Eric Burdon Fino a che il fiume non si prosciugherà – Italian/Eng Version
INTRO
Abbiamo intervistato il mitico Eric Burdon ad un anno esatto dall'uscita del suo nuovo album “Til’ Your River Runs Dry”, dopo averlo marcato stretto esattamente - appunto - un anno: ringraziamo per questo prima di tutto la sua manager/fotografa (ed incantevole giovane moglie, greca) Marianna Proestou Burdon, per la sua pazienza infinita e squisita disponibilità. Non deve essere per niente facile correre dietro ad un 'giovanotto' di 70 anni, che ha contribuito a scrivere la storia del rock, e che alla sua bella età si ostina ancora a voler calcare i palcoscenici di mezzo mondo. Un anziano artista che per giunta ha composto e pubblicato uno dei più significativi lavori di 'classic rock' del 2013, con tutte le pregiatissime sfumature blues, soul, jazz cui ci ha abituato e viziato nella sua lunga ed onorata carriera. Questa intervista-fiume sviscera prima di tutto, nella prima parte, i contenuti di Til’ Your River Runs Dry, per addentrarsi poi, nella seconda, nel glorioso passato artistico e musicale dell'artista, e nella sua visione 'politica' del mondo. Buona lettura. (P.W.B.)
L'INTERVISTA CON ERIC BURDON
Pasquale Wally Boffoli (Distorsioni) - Ciao Eric, come stai? Nella foto che compare sulla copertina del tuo nuovo disco, “Til’ Your River Runs Dry”, molto bella, hai uno sguardo pensoso e malinconico, che sembra riflettere e perdersi nel tuo passato. E’ una foto studiata o ti è venuta spontanea quella posa?
ERIC BURDON - E' stato spontaneo. La copertina, insieme con tutte le foto del booklet, è stata scattata da mia moglie. Forse c’è una piccola dose di malinconia. Avevo compiuto 70 anni ed ero in uno stato d'animo selettivo mentre scrivevo la maggior parte dell'album, così sembrava catturare quello spirito. Per me rappresenta la mia sensazione di stare bene con il passato, dando uno sguardo al futuro. Di più direi, 'in pace'.
Dove vivi ora Eric per la maggior parte del tempo?
Nel sud della California
“Til’ Your River Runs Dry”, che ho recensito sul mio magazine online Distorsioni, a mio parere è il tuo album più completo, sentito ed appassionato degli ultimi anni, più di “Mirage” (2008), “Soul of a man” (2006), “My Secret Life” (2004), pur molto riusciti. Sei d’accordo con me?
Beh Grazie! Mirage non avrebbe mai dovuto uscire. Non ho mai approvato la sua pubblicazione. Era solo un lavoro in corso. I due dischi precedenti , My Secret Life e Soul Of A Man sono stati fatti nella giusta direzione. Con quest’ultimo, mi sono avvicinato alla mia verità e ho toccato argomenti non facili per me da affrontare. Così ho preso il mio tempo e mi sono concentrato sulle questioni che sentivo importanti per me. Acqua, Vita, Amore, Morte. La situazione attuale e, naturalmente, un omaggio al mio eroe blues Bo Diddley.
Eric, l’ 'acqua’ è un tema ricorrente in generale nel tuo nuovo album, sin dal titolo, e poi nei brani Water, River is Rising : è solo una coincidenza o c’è un fil rouge, un ‘mood’ ed un sentire in comune?
Una volta ho avuto l'onore di incontrare Mikhail Gorbaciov e ho avuto l'opportunità di chiedergli qual era la sua più grande preoccupazione per il futuro. In una parola, “Acqua”, ha detto. Dopo aver vissuto per molti anni nel deserto della California, sono venuto a capire l'importanza di questo elemento, una volta dato per scontato, la fonte di tutta la vita. Grandi multinazionali stanno comprando i diritti per ciò che essenzialmente il nostro Dio ci ha dato come diritto di nascita. D’altra parte, ce ne è molta, come nella Gulf Coast (gli stati USA che si affacciano sul Golfo del Messico, NdT), o non abbastanza, come nelle pianure colpite dalla siccità in Africa e perfino nella cintura agricola, proprio qui negli Stati Uniti. Fuoriuscite nucleari, fuoriuscite di petrolio stanno minacciando la sorgente della vita sul nostro pianeta. L'acqua è una questione importante per me e speravo con questo disco di risvegliare alcune persone sulla necessità di affrontare la questione.
