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17 Febbraio 2016

Il miracolo di Gennaro Intervista a Gennaro Nunziante

2016 - Italia

GennaroNunziante                          I N T R O

 

Abbiamo intervistato il regista e sceneggiatore dei quattro film di Checco Zalone, Gennaro Nunziante, cinquantaduenne barese, di nascita e d’adozione, autore tra l’altro di sceneggiature per la Comencini, d’Alatri e Pompucci. La gallina delle uova d’oro della cinematografia italiana è un intellettuale riservato, gentile e dall’aspetto molto distinto, che misura molto attentamente le parole.

E' un uomo che preferisce osservare  il mondo dello spettacolo e la società da debita distanza, per poi poterla raccontare molto da vicino. Comunque la pensiate sul ‘fenomeno’ Checco Zalone, sulla sua comicità e sui suoi film con Nunziante, ecco cosa il regista ha risposto alle nostre domande.

 

L'INTERVISTA

 

Dario Neglia (Distorsioni) - Ciao Gennaro… eviteremo di cominciare questa intervista con un “Gennaro, che rapporto hai con il successo?” A questo preferiamo di gran lunga “Gennaro che rapporto avresti con un eventuale insuccesso?

casomai02Gennaro Nunziante - Mi porrei tante domande, tantissime, starei mesi a riflettere senza uscire da casa, che è quello che facciamo con Luca “prima” di girare un film, così la percentuale di un insuccesso si abbassa notevolmente. Ci sono poi le condizioni sociali che possono influire su un insuccesso, ma quelle le puoi a volte prevedere ma non sempre governare.   

 

Cosa pensi diranno i critici dei vostri film tra vent’anni?

Sei sicuro che tra venti esisteranno ancora i critici?   

 

Non credi che nonostante il successo, sia cominciato nei confronti di Checco Zalone il tipico trattamento sfascista italiano e cioè “Creo il mito e poi mi diverto a distruggerlo?”. Insomma, perché secondo te noi italiani non sappiamo difendere i nostri eroi?

Perché siamo tifosi e non sportivi.

 

170 milioni di euro incassati con quattro film, di questi 65 solo con "Quo Vado". Se rapportassimo sommariamente questo incasso al mercato americano, Quo Vado varrebbe all’incirca 320/350 milioni di euro, incasso che nessuna commedia americana di successo raggiunge, quindi Checco è un fenomeno unico al mondo?

quo-vado-recensione-zaloneLa fenomenologia di Luca è completamente legata al suo talento; trovami un altro che sa cantare, suonare piano e chitarra, comporre, scrivere, recitare, lavorare sodo e avere di tutto questo un senso etico.    

 

 

 

Se Quo Vado avesse incassato “solo” 30 milioni di euro, cosa avresti pensato, come l’avresti presa?

Che avevamo sbagliato sicuramente qualcosa, anzi parecchio.

 

zaloneIl fenomeno Zalone mi ricorda un po’ quello Berlusconiano degli anni '90, ovvero tutti lo votano ma nessuno dice di averlo votato.

Non è più così. Oggi molti si espongono apertamente, qualcuno ha addirittura il coraggio di postare il biglietto del cinema.  

 

Vai molto a cinema?

Pochissimo.

 

Ci dici una cosa che non sappiamo di Checco Zalone?

Che gioca a pallone come un automobilista uscito fresco da un frontale.

 

Ci dici ora una cosa che dovremmo sapere di te?

Che ho la certezza di sapere che di me non frega niente a nessuno.

 

E una cosa che dovremmo continuare a non sapere di te?

Che tra la Bellucci e Mourinho andrei a cena con Josè.

 

 

zalone nunzianteSoffri nel rimanere sempre “un passo indietro”  rispetto a questo grande successo o per te è l’unica condizione per sopravvivere nel mondo dello spettacolo?

Un passo indietro è troppo poco, ma non dal mondo dello spettacolo, che non esiste, ma da se stessi. È più bello vedersi a distanza.  

 

 

 

Fuori dal set e dalla stesura della sceneggiatura siete amici, vi frequentate o siete come Jagger e Richards che si incontrano solo in sala di incisione per confezionare il disco e poi chi si è visto si è visto?

La nostra frequentazione è dettata dai ritmi familiari, io ho tre ragazzi, Luca una bimba. Ci facciamo lunghe conversazioni al telefono in attesa di chiuderci a Roma in scrittura. 

 

La cinematografia leggera italiana è passata dal Cinepanettone a un cinema che ha omologato un po’ tutto con commedie più o meno divertenti e poltically correct, per intenderci quelle con i vari Gassmann, Cortellesi, Bisio, Lillo e Greg, Litizzetto etc…   Credi che il successo di Checco stia anche in questo, cioè nell’aver preso le distanze da questo tipo di cinema?

nunziante zalone1Luca è Luca, unico e solo, ed è soprattutto politico, che è l’elemento mancante del nostro cinema di commedia. Molta cinematografia è spesso schiacciata sull’introspezione personale, oppure di coppia o di famiglia, tutta roba che non considera l’uomo come parte della società ma inquilino di un appartamento.    

 

 

 

Avendo appena visto "The Hateful Eight" e volendo finire con un’orribile battuta, potremmo dire che quest’anno due “Baresi” sono stati di gran lunga più bravi di un “Tarantino”?

Guarda che prima di "Pulp Fiction" (1994) avevo già fatto una sit-com intitolata “Il Polpo” (1993). 

 

Ciao, grazie.

Dario Neglia

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