. A volte è stato accostato a Luis Buñuel, per film come “Benilde o la vergine madre” (1975, uno dei suoi più riusciti) o “Specchio magico” (2005, meno riuscito, incerto mrIIRQXu0BKWryBVZ6EoKsn3YB6se seguire la via di Buñuel o quella di Dreyer), in cui affronta temi religiosi in maniera paradossale, ma è un paragone molto superficiale. Semmai la sua fonte di ispirazione era la letteratura, autori portoghesi da noi poco noti come Agustina Bessa-Luís o Eҫa de Queiros, o quella europea, come Claudel e Dostoevskij. Spesso affrontava temi storici, come in “Parola e utopia” (2000), storia del missionario Antonio Vieira, che abolì la schiavitù in Brasile, ma più spesso affrontava la decadenza della società borghese del proprio paese, e i conflitti sociali e psicologici tra le persone, spesso rivolgendosi a un pubblico non solo portoghese, come in “Un film parlato” (2003), che affronta la crisi dell’occidente intero. Alcuni suoi film si concentrano sulle ossessioni private dei protagonisti, come il già citato Specchio magico, o “Lo strano caso di Angelica”, amore folle di un fotografo per una ragazza morta. Chi scrive ha amato particolarmente “La Divina Commedia”, film ambientato in un manicomio, dove ognuno dei ricoverati crede di essere il protagonista di un capolavoro della letteratura.

 

Lavorava spesso con un cast di attori fissi, tra cui Leonor Silveira e Luís Miguel Cintra, ma attori di fama internazionale come Marcello Mastroianni ("Viaggio all'inizio del mondo", 1997), Catherine Deneuve, John Malkovich ("I Misteri del convento", 1995), Michel Piccoli ("Party", 1996 - "Ritorno a casa", 2001), sono stati presenza regolari sul set dei suoi film. la_divina_commedia_dvdIn alcune pellicole è stato anche montatore, direttore della fotografia e attore in piccoli ruoli, e ha recitato in un paio di film di registi amici, oltre a fare l’imitazione di Chaplin in “Lisbon story” di Wim Wenders. Sebbene regista tutt’altro che commerciale i suoi film sono quasi tutti editi in Italia, perlomeno i misteri_del_convento_john_malkovich_lungometraggi, e regolarmente trasmessi da “Fuori Orario”. Si diceva che fosse culturalmente un uomo dell’800, ma chi lo conosceva personalmente, come il critico Steve Della Casa, lo racconta come un uomo ironico e amante degli scherzi. Uno dei suoi ultimi cortometraggi racconta di due vecchi amici che si ritrovano dopo molti anni, ma non riescono a parlarsi perché continuamente interrotti dalle telefonate: allora sono costretti a telefonarsi per poter chiacchierare. Mario Monicelli, il regista più cattivo del mondo, affermava che non vedeva l’ora che de Oliveira morisse per rimanere lui il regista più vecchio del mondo. Manoel gli ha fatto un bello scherzo, ma pensiamo il regista di “Amici miei” avrebbe apprezzato. 

Alfredo Sgarlato

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