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18 Maggio 2012

MOSTRE – Gustav Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione 24 marzo 2012 – 8 luglio 2012 , Museo Correr, Venezia


Mostra GUSTAV KLIMTDoppio obiettivo per questa mostra che il Museo Correr di Venezia ospita nell'anno che celebra il  150° dalla nascita dell'artista viennese, proveniente dal Museo Belvedere di Vienna, curata da Alfred Weidinger, uno dei massimi esperti di Klimt. Da un lato, l'obiettivo di ricordare il legame tra Gustav Klimt e Venezia, dall'altro quello di sottolineare il rapporto tra Klimt e Josef Hoffman, architetto di origine ceca, con il quale instaurò un'intensa collaborazione. Gustav Klimt giunse a Venezia per la prima volta nel 1899 con l'amata Alma Mahler e con Carl Moll, patrigno di lei ed esponente della Secessione, visitò la città e restò affascinato dai mosaici della Basilica di San Marco che influenzarono la sua opera successivamente.

 

Nel 1910 vi fece ritorno per partecipare alla Biennale d'Arte che gli aveva dedicato una sala e portò in laguna i precetti della Secessione Viennese, il movimento di cui era stato tra i fondatori nel 1897 e di cui è stato il primo presidente. La Wiener Secession si proponeva la rottura con i canoni dettati dall'Accademia di Belle Arti e il ritorno alle forme espressive della pre-industrializzazione, per creare uno stile contemporaneo nuovo, ispirandosi al movimento dell'Arts and Crafts inglese, filtrato attraverso la produzione belga di artisti come Peter Hankar e Victor Horta. Alla Secessione Viennese si affiancarono analoghi movimenti di rottura in altre città tedesche e similari ridefinizioni del linguaggio artistico negli altri paesi europei che prendono il nome, a seconda della nazione, di Jugendstil in Germania, Art Nouveau in Francia, Modern Style in Inghilterra e Liberty in Italia.

 

Uno dei fondamenti della Secessione e dei movimenti legati al modernismo era l'integrazione tra le diverse arti, basata sull'ideale del Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale, che prevedeva l'incontro tra pittura, architettura, scultura e arti applicate allo scopo di creare spazi moderni e organici. Da qui il sodalizio tra Klimt e Hoffman che produsse diverse collaborazioni nel tempo, culminate con il monumentale Palazzo Stoclet a Bruxelles (1905-1911), ricostruito in modello nella mostra al Museo Correr, che fu progettato da Hoffman e decorato da Klimt con il famoso fregio della sala da pranzo raffigurante L'albero della vita, oltre che da altri esponenti della Secessione come George Minne e Fernand Khnopff, a cui si devono vari dipinti e sculture.

 

Mostra Venezia GUSTAV KLIMTAltra opera molto nota di Klimt esposta al Correr, dove è stata parzialmente ricostruita, è il Fregio di Beethoven, lungo più di 34 metri, sul tema della Nona Sinfonia, e sviluppato su tre pareti all’interno del Palazzo della Secessione di Vienna, che era stato realizzato tra il 1901 e il 1902, in occasione della XIV mostra della Secessione dedicata al compositore Ludwig van Beethoven. Accanto a questa ricostruzione, nella sala 7, sono esposte anche opere di altri artisti che parteciparono alla mostra viennese, come Jan Toorop, con il bel dipinto Fatalisme del 1893. Ancora tra le opere maggiori di Klimt, vengono esposte e riunite per la prima volta, la Giuditta I (1901), proveniente da Vienna, e la Giuditta II o Salomé (1909), di proprietà della Galleria d’Arte Moderna di Venezia Ca’ Pesaro che la acquistò alla Biennale del 1910, poi ancora Gli Amanti o Il  bacio (1907-1908), considerato uno dei massimi capolavori dello Jugendstil europeo, il cui soggetto rappresenta lo stesso Klimt con Emile Flöge, la donna che fu per molti anni la sua compagna, Lady davanti al camino (1897-98), oltre al bellissimo Girasole (1907), recente acquisizione del Museo Belvedere, che rientra tra le opere dell'artista dedicate ai paesaggi, e in particolare ai fiori, i suoi soggetti preferiti.

 

La parte iniziale della mostra è dedicata più in generale alla scena artistica viennese, ancor prima della Secessione, e ai colleghi e amici di Klimt che poi vi aderirono, tra cui il fratello, Ernst Klimt, e l’amico di studi Franz Matsch. La parte finale invece permette di approfondire la conoscenza delle opere di Hoffman realizzate nell’ambito delle arti minori, quali carte da parati, tessuti e studi di interni di vario genere, segnalando il momento in cui Hoffman passa a uno stile geometrico, incentrato su rettangoli e quadrati, abbandonando le curve. Anche il suo stile geometrico, basato sul bianco e nero, già quasi optical, evidenzia il legame che molta arte degli anni Sessanta ebbe con i movimenti legati alla Secessione (Jugendstil, Art Nouveau, Liberty, Modern Style), ai quali si ispirò largamente soprattutto l’arte psichedelica. 

Rossana Morriello
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