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14 Marzo 2014

Allacciate le cinture Ferzan Ozpetek

2014 - Italia

allacciate le cintureIntendiamoci. La tentazione di non salire su quel volo c'era. E anche molto forte. Invece abbiamo deciso di affrontare il viaggio nonostante le previsioni fossero pessime, la compagnia aerea mediocre e il servizio di bordo scadente. Speravamo di essere solo prevenuti ed invece dopo venti minuti di volo ci saremmo buttati nel vuoto piuttosto che arrivare a destinazione. Un viaggio terribile, con vicini di posto volgari, hostess vecchie e scortesi e tanti vuoti d'aria da far vomitare anche il pranzo di due giorni prima. Tutta questa orribile metafora per dire che "Allacciate le cinture" di Ferzan Ozpetek è un film molto brutto, volgare, con una sceneggiatura raccapricciante, con un casting fatto al buio. Luoghi comuni e banalità si rincorrono senza freni. Gli ingredienti dei suoi film sono sempre gli stessi, cambiano solo le proporzioni e la grande cucina, si sa, è fatta di grammi e secondi, e qui invece c'è tanto di tutto e di scarsissima qualità. Di cosa parla Allacciate le cinture? Di un amore? Di un matrimonio? Di una malattia? Non sapremmo. Ozpetek tratta il rapporto uomo-donna con gli stessi meccanismi di un rapporto omosessuale,  in modo ottuso. Francesco Arca non è un tronista prestato al cinema: è un tronista che fa il tronista. I troppi tatuaggi sul suo corpo non riescono, ahimè, a distrarre dalla sua recitazione. Troppi sguardi lunghi e profondi da sostenere per due occhi così impietosamente vicini e inespressivi. 

 

Se Kasia Smutniak cercava un copione per affermarsi come protagonista, beh ha decisamente preso una cantonata, nonostante in famiglia respiri cinema dalla mattina alla sera. Di contorno orribili maschere come Carla Signoris, Elena Sofia Ricci e Luisa Ranieri. L'unica a salvarsi dal disastro è una brava Paola Minaccioni. Consigliamo a Ozpetek di riguardarsi "Le conseguenze dell'amore" per capire come in un film sentimenti e personaggi si possano raccontare con grazia e delicatezza. Da ricordare o se preferite da non dimenticare  è la scena dell'amplesso in ospedale tra una Smutniak esanime eallacciatelecinturerecensio quel manzo di 90 chili di suo marito che la costringe a un rapporto sessuale che dovrebbe rappresentare la subliminazione del loro amore e invece finisce per risultare folle e da voltastomaco. A questo punto cerchiamo di guardare fuori dall'oblò, ma siamo ancora tra le nuvole anche se la discesa è cominciata. L'aeroporto è vicino, il nostro pensiero è solo quello di toccare terra. Ma come si sa, gli ultimi minuti di volo sono i più pericolosi e un Ozpetek non ancora sazio di violenze, ricomincia con un altro colpo di coda, Ecco un flashback inutile e fuori posto a concludere questa odissea nello spazio. E mentre le note di una bellissima A mano mano di Riccardo Cocciante interpretata da Rino Gaetano ci accompagnano verso l'uscita, riprendiamo il trolley e ritocchiamo terra con un solo pensiero: che per fortuna la realtà e la vita sono di gran lunga più belle e vere di questo film.

 

 

Dario Neglia

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