Sine Frontera I TALIANI
I mantovani Sine Frontera giungono con questo "I Taliani" al loro quarto lavoro in studio e già un primo ascolto non lascia adito a dubbi, siamo alle prese con un tipico Combat Folk Rock ricco di sonorità ruspanti: quelle del trombettista Claudio Zanoni (già con la funk band italiana Ridillo), del trombonista Matteo Del Miglio, del violino di Simone Angiuli, della fisarmonica di Marco Ferrari, presenti anche nei dischi precedenti, "Sine Frontera" (2003), "Sola Andata" (2005) e "20 Now" (2009). I primi nomi che vengono spontanei in mente ascoltando brani come I-Taliani, No Soy Borrracho, Hombres, Jesse il bandito sono quelli di Modena City Ramblers, Pogues, Bandabardò, e cioè le band italiane ed estere che meglio hanno saputo approntare nelle decadi passate un entusiasmante crossover tra suggestioni e sonorità folk autoctone, rock d'assalto socialmente alternativo e storie politiche e private delle loro terre e paesi d'origine. Anche Sine Frontera scandagliano nei testi di questo "I Taliani" molti luoghi comuni della storia e dei caratteri italioti (Camillo e Peppone) ma senza l'originalità e l'impeto musicali delle succitate bands, proponendo piuttosto delle soluzioni ritmiche spesso meticciate di ska, reggae e mexican mood che sanno di già ampiamente ascoltato. Non un brutto disco, ma penalizzato da dejà vu pesanti ed ingombranti. I momenti più intensi, vibranti del disco sono le due stupende, commoventi ballate Fiocco di neve e Dietro il portone, ricche di archi e fisarmoniche: da sole redimono con generosità il lavoro.
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