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4 Maggio 2012

KILLING JOKE 20 - 21 aprile 2012, Live Club, Trezzo sull’Adda - Viper Theatre, Firenze


21 aprile 2012, Viper Theatre, Firenze

Settimana musicalmente da ricordare, quella appena trascorsa a Firenze. Dopo gli Stranglers sono addirittura i Killing Joke a saltare sullo stesso palco del Viper Theatre. Viene quasi da chiedersi se siamo tornati indietro attraversando alcuni decenni e rimasti impigliati in qualche piega temporale vicina agli anni 80. Invece è inesorabilmente l’anno "MMXII"  proprio come il titolo dell’ultimo lavoro dell’impetuosa band anglosassone, di recentissima uscita. Restano comunque parecchie le generazioni che affollano e riscaldano (in tutti i sensi!) la sala del Viper, fremendo per la band che le ha esaltate in passato o che nel passato cercano le radici del presente. Non per niente i Nine Inch Nails di Trent Reznor molto hanno ereditato dal progetto Killing Joke e dalla sua poetica. Quando arrivo sta suonando ancora il secondo gruppo di supporto, ovvero The Icarus Line, dall’ “iguanesco” leader che forse eccede un po’ in simulazione. Iggy se la riderebbe, immagino. Il primo gruppo invece, The Crying Spell, ha terminato da un bel pezzo purtroppo: voci di corridoio riferiscono che siano stati assai gradevoli.

 

Ma inevitabilmente l’attesa cresce per i Killing Joke, ed io l’inganno attraversando barriere umane, per raggiungere una posizione discreta da cui scattare le foto che mi ricorderanno questo concerto. Inaspettatamente, ad un soffio dall’inizio, mi trovo sotto il palco. Le luci calano (ahimè per i miei scatti!) ed arriva Jaz Coleman in tuta blu, occhi spiritati cerchiati di nero e capelli corvini: uno degli ultimi meravigliosi freak rimasti sulle scene. Con lui Geordie Walker, Martin Glover e Paul Ferguson. Più un tastierista dalla cresta rossa. Ed il primo pezzo è proprio Love like blood ruvido e melodioso insieme, accompagnato dai passi di marcia di Coleman, subito seguito da Requiem. Con un tale inizio il pubblico non poteva che estasiarsi e comprendere subito che, sì, aveva fatto bene ad acquistare quel biglietto. Si prosegue con European Superstate dall’ottimo album "Absolute dissent" (2010) e Sun goes down. Arriva poi una serie di brani da "MMXII" cioè Rapture, FemaKilling Joke FIRENZE VIPER LIVE camp e Primobile, intervallati comunque da Chop Chop e Bloodsport, che frenano l’entusiasmo, attestando più o meno tutta la parte centrale del concerto su ritmi grigiastri e impastati.

 

L’impennata arriva di nuovo con Asteroid, apocalittica, primordiale e gridata,  The great cull, Corporate effect (sempre da "MMXII")  e infine goduriosamente dritti fino a The wait e Psyche. Breve uscita di scena secondo copione per rientrare con Wardance e Pandemonium. Applausi. Sicuramente non immeritati. Nelle retrovie c’è chi vocifera di strumenti non suonati e basi preconfezionate, ma non saprei accertare la veridicità di tali affermazioni, che in definitiva non confutano la mia idea, quella di aver assistito ad uno spettacolo di qualità. Un godibilissimo evento il ritorno in tour dei buffoni inglesi, forse meno pungenti di un tempo e un po’ anacronistici, ma sempre in grado di regalare un paio d’ore di ottima musica. Qualche problema per la voce di Coleman (o complicazioni d’audio) che si rifà sulla distanza grazie ad un’impareggiabile presenza scenica: corre, salta, fa le smorfie, strabuzza gli occhi senza risparmiarsi. E mentre ridiamo di lui, in realtà ridiamo di noi stessi. Il giullare ci fa il verso, come uno specchio che riflette i gesti di chi ha la puntuta convinzione di essere lucido in un mondo alla deriva. E lo sciocco non mente mai perché non sa proprio farlo. (Valentina Loretelli)

 

 

20 aprile 2012, Live Club,  Trezzo sull’Adda

Nuova serata al Live Club di Trezzo, questa volta per la prima data del mini tour dei KIlling Joke nel nostro paese. Alle 21.15 siamo già dentro anche perché la serata prevede due gruppi di supporto e un po’ di curiosità c’è. Così vediamo prima i The Crying Spell, band di Seattle che propone una new-wave in standard anni 80 con il cantante Len Hotrum ben calato nella timbrica e nelle movenze nello stereotipo darkwave, insomma bravini ma niente di che. Il loro set dura poco più di mezz’ora per dare spazio agli Icarus Line, band di Los Angeles che propone un hard-rock sicuramente più originale e di impatto anche grazie alla figura e alla voce del cantante Joe Cardamone, novello Iggy Pop anche in questo cas.  Il set dura una quarantina di minuti che passano  senza particolarmente colpirci.

 

Solito cambio palco e siamo arrivati alle 23 con un locale con almeno 7-800 persone presenti (non pienissimo ma un buon colpo d’occhio) quando l’intro di "Blade Runner" precede l’ingresso dei nostri nella formazione originale, chiuso dall’arrivo di Jaz Coleman in versione tuta mimetica. L’inizio è subito spiazzante dato che ci presenta Requiem che, durante questo tour, solitamente propongono nell’encore seguita poi da European Super State, Sun Goes Down,Rapture, Fema Camp fino ad arrivare a Pole  Shift singolo estratto dal nuovo “MMXII”. I nostri appaiono in forma:  Jaz allucinato come suo solito, lancia qualche proclama anti governativo come prima di Great Cull, Martin “Youth” Glover disegna linee di basso scheletriche e potenti mentre la chitarra di Kevin "Geordie" Walker erige un muro sonoro scosso solo dall’incedere possente della batteria di "Big" Paul Ferguson.

 

Killing Joke Live Club, Trezzano sull'addaLa sensazione principale che ricavo è di una certa urgenza da parte del gruppo, non riesco bene a capire dovuta a cosa, ma i pezzi si susseguono pressoché senza sosta, tiratissimi e sottolineati dalla maschera di terrore e dolore dipinta in maniera quasi irreale sul volto di Jaz, che di volta in volta mima baionette che trafiggono nemici forse neppure troppo immaginari, segni della croce e danze minimali. Arriviamo agli encore, due brani, Wardance e Pandemonium con il pubblico in ovazione e una buona parte impegnata a pogare a più non posso. I nostri  quasi con noncuranza, come sono arrivati se ne vanno, è mezzanotte e mezza  e mentre beviamo qualcosa prima di rientrare, un ragazzo di 21 anni che fa parte del nostro gruppetto mi confida di essere per la prima volta ad un concerto del genere visto che, solitamente, frequenta le rap-session da discoteca che molti amici considerano cool e mi dice ‘Mi rendo conto di cosa mi sono perso a non esserci stato negli anni 80'; ci lasciamo con l’impegno di vederci presto ad un altro concerto di vecchietti  con ancora addosso l’argento vivo e chissà, forse ne abbiamo salvato un altro! (Ubaldo Tarantino)

 

Valentina Loretelli, Ubaldo Tarantino
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