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16 Gennaio 2013 ,

The Meteors DOING THE LORD’S WORK

2012 - People Like You Records/EMI
[Uscita: 08/10/2012]

meteorsPaul Fenech non  è ancora pago dopo 30 anni di onorato psychobilly  e qualcosa come una quarantina e passa di album, live compresi: come si giustificherebbero in altro modo gli addirittura sedici brani del nuovo lavoro  “Doing The Lord’s Work”, un’ora abbondante di durata che riesce a non annoiare?  Nel 2012 il combo inglese ha appunto festeggiato i trent’anni di carriera con la pubblicazione per la  People Like You Records – la loro tana ormai a tutti gli effetti - del  30th Anniversary Box 2012” (5 CD). Tanto per stabilire delle coordinate temporali i loro primi due memorabili album, “In Heaven” (1981) e “Wreckin' Crew” (1983) di cui conservo ancora i vinili originali, due capisaldi dello psychobilly anglosassone, uscirono quando la prima ondata punk e new wave  U.K. non si era esaurita da molto, e questo fa intendere la caratura storica ed iconica del trio, che ha subito cambiamenti di line up attraverso gli anni, ma che è stato capeggiato sempre dal carismatico Paul Fenech, dall’inconfondibile voce rugginosa e dalla spietata sanguinante twanging guitar.

 

L’ispirazione primaria del rockabilly dei Meteors è da sempre l’immaginario horror, anche nel nuovo lavoro ci sono titoli emblematici come The Day The Earth Dripp’d Blood, Hell Must Be Empty (All The Demons Are Here),The Man In The Cunt Skin Mask, ed i brani sono annunciati in perfetto ’50-’60 b-movies style da pochi secondi di un’inquietante voce maschile. In realtà la componente psych del loro sound è stata sempre la risultante degli appeal più primitivi e selvaggi del rock’n’roll partendo dagli anni 50, il surf, il garage, il punk, e la formula nel terzo millennio funziona ancora dannatamente bene: brani serrati edmeteors urgenti come Don’t Blame Me, My Life For Thee, Drag You Down To Hell, Fuck Your World (dall’accentuata carica punk!) si tatuano sulla pelle e sull’anima con un’ansia esecutiva a tratti quasi disperata. Una cover così così di Paranoid dei Black Sabbath potevano risparmiarcela, ma si tratta di un peccato veniale.

 

Più di una volta ascoltando l’album comunque ho pensato che The Meteors il meglio di sé lo diano nei brani strumentali, e qui ce ne sono tre incredibili - My Psychobilly Syndrome, The Man in the Cunt Skin Mask e The Shredder – da antologia, che la dicono lunga sulla micidiale compattezza esecutiva di Fenech, Simon “The Prince” Linden (double bass) e Wolfgang “The Machine”  Hordermann (drums). Ora che gli ineguagliabili ed ineguagliati Cramps non ci sono più, ed in America impazza la Jim Jones Revue tentando di resuscitare il primigenio spirito ribelle del rock’n’roll,  The Meteors, a capo sin dai primi anni ’80 di una  indisciplinata ciurma rockabilly che includeva The Sting-rays The Guana Batz, The Milkshakes e The Shakin’ Pyramids,rimangano gli alfieri più titolati e credibili dell’appeal  psychobilly più irriverente e selvaggio. Alludo a quello che si scrolla di dosso con un ghigno cattivo e politicamente scorretto le componenti ‘divertentistiche’ più deleterie del rockabilly: tanto per intenderci quello assolutamente innocuo e ‘falso’ sposato e portato sugli scudi da qualche anno a questa parte da talune bands italiane (del sud Italia in particolare, i nomi? No, non fatemeli fare per piacere).

 

meteorslineupBands pompatissime da uffici stampa e booking, che tanto successo stanno riscuotendo anche fuori della loro regione d’origine: baldi bellimbusti che, pur in un trionfo di testosterone, stanno creando un colossale equivoco su quale stravolgimento epocale quel maledetto giro di chitarra sempre uguale a se stesso significasse in origine, quando divenne il figlio bianco bastardo di blues, soul e rhythm’n’blues. Se dipendesse da me li sottoporrei ad una cura coatta ed intensiva, 24 ore su 24, certo… a base di Jim Jones Revue, Gun Club, Tav Falco’s Panther Burns, The Reverend Horton Heat, The Blasters, Shockabilly e quant’altro, ma soprattutto di Meteors e naturalmente di Cramps: forse quella cazzo di banana del cazzo che si portano in testa come un gioiello di famiglia rimarrebbe stravolta  e scomposta per il resto dei loro giorni.

 

Voto: 7/10
Pasquale Boffoli
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