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13 Marzo 2012 ,

Scratch Acid 12 Marzo 2012, The Garage, Londra


Il noise-rock é nato a metà degli anni '80 negli Stati Uniti per poi esaurirsi circa un decennio più tardi lasciando in giro vari figli illegittimi ed una cospicua eredità. Ci sono bands che cavalcano l'onda, band che seguono la scia, e le cosiddette band "seminali", quelle che come le navi spacca-ghiaccio aprono nuove strade, nuovi percorsi, frantumando gli argini e spingendosi "oltre"con l'arma della sperimentazione e dell'attitudine. Gli Scratch Acid vedono la luce in Texas nel lontano 1982: quelli che poi diverranno membri di band come Rapeman e Jesus Lizard, sono protagonisti insieme ai Butthole Surfer del post-punk più becero, rumoroso ed efferato della decade. Ricordo il tempo quando gli mp3 erano merce rara, Napster ancora non era stato inventato ed il peer-to-peer (il maledetto/benedetto p2p) un‘utopia fantascientifica. In quel periodo la facevano da padrone i cd, e tutti noi appassionati stavamo ad aspettare le mitiche ristampe/raccolte digitali dei nostri gruppi preferiti, almeno di quelli che non riuscivamo a reperire nel caro e vecchio vinile (e ciò alimentava la leggenda).
 
Ebay non c'era, si comprava tramite mailorder dai negozi di dischi; il catalogo si sfogliava in modo irregolare, la consultazione iniziava dalle lettere delle band preferite, ed io dopo la M di Melvins passavo repentinamente alla S cercando gli Scratch Acid. Ora siamo nel periodo delle reunion, qualsiasi band che abbia avuto un minimo di notorietà si riassembla in qualche modo per riproporsi ad un pubblico sempre più vasto, sempre più onnivoro, per cercare di sgranare qualche dollaro extra e di far quadrare i conti in famiglia; se prima si faceva un tour all'insegna dei tre comandamenti, sesso, droga e rock'n'roll, adesso i vecchi punk si rimettono insieme per pagare l'università ai figli, per comprare un auto nuova o magari anche per sentirsi un pò più giovani, un pò più vivi, per cercare di tenere il passo con le nuove generazioni.
 
Dopo anni di oblio, complice i festeggiamenti per i 25 anni della gloriosa etichetta Touch and Go, gli Scratch Acid si sono riuniti nel 2006, per poi bissare nel 2011 e quindi chiudere il 2012 (così pare) con alcune date americane ed alcune date in Inghilterra: sulla scia della reunion dei più celebri Jesus Lizard David Yow e compagni si sono buttati in quest'avventura, riproponendo un gruppo di 30 anni fa semi-sconosciuto ai più, non so se l'abbiano fatto per soldi o per denaro, ma in questo caso non si tratta di musicisti in
pensione desiderosi di riscoprire l'ebrezza del palco. Sims e Yow non hanno mai smesso di esibirsi dal lontano 1982, sia con progetti estemporanei (Qui, Unfact), sia con partecipazioni in altre band (vedi Shellac, Melvins), mentre il batterista Ray Washan ha collaborato con quasi tutto il panorama noise underground (Rapeman, Butthole Surgers, Helios Creed). Il 12 di Marzo al Garage di Londra hanno suonato due band, i veterani Scratch Acid come main ed i teenager Blacklisters come supporter.
 
I Blacklisters salgono sul palco, indossano le magliette dei loro idoli: Men of Porn, Melvins, in quello che sembra un campionario di H&M; attaccano immediatamente con un volume spropositato, subito si crea una voragine tra l'audience ed il palco, nel mezzo il pogo triste e solitario degli amici coetanei della band. Il cantante dà sfoggio a tutto il repertorio, vocalizzi alla Nick Cave, microfono attorno al collo alla Lux Interior, scende dal palco cercando di coinvolgere il pubblico, ma la risposta é tiepida, si muove la testa a ritmo, niente di più. Davanti il palco ci sono solo i volti annoiati ed infastiditi di pochi aficionados degli Scratch Acid che hanno pensato bene di riservarsi i posti migliori, pur se questo comporta sorbirsi tutti i decibel della band di supporto. I Blacklisters sono assimilabili ai Pissed Jeans ma meno genuini e potenti, sono praticamente il surrogato di una band fondamentalmente derivativa, cosa che andrebbe benissimo su un palco di qualche venue hipster stile Rough Trade, ma il pubblico degli Scratch Acid non é formato da 16enni con le vans emozionate per il primo tatuaggio, quindi il loro show é stato recepito con la dovuta cautela e senza entusiasmi, roba già vista, già sentita, già digerita.
 
