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13 Ottobre 2013

Gravity Alfonso Cuarón

Uscita in Italia: 3 Ottobre 2013 - USA, Gran Bretagna

gravity

 

TRAMA

La dottoressa Ryan Stone è un brillante ingegnere biomedico alla sua prima missione spaziale insieme al veterano Matt Kowalsky. Durante quella che doveva essere una passeggiata di routine, succede l'imprevisto. La navicella viene distrutta e Stone e Kowalsky sono abbandonati a loro stessi, legati l'uno all'altra mentre precipitano nel buio. Il silenzio assordante ricorda loro che hanno perso ogni legame con la Terra, e ogni speranza di salvezza. La paura diventa panico, ogni boccata d'aria riduce il poco ossigeno rimasto. Ma forse l'unico modo per tornare a casa sta proprio nell'andare verso la terrificante distesa dello spazio.

(scheda di movieplayer.it)

 

 

RECENSIONE

“Ground control to Major Tom … Ground control to Major Tom …” così cominciava l’odissea nello spazio di David Bowie e così comincia l’ultima opera del regista Alfonso Cuaròn che ritorna dopo ben sette anni di assenza dopo il magistrale e apocalittico “I figli degli uomini”. Incominciamo col dire che questo “Gravity” è un bel film, un gran bel film,gravity non un capolavoro, ma un gran bel film. Un film che dura poco più di novanta minuti che sembrano un attimo, nonostante tutto sia dilatato. Non è un film per amanti del “genere”, è un film per amanti del buon cinema. Questa pellicola è la prova che non è strettamente necessario trattare dei temi attuali per portare la gente nelle sale. E’ come una canzone di qualche anno fa che risenti in uno spot e ridiventa un successo. Gli ultimi tentantivi di rispolverare il genere erano stati “Apollo 13” di Ron Howard e l’ironico “Space Cowboys”. Gravity non è film “raccontabile”: i dialoghi sono quasi assenti, così come le battute e i colpi di scena.  Il vero protagonista non è né il gigioneggiante brizzolato George Clooney né tantomeno Sandra Bullock bensì il vuoto, la gravità.

 

L’attrice tanto amata dagli americani (nel film la dottoressa Ryan Stone) è fredda, spigolosa, inespressiva e mascolina, così come Clooney (il Capitano della missione Matt Kowalsky) funge solo da propulsore iniziale al film. Gli attori sono quasi ininfluenti. Prova né è il fatto che inizialmente la parte femminile era stata proposta ad Angelina Jolie ed una Gravitysfilza  di attrici prima di approdare alla Bullock, così come per il ruolo maschile, inizialmente proposto a Robert  Downey J. e poi da lui stesso rifiutato. I tentativi hollywoodiani di coinvolgere lo spettatore sono timidissimi. La Stone è una madre che non avendo più nulla da perdere per la morte della figlia di quattro anni, tenta di espiare la sua colpa di essere una madre sopravvissuta cercando la morte nello spazio. Clooney  a dire il vero è un po’ fuori posto ma come al solito è esaltato dalla voce di un grandissimo Pannofino che questa volta eccelle con una recitazione sotto tono. Gravity è un film fatto di macchine, aurore digitali , silenzi che si alternano a esplosioni. Spendidi gli ultimi due minuti, gli unici girati dal vero con una macchina da presa. Ed è proprio mentre lo spettatore si sente sospeso oltre l’atmosfera e comincia a provare un senso di nausea e di estrema solitudine che comincia chiedersi se tornerà mai a casa: “Can you hear me, Major Tom? …”

 

Dario Neglia

Video

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