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27 Giugno 2012

Killing Floor UN’ALTRO ‘CALDO’ CAPITOLO DI BRITISH BLUES

1968 - 2012

KILLING  FLOOR : LA STORIA ED I DISCHI 

Band seminale del rock blues inglese deglikilling floor anni 60, con un groove in bilico tra blues urbano, psichedelia e spezie hard/prog rock: si formarono a Londra (Southend) nel 1968 per volontà del chitarrista Mick Clarke e del cantante/armonicista Bill Thorndycraft (uno con un nome facile!), reduci da una precedente breve esperienza piuttosto deludente con una altra blues band di cui si è perso il nome nelle nebbie del tempo. Con un annuncio su Melody Maker reclutarono gli altri componenti la band: il bassista Stuart McDonald e il pianista Lou Martin, a questi si aggiunse il batterista Bazz Smith, vecchio amico di Bill T. Si fecero le ossa suonando decine di gigs nei pubs e nei locali del Southend londinese, con un repertorio a base di covers del Chicago blues; poi assunsero definitivamente il nome Killing Floor, ispirato dall’omonimo blues di Howlin Wolf, fecero la loro prima uscita ufficiale da professionisti in un locale chiamato Middle Earth a supporto di Captain Beefheart, che credo fosse al suo primissimo tour europeo (cosa avrei dato per essere presente a quella serata !!! nda). I nostri si fecero un buon nome come live band ed esordirono al prestigioso Marquee, con i Nice e gli Yes, poi diventarono l’house band di un locale chiamato Blues Loft situato al primo piano di una palazzina in London Road ad High Waycombe (il locale sembra ci sia ancora oggi); in una serata particolarmente bollente, il “footstomping” del pubblico, gasatissimo ed entusiasta per il blues dei Killing Floor fece crollare l’intonaco del soffitto della stanza sottostante!

 

Nel 1969 giunse l’ora della registrazione del primo lp, per la piccola etichetta Spark, l’omonimo “Killing Floor” (pubblicato in USA dalla Sire Records): il disco ebbe un ottima accoglienza dalla critica e i nostri parteciparono a molte trasmissioni radio condotte da John Peel, Alexis Korner e Johnny Walker. Fu prodotto da John Edward e registrato in soli 12 giorni ai PYE Studios di Marble Arch nel West End di Londra che avevano ospitato i Kinks e anche un personaggio leggendario come Frank Sinatra con la sua big band. Il loro primo lavoro, ad un attento ascolto, è tutt’ora una vera bomba: rock blues ad alto voltaggio con la ruggente chitarra di Clarke protagonista coadiuvata dalla bluesharp di Thorndycraft, dal piano pumping dell’irlandese Lou Martin e da una sezione ritmica travolgente, tutti i brani furono composti dalla band tranne l’iniziale Woman I Need You di Willie Dixon; alcuni altri titoli: Keep On Walking, Sunday Morning, con l’harpsicord suonato da Lou Martin - lo strumento era stato abbandonato nello studio dai Pink Floyd durante una loro precedente session di registrazione -  Bedtime Blues, My Mind Can Ride Easy, il piano boogie Lou’s Blues e la lunga People Change Your Mind, la song Come Home Baby avrà anni dopo la prestigiosa cover di un mito del blues, il cantante Jimmy Witherspoon.

 

Fu un esordio folgorante, tra i migliori del British blues anni 60, con quello dei Groundhogs e degli Steamhammer. Il disco però non ottenne l’auspicato successo, per colpa di una scarsa promozione e una pessima distribuzione. I nostri svolsero un intensa attività live, anchekilling floor come backing band per un grande del blues USA, il chitarrista texano Freddie King con cui i Killing Floor fecero due lunghi tours europei, suonando in una miriade di free festival sino all’Hamburg Easter Rock festival nella primavera del 1970 dove condivisero lo stage con The Nice e Black Sabbath, inoltre in un concerto a Manchester accompagnarono anche un altro mito del blues come Howlin Wolf e poi fecero alcune date anche con Arthur “Big Boy” Crodup, l’autore della celeberrima That’s Allright Mama, brano che fece da detonatore per l’esplosione del successo di Elvis Presley negli anni 50.

