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28 Maggio 2016

Fuocoammare Gianfranco Rosi

2016 - Italia

Sceneggiatura e Fotografia: Gianfranco Rosi; Montaggio: Jacopo Quadri; Interpreti: Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Maria Costa, Samuele Carvana, Pietro Bartolo, Giuseppe Fragapane, Maria Signorello; Produzione: Italia, Francia 2016; Genere: Documentario; Durata: 107'; Uscita italiana: 18 febbraio 2016.

Film vincitore dell'Orso d'Oro quale miglior film al Festival cinematografico di Berlino 2016.

 

locandina"Fuocoammare", il trionfatore dell'ultima edizione del Festival di Berlino, è un grande film che conferma il talento di Gianfranco Rosi, già autore di "Sacro G.R.A." (Leone d'Oro a Venezia 2013). Il suo cinema ricorda quello di Vittorio De Seta, forse il maggiore dei documentaristi italiani. Ma come il celebre predecessore, anche Rosi dà alle sue opere un respiro che non si limita ad un genere, ma guarda a tutte le possibilità che la macchina da presa può offrire. Il film è composto da tre parti: l'isola e i suoi abitanti; il centro d'accoglienza; la nave della Marina italiana sulla quale il regista ha ripreso il salvataggio di alcuni migranti. L'inizio di Fuocoammare è significativo: un paesaggio lampedusano insolito e bellissimo - costituito da nuvole grigie (oscuro presagio dei tragici attraversamenti migratori), scogliere, vento, mare, fichi d'india e roccia - attraversato dal piccolo Samuele (sorta di “uomo-guida” del film). Come ne "L'Avventura" o in altre opere di Michelangelo Antonioni, anche in Fuocoammare il paesaggio costituisce il “personaggio” centrale del film: sottolinea gli stati d'animo dei protagonisti (i principali dei quali sono Samuele, i suoi nonni e zii, il DJ della radio locale e il medico dell'isola Pietro Bartolo, tutti nella parte di se stessi) e attraverso il Mediterraneo collega le centinaia di disperati che ogni giorno approdano a Lampedusa con gli abitanti dell'isola.

 

FUOCOAMMARE 3Il dramma dei barconi affondati e dei morti arriva attraverso la radio che la zia di Samuele ascolta mentre prepara il pranzo: “Poveri cristiani”, commenta la donna, e la sua giornata continua come prima. “Lei siamo noi- dichiara Rosi- distratti, assorbiti dal quotidiano, ma parte del medesimo scenario”. Tuttavia, i gesti quotidiani degli abitanti di Lampedusa - tra tutti la bellissima scena in cui la nonna di Samuele sistema amorevolmente il letto la mattina – sono altrettanti ponti di accoglienza nei confronti degli stranieri  che, a centinaia, approdano tutti i giorni sull'isola siciliana. Un ruolo centrale, a Lampedusa, è occupato dal dottor Pietro Bartolo, sempre in prima linea nell'aiutare i nuovi arrivati: la sua umanità ha conquistato anche il pubblico di Berlino dove, dopo la vittoria del film ha dichiarato: “Abbiamo svegliato l'Orso (inteso come Europa) dal letargo”. Quando, verso la fine del film, il regista entra con la sua mdp in un barcone della disperazione, lo spettatore viene annichilito e raggelato da una sequenza in cui si confondono corpi, vestiti e sacchi neri chiusi.

 

FUOCOAMMARE 4Uno dei grandi merito di Gianfranco Rosi è quello di costringerci ad ascoltare ed osservare una realtà che, assorbita passivamente tutti i giorni dai telegiornali, grazie alla potenza del grande schermo, riesce per la prima volta a svegliarci dal letargo (l'Europa siamo noi europei ?!), “a farci entrare nel dramma” di milioni di persone, donne incinte e bambini che scappano dai loro paesi per aspirare, semplicemente, al diritto di esistere. Fuocoammare sta al cinema dei nostri anni come "Ladri di Biciclette" di De Sica o "Paisà" di Rossellini stanno al cinema del dopoguerra (per rigore stilistico e documentaristico, per impegno civile e morale; per importanza storica e capacità di fotografare l'attualità socio-politica). La nonna di Samuele, in un bellissimo dialogo 1452517101990col nipote, richiama questo legame tra le due epoche cinematografiche citate, evocando inconsciamente proprio l'inizio di Paisà (”La notte del 10 luglio 1943 la flotta anglo-americana apriva il fuoco contro le coste meridionali della Sicilia”, annuncia il commento fuori campo nell'incipit del capolavoro rosselliniano): la donna ricorda quando, durante la guerra, portava il cibo al marito pescatore sulla barca, mentre all'orizzonte il mare si accendeva dei bombardamenti alleati. E i lampedusani esclamavano: “Fuocammare!”.

 

Gaetano Ricci

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