Il cosiddetto gruppo spalla termina l'ultimo pezzo ed ecco che accade una scena da "teatrino degli orrori punk", qualcosa di surreale mai visto prima che serve a far intendere il livello della band che ci é toccato sorbirci prima dei tanto attesi texani. Il bassista dei Blacklisters, un ragazzotto con un ciuffo improponibile, una maglietta stirata dei Melvins ed una camicia a quadri d'ordinanza, si è rivolto in malo modo verso una coppia appoggiata sotto il palco colpevole di aver mostrato scarso interesse verso la loro performance: ed ecco che questo cocco di mamma si prende una cazziata inaudita dalla ragazzetta in giacca di pelle nera che gliele canta di santa ragione in un misto di "wattafuck" e "bullshit" varie, insomma, oltre al danno la beffa;  il bellimbusto é poi sceso sotto il palco a scusarsi, ma la coppia ha continuato ad insistere che se la sua band fa schifo in effetti non é colpa del pubblico, parole sante. Dopo l'imbarazzo preliminare salgono sul palco gli Scratch Acid.
 
Prima di entrare nella venue avevo incontrato David Yow che ha risposto salutando alla mia esultanza stile Italia '90, mi ha parlato ma non ho sentito la sua voce, o almeno ho sentito un  rantolo rauco da cui ho potuto intuire due cose fondamentali, la classica notizia buona e quella cattiva. La notizia cattiva é che David Yow era senza voce, la buona che il concerto si sarebbe tenuto lo stesso. Il fatto che colui che secondo me incarna una delle ultime voci del punk sia senza voce mi ha inizialmente devastato, é come vedersi un porno con lo stallone col cazzo moscio, insomma, porca puttana! Gli Scratch Acid salgono sul palco, uomini temprati dagli anni, il chitarrista é completamente calvo, il batterista si riscalda facendo rullare i timpani in maniera sconsiderata, io mi piazzo davanti David Sims, bassista che ha accompagnato David Yow nei Jesus Lizard, praticamente una sicurezza, un uomo che sa come usare il suo strumento.
 
Yow si scusa con il pubblico per il suo calo di voce ed inizia il concerto con una strabiliante Mary Had A Little Drug Problem, sotto il palco si scatena l'apocalisse, tempo due secondi e mi ritrovo al centro del pogo con punk e metallari di tutte le età, i ragazzini amici della band di apertura cercavano di sopravvivere fagocitati dall'orda di noisers in crisi mistica. Passato il primo pezzo decido di spostarmi in una comoda seconda fila laterale ad ammirare i giri di basso di Sims. I pezzi scorrono veloci, David Yow è senza voce ma continua a cantare, le sue corde vocali fanno l'impossibile, si getta sul pubblico, si contorce, urla nel microfono e noi riusciamo a sentirlo, come in un miracolo biblico. Ecco che emerge l'abisso fra le due band, un cinquantenne senza voce ed influenzato ha sovrastato con tonnellate di attitudine uno sbarbatello in piena salute che urlava come un coyote al plenilunio. 
 
Gli Scratch Acid hanno suonato tutte le loro hit ad un volume perfetto, ennesimo schiaffo morale alla band di apertura che sebbene abbia usato un volume altissimo non é riuscita ad esprimere neanche un decimo della potenza della band principale. 20 pezzi che sono stati come venti scariche di mitra: bellissimi e suggestivi i brani strumentali, anche se tutto il concerto ha avuto in un certo senso questo carattere, il basso pulsante di Sims si intrecciava magistralmente con la chitarra di Brett Bradford mentre il batterista pompava potente e veloce; quando i pezzi sono buoni si reggono in piedi da soli, come una squadra che gioca bene e vince anche quando il fuoriclasse è sottotono.
 
Finalmente é arrivato il momento di Cannibal, il loro anthem: in questi casi si nota la differenza fra una band normale ed una che ha segnato un‘ epoca, e te lo spiattella in faccia, senza fronzoli ed imbellettamenti; ho potuto sentire il pubblico pulsare all'unisono, proteso verso l'uomo con il microfono, un uomo che ti urla contro la sua angoscia, la sua rabbia, la sua perversione. Il concerto é finito, c'é tempo per una lunga e suggestiva Owner's Lament, perfetta chiusura per uno show che ci ha saziati fino in fondo, si rimane ancora un pò per i saluti di rito per poi prendere la via del ritorno. In metro riesco a riconoscere qualche reduce del concerto, molti sono ancora sudati, tutti hanno dipinto sul volto un sorriso, un'espressione di soddisfazione: in circolo c'é ancora l'adrenalina post concerto ed il pensiero non è ancora proiettato all'indomani, al martedì che ci aspetta, al tran tran quotidiano, no, siamo ancora lì sotto il palco, con David Yow che urla rauco Crazy Dan, vagando in stage-diving sui nostri timpani, surfando sull'onda delle nostre emozioni.

Nick Zurlo

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