 

Nel 70 registrarono il loro secondo lp: “Out Of Uranus”, ancora per una piccola label, la Penny Farthing e ancora con John Edward come produttore; il sound del disco fu indirizzato verso un groove molto più influenzato dall’hard progressive che viveva un momento di boom con il successo di band come i Free e i Led Zeppelin, il disco fu registrato senza il pianista Lou Martin presente solo in un brano: Call For The Politicians; altri titoli: Out Of Uranus, Acid Bean, Fido Castrol, Lost Alone, Sun Keep Shining e Milkman con Mick Clarke ancora grande protagonista, con la sua “Gnasher”, la Gibson SG Standard del 63 dal suono ululante e emozionante (chitarra second hand che Mick scambiò nel 1969, con la Gibson 345 di Freddie King che aveva da lui comprato per 250 $). Poco presente nel disco la bluesharp di Bill Thorndycraft, qui come vocalist al 100%; nell’lp suonarono anche il batterista Rod De’Ath, il cantante Ray Owen proveniente dai Juicy Lucy e il bassista Mike Hawkswort ex dei Fuzzy Duck.

 

killing out of uranusFu un buon disco, ma la vena blues del precedente lavoro andò parzialmente perduta, andò in parte smarrita anche la micidiale potenza del lavoro d’esordio e anche questa volta non ci fu il successo di vendite tanto atteso, comunque alcuni singoli tratti dall’lp ebbero buoni riscontri in Germania e Svizzera, il 45 gg. Milkman/Where Nobody Ever Goes fu anche stampato in Italia. Ma il tempo dei Killing Floor volgeva al termine, con l’inevitabile scioglimento della band. Bazz Smith andò in America dove suonò jazz e reggae; Stuart Mc Donald collaborò con Paul Rodgers, il vocalist dei Free, in una band chiamata Peace che ebbe poca fortuna e poi suonò con i Blues N’ Trouble; Rod De’Ath e Lou Martin divennero membri fissi della band di Rory Gallagher con cui suonarono per molti anni con grande successo internazionale, Bill Thorndycraft si ritirò dalla scena rock e fece carriera come operatore sociale, di Mick Clarke parliamo in seguito. (Gli album dei Killing Floor sono stati più volte ristampati in formato cd, da See For Miles, Repertoire e Akarma).

 

MICK CLARKE BAND, SALT e ALTRE STORIE

Necessaria premessa è che Mick Clarke non è uno dei tanti, è un grande chitarrista blues (rock), uno che non ha nulla da invidiare a gente come Eric Clapton o Mick Taylor, uno che dà molti punti a moderni chitarristi rock blues come Bonamassa o John Mayer, supertecnici e bravissimi ma spesso (specie nelle ragistrazioni in studio) noiosi e monocordi e scarsamente dotati di feeling. Clarke non ha conosciuto i successi di questi, non è mai stato una rockstar, forse solo per accadimenti accidentali o per sfortuna, ma ancora oggi ci regala suoni caldi, aggressivi e coinvolgenti suonando con le sue band inThe Mick Clarke Band giro per l’Europa in una miriade di blues festival, piccoli e grandi. A 13 anni con il fratello Pete, mise su una band che chiamò Steam Train Blues, il germe della black music era stato seminato e avrebbe dato ottimi frutti. Dopo l’esperienza con i Killing Floor andò a suonare con i Toe Fat, gli Orang Utan, i Daddy Longlegs e Ashton & Lord e poi formò i Salt, grande e misconosciuta rock blues band, inserita in quel movimento pub rock, che alla fine degli anni 70 fece la fortuna di gruppi come i Dr.Feelgood, Count Bishops, 9 Below 0 e Blues Band. Con lui il vecchio socio Stuart Mc Donald al basso e il pirotecnico armonicista/vocalist “Little” Stevie Smith, alla sezione ritmica si avvicendarono vari musicisti, ma poi il ruolo di batterista fu coperto definitivamente da Alan Platt.