In The Ground parla dell’emergenza ambientale in America e nel resto del mondo. Quanto pensi sia grave?
Ci sembra di essere giunti a un punto critico su questo pianeta. Dopo un centinaio di anni di industrializzazione, siamo giunti ad un punto in cui abbiamo bisogno di ripensare le nostre priorità. Nulla è più urgente. Noi non vogliamo essere la generazione che ha lasciato cadere la palla. Per il bene dei nostri figli e dei loro figli, dobbiamo diventare custodi migliori del nostro bellissimo pianeta.
Ho letto in rete che su Til’ Your River Runs Dry hai affermato: “Son partito sentendo che volevo usare questo album come una catarsi, per esprimere le mie più intime verità”. Mi spieghi meglio cosa vuoi dire con queste parole?
Quando uno raggiunge i settanta anni, è meglio che si prenda un momento per pensare a dove è stato e dove è oggi. Questo album è costituito organicamente di tutti quei pensieri e sentimenti. La perdita di amici, le preoccupazioni per il mio corpo, il mio intervento chirurgico alla schiena, previsto per la prima volta nella mia vita, mi ha fatto prendere un respiro profondo e gettare uno sguardo duro a me stesso. Questo album è il risultato di tale ricerca dell'anima. E' sempre un'esperienza catartica scrivere.
Quali sono le tematiche più importanti che hai voluto affrontare nei brani dell’album che hai composto?
Oltre l'acqua, la sopravvivenza, la redenzione. Sopravvivere quando così tanti amici sono andati. Fare un bilancio della propria vita, apprezzando il fatto che sto ancora facendo ciò che amo fare e assumendo una certa responsabilità per il mondo che la mia generazione lascia alla successiva. Si tratta di dare tutto quello che hai, il più a lungo possibile, e comprendere la natura temporanea di tutto nella vita.
Di cosa parli in 27 Forever ? E’ la tua ‘sindrome di Peter Pan’ che prende il sopravvento sui tuoi 70 anni? Possiamo considerarla una definitiva nuova When I Was Young ?
Quando abbiamo perso quel grande talento che è stata Amy Winehouse, ero profondamente rattristato e ho cominciato a chiedermi che cosa ci fosse di sbagliato che accadeva in quella tenera età che si è presa così tanti dei nostri artisti più dotati, da Jimi Hendrix a Kurt Cobain. Molti dei miei amici, la maggior parte delle persone di talento, non è riuscita a scendere a patti con la transizione verso l'età adulta, nel bel mezzo del loro talento e fama. Credo che sia in parte un fenomeno astrologico che ha a che fare con il ritorno di Saturno. I grandi artisti dovrebbero imparare da questi esempi tragici e fare tutto il possibile per togliersi dagli impicci dati dal passare dai 20 ai 30 anni. Se ce la si fa a superare quel periodo nella vita, allora si può arrivare a 70 come me. E non mi sembra affatto scontato riuscire a farcela. Sarebbe potuto accadere a me, ma sono stato uno di quelli fortunati.
Devil and Jesus di cosa tratta? Dell’eterna lotta tra ‘il bene’ ed ‘il male’?
Sì. Ha a che fare con entrambi i lati presenti in noi in ogni momento. Noi facciamo la scelta secondo la voce che ascoltiamo. All'interno ognuno di noi è un po’ Gesù e un po' Satana, metaforicamente parlando. Lincoln ha parlato dei migliori angeli della nostra natura. Quando siamo in sintonia con le qualità superiori, come la compassione e la creatività, siamo meno inclini a cadere preda dei piccoli demoni che ci portiamo in giro.
Quali sono le abitudini dure a morire Eric? (Old Habits Die Hard)
Vecchie abitudini come il controllo delle masse attraverso l'intimidazione, l'oppressione. La guerra – e i leader di governo col pugno di ferro – sono una vecchia abitudine dura a morire. Costoro che hanno il potere e governano con poca preoccupazione per il popolo che dovrebbero rappresentare non molleranno il posto molto facilmente. Ho scritto questa canzone ispirata alla Primavera araba ed a tutti i movimenti di popolo che rivendicano il proprio potere di fronte a forze schiaccianti.
