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16 Giugno 2012

Addio a Giuseppe Bertolucci (Parma 27/2/1947- Diso 16/6/2012)


giuseppe bertolucciQuando un artista ha un padre e un fratello maggiore di grande talento è facile pensare che abbia avuto la strada spianata. Non è il caso di Giuseppe Bertolucci, che è stato un ottimo regista, dotato di talento e sensibilità, eppure si è sempre tenuto lontano dallo show business. Co-sceneggiatore di alcuni film del fratello maggiore Bernardo, “Novecento” (1976) e l'edipico “La luna” (1979), mostra fin dagli inizi, con “Oggetti smarriti” (1981) una vena poetica molto personale e una tendenza al surreale molto rara nel cinema italiano. Era molto a suo agio nel dirigere le donne, come si vede in questo film, storia d'amore e sesso tutta ambienta nella stazione di Milano, con una grande Mariangela Melato. O nella storia corale “Segreti segreti” (1985), con  Lina Sastri, Stefania Sandrelli, Alida Valli, ancora la Melato, vicenda familiare col terrorismo sullo sfondo. 

 

O nel bellissimo “Amori in corso” (1989), omaggio al cinema di Rohmer con attrici sconosciute (Francesca Prandi, Amanda Sandrelli che poi sfonderà e Stella Vordemann) e dialoghi improvvisati, film di grande poesia e tenerezza. Ma non mancava mai un personalissimo senso dello humour, vedi per esempio “I cammelli” (1988), bizzarro road
giuseppe bertoluccimovie con una delle rare prove di Paolo Rossi al cinema. Suo film di culto rimane però “Berlinguer ti voglio bene”(1977), film in cui lancia Roberto Benigni quando ancora era ben lungi dal diventare il comico più amato dagli italiani (non gli sto facendo un complimento). Tutti film distribuiti male, che recuperavo in pomeriggi domenicali o notti insonni, quando le tv piazzano il grande cinema negli orari di minor ascolto. Negli ultimi anni aveva perso un po' la vena e si era dedicato ad altri progetti come le regie teatrali e d'opera, la scrittura, il restauro dei classici. È stato presidente della Cineteca di Bologna. Mi mancherà, come mi mancano tutti gli artisti che stanno fuori dagli schemi, quelli veri e sempre più rari.  

Alfredo Sgarlato

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