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28 Agosto 2012

Derek Raymond Hard-Boiled in London

1931 - 1994 - Meridiano Zero

Derek Raymond: 12 June 1931 - 30 July 1994, Londra

 

derek-raymond-stanze-nascoste-L-0omRpUScrittore londinese errante per gran parte della sua vita. Vero nome Robert William Arthur Cook, nasce in Baker Street da una famiglia ricca ma il mondo borghese gli va ben presto di traverso:

 

‘Per la mia famiglia contavano solo gli affari, le assicurazioni, il tessile su cui si basava la sua fortuna, e il castello di Roydon, a cinquanta chilometri da Londra. La letteratura non li interessava minimamente, a parte qualche classico. O Dickens, di cui non capivano niente’

 

Comincia a viaggiare, ininterrottamente, e a praticare i lavori più bizzarri. In Spagna importa auto, a New York traduce dallo spagnolo all'inglese per riviste improbabili, torna a Londra e lavora per i fratelli Kray, mafiosi padroni di mezza città e poi finisce in Francia e in Italia a fare il vignaiolo. Ma non svanisce mai la passione per la letteratura, coltivata fin da piccolo e sperimentata in decine di scritti, neri, tragici, selvaggi. Negli anni '80 la sua prosa secca e debordante confeziona la serie di hard-boiled della Factory, sezione Crimini Irrisolti della polizia londinese, che Raymond, nel primo, fulminante libro della serie “E morì a occhi aperti”, inventa nel pieno centro della città:

 

‘è il grande, moderno edificio in cemento armato che si trova in Poland Street, proprio di fronte a Marks&Sparks, che ospita la stazione di polizia del West End, che tiene sotto controllo la zona da Tottenham Court Road a nord fino a Hyde Park Corner a sud, e da Marble Arch a nord-ovest fino a Trafalgar Square a est’

 

derek raymondI successivi “Aprile è il più crudele dei mesi”, “Come vivono i morti”, “Il mio nome era Dora Suarez” e “Il museo dell’inferno” mantengono lo status di scrittore di culto e punto di riferimento del noir internazionale. Il protagonista è un poliziotto solitario, senza nome, che scava nel passato, nelle miserie, nelle disgrazie della vittima per arrivare alla scoperta dell'assassino. Raymond però, nel costruire l'impianto noir-poliziesco, scarta spesso di lato, modificando dall'interno la dinamica classica del detective che deve catturare il carnefice con ficcanti lampi sociologici, entrando nelle strade enormi che partoriscono perpendicolarmente vicoli sordidi, penetrando nel sottobosco, nei canali di scolo di Londra per deturparne la superficie glamour e altezzosa.

 

Infila la lama della penna dall'elegante Chelsea fino alla proletaria Islington, dall'ambigua Soho al malato East End, dal viale più insospettabile allo squallore delle periferie in una sorta di autopsia letteraria. E' un viaggio disturbante tra le mille facce di una città alla ricerca continua di una narrazione scomoda, poco rassicurante - quindi aderente al vero – dei milioni di volti che animano Londra. Ma è lo stesso Raymond a ridurre in cenere tante disamine sulla sua prosa con un pensiero sintetizzante il ruolo del romanzo nero:

 

Lo scopo del noir è mostrare tutta la merda che lo Stato, come una vecchia domestica isterica, cerca costantemente di nascondere sotto il tappeto. Il noir solleva il tappeto davanti al maggior numero di gente possibile dicendo: “Non pensate anche voi che qua sotto ci sia una gran puzza  di merda?” ‘

 

derek raymond Lo scrittore non può prescindere dall'uomo, ed in una frase che fa dire alla vittima di E morì a occhi aperti sta il manifesto programmatico, la summa di una carriera, di una vita:

 

‘Chiunque concepisca lo scrivere come una piacevole passeggiata verso una placida vita di agi è destinato a non scrivere che merda’

 

Il talento nero e letterario di Derek Raymond, penna sanguinante di omicidi efferati e umanità sbagliata,  incontra nel 1994 l'ispirazione e le atmosfere noir dei Gallon Drunk, che ne musicano la magnifica novella I Was Dora Suarez

Pietro Ferrazzi

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