Memorial Day sembra essere a tutti gli effetti una canzone contro tutte le guerre
E' una canzone contro tutte le guerre, ma ancor di più, sto suggerendo che, mentre ricordiamo i soldati caduti, ricordiamo anche i poeti che hanno scritto sul campo di battaglia. I fotografi di guerra e giornalisti che tentano di mostrarci la verità sulla guerra. Le infermiere. Sì, anche i manifestanti. Gli animali che vengono utilizzati. Tutti loro meritano di essere ricordati per i loro sforzi per portare la pace. Ho voluto ricordare non solo quelli che hanno combattuto, che meritano di essere ricordati, ma pure gli operatori di pace. Gli innocenti, i manifestanti, i bambini e gli animali che soffrono e danno la loro vita ogni volta che c'è un conflitto.
In Invitation to the White House che storia racconti? Il tuo rapporto con Barack Obama?
Si tratta di un sogno che ho avuto quando il nostro Presidente è stato eletto la prima volta. Lui ha rappresentato una speranza di cui avevo un disperato bisogno. Nessun singolo uomo può portare ai cambiamenti che può aver desiderato, ma è servito come un simbolo per molti di noi che avevano perso la speranza nel processo politico.
Quanto e come pensi l’America sia cambiata negli anni della presidenza di Barack Obama?
Ha da solo dato ispirazione a milioni di persone emarginate, i neri, i gay, gli immigrati, le donne, semplicemente ottenendo l'incarico. Se egli è stato in grado di cambiare il mondo - ricordate che ha ereditato due guerre e un’economia disastrata, per citare alcune cose - non è il punto. Ma per la prima volta nella nostra storia, un nipote di schiavi può guardare al più alto ufficio e dire, potrei essere il Presidente. Questo è un risultato enorme che avrà un effetto a catena per molti anni a venire. E' piacevole vedere l'uomo che una volta sarebbe stato schiavo, come capo della nazione. Dimostra che abbiamo percorso una lunga strada e che c'è ancora una lunga strada da fare.
Hai sempre avuto il mito di Bo Diddley, sin da quando cantavi nel 1964 con The Animals, all’inizio della tua carriera, The Story Of Bo Diddley. Nel nuovo album ne reinterpreti un brano, Before You Accuse Me, e gli hai dedicato Bo Diddley Special. So che eravate molto legati. Cosa hai provato quando è morto mentre registravi il nuovo album?
Sono stato estremamente rattristato di sapere che non avrei mai incontrato l'uomo faccia a faccia. Io e mia moglie siamo volati in Florida per assistere al suo funerale, dove finalmente mi sono trovato faccia a faccia con lui per la prima e ultima volta. E' stata un’esperienza molto potente. Sapevo che avremmo perso una leggenda che mi ha ispirato sin dall'inizio, così ho voluto essere lì per augurargli un adieu affettuoso. Gli piacevano le mie cover dei suoi lavori Ho scambiato molti messaggi con lui nel corso degli anni . Mi aveva chiesto di registrare più sue canzoni e sono stato onorato di farlo.
Wait sembra essere la song più sentimentale e dolce dell’album. Di cosa parla Eric?
Parla di non rinunciare mai quando si è soli o pensi che l'amore ti ha ormai abbandonato. E' per la mia amata moglie, che mi ha insegnato il significato dell'amore. Parla del trovare l'amore della tua vita, dopo molto tempo tu credi che non sia più possibile
Trovo che abbiate fatto un grande arrangiamento del brano di Marc Cohn Medicine Man: quanto sono stati importanti per te e per l’album i musicisti con cui hai lavorato come Jonny Lee Schell, Mike Finnigan Darrell Leonard, Jim Plugh, Joe Sublett e Tony Braunagel con cui hai prodotto l’album?
Tony ha prodotto molti dei miei album recenti e lavoriamo molto bene insieme. Capisce il suono che sto cercando. Tutti questi ragazzi sono venuti da me tramite amici comuni e artisti che rispetto.
Eric, nella tua lunga carriera più di una volta sei entrato nei panni di una sorta di ‘ammirato cronista’ di ciò che ti accadeva intorno nella scena musicale e rock internazionale, soprattutto quando nel 1966 lasciasti la tua amata Newcastle upon Tyne e l’Inghilterra per il grande salto americano oltreoceano mentre iniziava il periodo ‘psichedelico’: raccontavi fatti e facevi nomi di nuovi artisti e band, in brani stupendi come San Franciscan Nights, Winds Of Change nel tuo omonimo album come Eric Burdon & the Animals del 1967, ed il singolo Monterey che era contenuto anche in “The Twain Shall Meet “, del 1968. Come ti sentivi e cosa ricordi di quel periodo incredibile di ‘grandi cambiamenti’ di cui ti facevi portavoce?