 

I Salt diedero alle stampe solamente un mini-lp nel 1977, intitolato: “All Wired Up (And No Place To Go)”, oggi molto raro e con 5 micidiali brani rock blues, l’altra loro comparsata discografica fu nella compilation: “Week End At The Bridge E-16”, doppio album live con band pub rock e punk, memorabile la loro versione di Hip Shake di Slim Harpo, veramente selvaggia e trascinante, altrettanto memorabile una serata al 100 Club dove aprirono per i saltSex Pistols, alla fine anche il pubblico punk più estremista li acclamò come i veri trionfatori della serata. La band suonò anche al festival di Reading e fece da opener  ad alcuni concerti londinesi della Muddy Waters Band. Ma rimase ad un livello prettamente cult e solo recentemente con la pubblicazione del cd “The Cobra’s Melodies” che comprende tutte le loro registrazioni anni 70, le è stato reso il giusto merito. In seguito Clarke suonò con Long John Baldry e la Roy Young Band; negli anni 80  registrò il suo primo solo album per una label italiana, l’Appaloosa di Franco Ratti, il disco si intitolava “Lookin For A Trouble” e fu un ottimo disco di puro rock blues ad alto voltaggio. Per la medesima etichetta registrò altri due album: “Rock Me” e “All These Blues”, con in entrambi i dischi guest Mark Feltham, fantastico armonicista dei 9 Below 0 e membro della band di Clapton in molti world tour. Seguirono altri buoni lavori per le etichette Taxim, Burnside sino al cd: “The Rambounctious Blues Experiment”, suo ultimo lavoro solista. Clarke ha effettuato molti tour europei e in USA, suonando con gente come Canned Heat, Johnny Winter, Clifton Chenier, Foghat, Savoy Brown e molti altri esponenti del rock blues planetario. La Mick Clarke Band è tuttora protagonista nella scena blues europea così come i Salt anch’essi riformati con la line-up originale e attivi anche in questo 2012.

 

THE KILLING FLOOR REUNION

Nel 2003 Clarke e soci decisero di riunire I Killing Floor con la formazione originale, quella del primo disco del 1968; iniziarono con successo una serie di tours inglesi e poi europei, sino ad arrivare al 2004, quando, su proposta dell’importatore discografico milanese Franco Ratti, concretizzarono il loro impegno con la registrazione di un nuovo cd, sempre per la label italiana Appaloosa, il titolo: “Zero Tolerance”; ancora una volta i nostri hannokilling floor zero tolerance centrato l’obiettivo, si tratta di un lavoro notevole, dopo 36 anni ancora rock blues torrido e tosto, tutti i brani sono composti dal gruppo, tranne Bring It On Home di S.B. Williamson e Strange Love di Slim Harpo. La chitarra solista di Mick Clarke detta i tempi alla band, gli altri contribuiscono per la loro parte alla riuscita del dischetto che soddisfa molto bene chi esige che il rock blues sia emozione e non uno sterile esibizionismo di tecnica. Dopo l’uscita del cd hanno continuato a suonare dal vivo, sono venuti anche in Italia, nel 2007 al Festival Blues di Trescore Balneario vicino Bergamo, ed il recentissimo 8 giugno 2012 sono stati tra i partecipanti dello Sweden Rock Festival con Lynyrd Skynyrd, Bad Company, Soundgarden e Motley Crue, dove hanno presentato le songs del nuovo album: “Rock N’ Roll Gone Mad” - esce proprio oggi 27 Giugno 2012 - che sono certo che non deluderà le aspettative.

 

 

ALL WIRED UP AND NO PLACE TO GO

 

Baby thinks I'm crazy
She don't know the half I do.
Twice as much as she does.
I've got 12 hours to pay my dues.

Well there's ony one thing I'll ask of you,killing floor gone made
'Cos I'm all wired up, no place to go,
no place to go,
no place to go,
no place to go,
no place to go.

Well  I'm Speeding in this armchair.
I'm waiting on a telephone call.
Then it's 70 miles an hour
down the hall and out the door.

Well there's ony one thing I'll ask of you,
'Cos I'm all wired up, no place to go,
no place to go,
no place to go,
no place to go,
no place to go.

I've got chewing gum depressions,Killing Floor
I've been talking the whole night long.
and I'm feeling rather tasty
hope nobody wants to do me wrong.

Well there's ony one thing I'll ask of you,

'Cos I'm all wired up, no place to go,
no place to go,
no place to go,
no place to go.

Well there's ony one thing I'll ask of you,
'Cos I'm all wired up, no place to go,

(Testo gentilmente concesso da Mr. Steve Smith e Mr. Mick Clarke)

Guido Sfondrini

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