Telaio Magnetico: Live '75 / Expanded Version Ristampe, Antologie, Box
Forse paradigmatici in assoluto di ciò che di più interessante potesse avvenire tra le pieghe nascoste della nostra produzione musicale. Cristallizzano un’epoca precisa, il 1975, una deviazione e una necessità altrettanto precisa, ovvero andare oltre i confini di genere, ampliare le potenzialità indagatrici del progressive per compiere un’esplorazione concettualmente del tutto nuova: la musica come evento multimediale. La musica come evento. Momento immediato di comunicazione mai uguale a se stesso, fatto di alchimia tra esecutori e pubblico, fatto di sperimentazione estemporanea, fatto di convergenza di energia, fatto di identificazione unanime. Nel senso indagato e riportato alla luce proprio in quel tempo da certe correnti dell’avanguardia, da alcuni etnomusicologi. Telaio Magnetico è un’istantanea imprescindibile e emblematica di qualcosa di unico e magico che avvenne nel 1975. Che forse non riuscì a ripetersi con la stessa sinergia e con lo stesso ingenuo incanto ma che indubbiamente lasciò tantissimi semi di influenza in quel sotterraneo cono d’ombra che fu humus perfetto di custodia.
Il collettivo metteva insieme spiriti liberi e illuminati quali Franco Battiato, Lino Capra Vaccina, Juri Camisasca, Roberto Mazza, Giacomo ‘Mino’ di Martino (ex membro del gruppo beat I Giganti) e Terra di Benedetto. Anche qui per rendere bene l’idea dell’apporto di questi nomi bisognerebbe inoltrarsi sulle loro scelte dell’epoca, o di poco successive, per testarne la sete insaziabile e l’attitudine creativa, ma anche la perfetta aderenza al momento storico, a una consapevolezza che piano piano stava sostituendo l’evasione e il conformismo degli anni ’60. Pensiamo agli interrogativi esistenziali di “Pollution” (1973) di Battiato o, molto più in sordina, quella meraviglia di disco che fu “Albergo Intergalattico Spaziale” (1978) che raccoglie la testimonianza di Mino e di Terra in quello che fu per alcuni anni il loro locale e punto di ritrovo romano di una scena underground, intellettuale, dedita alle arti visive. Anche se uscito alcuni anni dopo, le registrazioni risalgono proprio al 1975. Non si finisce mai di essere grati alla Black Sweat Records che ci riconsegna con questo "Live '75 Expanded Version" la bellezza intatta di questi scrigni dorati inscalfiti dal tempo. Due live che avvennero rispettivamente a Reggio Calabria (le prime tre tracce) e a Gela (le ultime due) aggiunti di una sesta parte inedita rispetto all’unica edizione che fece, in limited edition, Musicando nel 1995 (foto su a destra). Folate di synth e organo, anomali e surreali mugolii vocali, arabeschi al vibraphone ci proiettano in un’atmosfera rarefatta e senza tempo. Futuribile, primitiva, onirica, minimale.
La cosa più palpabile è un flusso che pur nelle sue fasi più eteree non si lascia ascoltare ma interroga i sensi. Fatto di una volubile inquietudine è a tratti insidioso, molesto, disturbante. Reca con sé il disagio e il disilluso risveglio dei suoi anni. La voglia di esplorare altri mondi sonori fuori dai canoni, l’uso quasi strumentale della voce, scale modali che si rifanno alla tradizione orientale. A questo proposito non si può non citare l’ottimo “Antico Adagio” (1978) di Lino Capra Vaccina in collaborazione con lo stesso Camisasca. Soprattutto un sistema di improvvisazione costruito sulle sfumature, sui riverberi, su complesse dimensioni verticali di più suoni coesistenti e capaci di intrecci di grande suggestione emotiva. Entrano in un’indagine metafisica e universale del suono. Lo purificano da banali costruzioni derivative e allo stesso tempo lo riconciliano con la propria essenza trascendentale fatta di folklore, tribalismo, astrattismo, concretismo. Fluttuanti e spaziali progressioni ritmiche, collisioni che spezzano e che variano repentinamente l’incedere lineare. E viene tanta nostalgia della parte gestuale e visiva che il disco non ci può restituire e che si integra al concept. In un’Italia arroccata su leggerezza e orecchiabilità arriva anche la provocazione fantasiosa dell’ibrido, la contaminazione elettro acustica più colta e raffinata. Quella che non ci fa rimpiangere la coeva scena estera e sfata quell’idea irrigidita di prog autoreferenziale ed eccessivamente elaborato. Quella che guarda agli Aktuala, Claudio Rocchi e gli Area.
Telaio Magnetico:
- Oboe, Saxophone [Soprano] – Roberto Mazza
- Organ [Farfisa] – Mino Di Martino
- Synthesizer [Vcs3], Organ [Bauer] – Franco Battiato
- Vibraphone, Tabla, Gong, Cymbal – Lino "Capra" Vaccina
- Vocals – Juri Camisasca, Terra Di Benedetto
Ascolta Live 75 - Expanded Version
Commenti →