E' stato un momento di grande cambiamento, quando i giovani hanno provato a fare la differenza nel mondo. Avevamo i numeri e abbiamo avuto un atteggiamento per far sì che le cose potessero cambiare davvero. Ci sono stati molti portavoce di ciò che stava accadendo in quei giorni, perché tanto stava accadendo! Era come guardare attraverso un caleidoscopio. Sono sempre stato un appassionato di cinema e un avido lettore, i racconti hanno sempre un fascino per me. E' stato un grande momento per un giovane musicista. L’ispirazione era ovunque - i nuovi atteggiamenti sessuali, o lo spirito di ribellione, l’opposizione alla guerra, l’espansione della mente attraverso le droghe psichedeliche. Le persone erano alla ricerca di risposte alle grandi domande e stavamo tutti cercando di capire cosa significasse.
Eric mi racconti la genesi dello straordinario arrangiamento ‘zingaro’ di 6:20 di Paint It Black nell’album Winds Of Change?
Ancora una volta, stavamo provando di tutto. Le nostre menti erano aperte a tutti i suoni. Ci siamo sentiti senza limiti e liberi da ogni nozione di accettabilità. Abbiamo voluto assaggiare tutte le culture del mondo e realizzare il nostro allo stesso tempo.
Con album come , “Winds Of Change”, “Twain Shall Meet”, “Everyone Of Us”, “Love Is” , Eric, scrivesti e realizzasti tra le più grandi e riuscite opere di un periodo e di anni (1967-1968-1969) in cui generi ingenui come il beat ed il pop transitarono in una fase di vita del rock straordinariamente più introspettiva ed adulta: la psichedelia, il flower power, che tu hai raccontato in tanti brani, come S.F.Nights. Un periodo così creativo, che riuscisti insieme a musicisti incredibili come Vic Briggs, John Weider, Danny McCulloch, Barry Jenkins, Zoot Money (George Bruno) a comporre, arrangiare e pubblicare nel corso di un solo anno, il 1968, ben tre album complessi e stratificati come "Twain Shall Meet", "Everyone Of Us", "Love Is". Come fu possibile un miracolo del genere? E quanto le ‘sostanze chimiche’ e le droghe leggere fecero sì che la tua, la vostra creatività si espandesse così tanto?
Come ho detto, tutto stava nelle nostre teste e veniva fuori nella musica. E' stato un tempo in cui volevamo conoscere il nostro posto in questo mondo e come governare i giganteschi cambiamenti. Le droghe possono aver accelerato il processo di apprendimento, ma alla fine non erano la risposta. Eppure, ho grande rispetto per i pionieri nell’espansione della mente che hanno tentato di guardare più profondamente nel nostro ruolo di esseri umani e nell'interconnessione tra tutti noi. Quella parte della lezione è ancora sentita in molti modi, da Internet alle pratiche spirituali che le persone stanno cercando ogni giorno.
Due delle foto più straordinarie di tutta la storia del rock, degli anni ’60 in particolare, sono due che ti ritraggono insieme a Jimi Hendrix, John Mayall, Steve Winwood e Carl Wayne dei Move. Ho scoperto che furono scattate nel 1968 a Zurigo, una in un interno, l’altra fuori dell’Hotel Stoller: il fotografo è rimasto sconosciuto. Ricordi in quale occasione furono scattate? E che ricordo hai di tutti questi grandi artisti-musicisti? Ti senti ancora con Winwood e Mayall?
Le fotografie sono state scattate per una rivista. Non mi ricordo il nome dei fotografi.
Il 15 Marzo 2012 sei stato ospite di Bruce Springsteen al South By Southwest. Come è andata? Ti sei divertito con il Boss?
Ho sentito un grande senso di sollievo. Una volta avevo ricevuto un invito da parte del Boss, ma non avevo potuto onorarlo. Avevo pensato che probabilmente sarebbe stata la mia unica possibilità. Quando ho sentito il suo discorso con tutti i riferimenti agli Animals, gli sono stato molto grato. Cantare con lui sul palco quella sera è stata una gioia. E' uno dei nostri artisti più importanti e ci si sente sempre bene quando il proprio lavoro è riconosciuto.
Nel 2013 THE ANIMALS hanno compiuto 50 anni di vita, mezzo secolo di grandissima musica, epocale, seminale, pur se con alti e bassi, in cui hai inciso tantissimi dischi, suonato con una quantità di musicisti incredibile, cambiando la formazione della band moltissime volte. Qual è il tuo stato d’animo Eric, sai di essere un’icona vivente? E di aver cambiato le vite di tanti giovani (me compreso) quando scrivevi e cantavi inni generazionali - altrettanto importanti di altri come Satisfaction, My Generation - come It’s My Life, We’ve Gotta Get Out Of This Place, I’m Going To Change The World ?
Non mi sento come un mito, ma se mi fermo a pensare alla mia vita, c'è una certa qualità fiabesca in essa. Quando sento Springsteen parlare di We Gotta Get Out of this Place, ne sono molto lusingato, ma quando sento un veterano del Vietnam che mi dice che la canzone lo ha trasportato nel tempo a quando era un prigioniero di guerra, questa è una cosa potente. Molto umiliante.
Ti senti tranquillo ora tra le braccia dell’ABKCO Records?
Mi sento molto a casa con ABKCO. Hanno molto del mio lavoro con gli Animals e ora hanno il mio ultimo lavoro. Loro sanno cosa fare con esso e sono contento di essere con un'etichetta che ha la maggior parte del mio lavoro.
Nella storia del rock è stata più importante l’Inghilterra per l’America o l’America per l’Inghilterra?
Gli inglesi hanno apprezzato la musica dei neri americani più di quanto abbia fatto l'America banca e noi gliela abbiamo consegnata, passando la mano. Ognuno è servito a uno scopo, ma non ci sarebbe nulla senza i bluesmen, uomini e donne provenienti dall'America.
Eric, continuerai a cantare, comporre ed esibirti Til’ Your River …? Me (ce) lo prometti?
Non vorrei fare una promessa che non posso mantenere. Non è nelle mie mani. Tutto quello che posso fare è cercare di rimanere in buona salute. A volte penso che sarei felice solo dipingendo e scrivendo, guardando film, leggendo libri, passeggiando lungo il mare - ma poi ho una nuova idea di canzone nella mia testa e voglio condividerla con quante più persone possibili.
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Si ringraziano sentitamente Massimiliano Demata e Ignazio Gulotta per il prezioso supporto linguistico, senza di loro questa intervista non sarebbe stata possibile.
INTERVIEW WITH ERIC BURDON
Pasquale Wally Boffoli (Distorsioni) - Hello Eric, how are you? In the front cover of your last LP, “Til’ Your River Runs Dry”, you look pensive and melancholic, as if your look was lost in the past. Was it a studied pose, or was it a spontaneous shot?
ERIC BURDON - It was spontaneous. The cover, along with all the photos in the booklet, was taken by my wife. Maybe a small dose of melancholia to it. I had turned 70 and was in a selective mood when writing most of the album, so it seemed to capture that spirit. To me represents my feeling of being comfortable with the past, as I glance to the future. More, I would say, 'at peace.'
Where do you live now?
In Southern California.
I have reviewed “Til’ Your River Runs Dry” for my online magazine Distorsioni. In my opinion, this is your most accomplished and heart-felt album of the last few years, more than “Mirage” (2008), “Soul of a man” (2006), “My Secret Life” (2004).
Well Thank you! Mirage shouldn’t have been out there. I never approved the release of it. It was a work in progress. The previous 2 records, My Secret Life and Soul of a Man where steps in the right direction. With this one, I came closer to my truth and I touch upon subjects that weren’t easy for me to address. So I took my time and concentrate on subject matters I felt were important to me. Water, Life, Love, Death. The current situation and of course a homage to my Blues hero Bo Diddley.
Water seems to be a recurrent theme in your new album, from the title itself to such songtitles as Water and River is Rising. Is it only a coincidence, or is there a common theme or mood throughout the whole album?
I once had the honor of meeting Mikhail Gorbachev and I had the opportunity to ask him what his biggest concern for the future was. In one word, “WATER” he said. Having lived for many years in the California desert, I have come to realize the importance of this once taken-for-granted element, the source of all life. Big corporations are buying up the rights to what is essentially our God-given birthright. One the other hand, there's either too much of it, as in the Gulf Coast, or not enough, as in the drought-stricken plains of Africa and even in the farm-belt, right here in the US. Nuclear spills, oil spills are threatening the source of life on our planet. Water is an important issue to me and I hoped this record awakens a few people to the necessity of addressing it.
How serious are environmental issues in the USA and in the rest of the world? This seems to be the theme of In the Ground.
We seem to be a critical juncture on this planet. After a hundred or so years of industrialization , we have come to a place where we need to rethink our priorities. Nothing is more urgent. We don't want to be the generation who dropped the ball. For the sake of our children and their children, we need to become better stewards of our beautiful home planet.
I've read on the internet that, speaking of Til’ Your River Runs Dry, you claimed that "I started feeling that I needed to use this album as a catharsis, to express my own truth". What do you exactly mean?
When one reaches the age of 70, he better take a moment to think about where he's been and where he's today. This album formed organically, out of all of those thoughts and feelings. The loss of friends, the concerns about my own body, my back surgery, being laid up for the first time in my life, made me take a deep breath and a hard look at myself. This album is the result of such soul-searching. It’s always a cathartic experience to write.
What are the most important themes of the songs your album?
Besides water, surviving, redemption. Surviving when so many friends have gone on...Taking stock of one's life, appreciating the fact that I'm still doing what I love to do and taking some responsibility for the kind world my generation is leaving to the next. It's about giving it all you've got, for as long as you can, and understanding the temporary nature of everything in life.
What is the theme of 27 Forever? Is it some kind of Peter Pan syndrome which you are now elaborating at 70? Can we consider it a sort of new and ultimate When I Was Young ?
When we lost the great talent, Amy Winehouse, I was deeply saddened and I began wondering what it was about that tender age that takes so many of our most gifted artists, from Jimi Hendrix to Kurt Cobain. Many of my friends, most talented people, could not negotiate the transition to adulthood, in the midst of their talent and fame. I believe it is partly an astrological phenomenon having to do with Saturn's return. The great artist's should learn from those tragic examples and do all hey can to get through those difficult late twenties. If you can make it through that period in your life, you may get to be 70 like me. I don't take any of it for granted. It could have been me but I was one of the fortunate ones.
What is Devil and Jesus about? Is it about the everlasting struggle between good and evil?
Yes. It has to do with both sides having a presence within us at all times. We make the choice as to which voice to listen to. Inside each of us is a little bit of Jesus and a little bit of Satan, metaphorically speaking. Lincoln talked about the better angels of our nature. When we're tuned in to the higher qualities, such as compassion and creativity, we're less inclined to fall prey to the little demons we carry around .
What habits die hard Eric? (Old Habits Die Hard)
Old Habits such as control of the masses through intimidation, oppression. War - and leaders ruling with an iron fist - is an old habit that dies hard. Those in power who rule with little concern for the people they are supposed to represent are not going to give up easily.I wrote this song inspired by the Arab Spring and all movements of people to claim their own power, in the face of overwhelming odds.
Memorial Day seems to be a song against all wars. Is it the case?
It is a song against all wars, but even more, I'm suggesting that, while we remember the fallen soldiers, we also remember the poets who wrote about the battlefield. The war photographers and reporters who attempt to show us the truth about war. The nurses. Yes, even the protesters. The animals that serve. All of them deserve to be remembered for their efforts to bring peace. I wanted to remember not only the ones who fought, who deserve to be remembered, but the peacemakers, as well. The innocents, the protesters, the children and animals who suffer and give their lives whenever there’s a conflict.
What do you talk about in Invitation to the White House? Is it about your relationship with Barack Obama?
It is about a dream I had when our President was first elected. He represented badly needed hope. No single man can bring about the changes he may have wished to bring but he served as a symbol for many of us who had lost hope in the political process.
How, how much, in your opinion, has America changed since Obama's election?
He has single-handedly given inspiration to millions of marginalized people, blacks, gays, immigrants, women, just by holding the office. Whether he has been able to change the world - remember that he inherited two wars and crumbling economy, to name a few - is not the pint. But for the first time in our history, a grandchild of slaves can look at the highest office and say, I could be President. That is a huge accomplishment that will have a ripple effect for many years to come. It is refreshing to see man who would have been a slave at one time, as the nation’s leader. It shows we’ve come a long ways and that there is still a long ways to go.
Bo Diddley has always been a major influence in your career, ever since 1964, when you sang a ing called "The Story of Bo Diddley". In the new album you do a cover of a Bo Diddley song, Before you accuse me, and you have also dedicated Bo Diddley Special to him. I know you had a special relationship with him. How did you feel when you heard about his death while you were recording your new album?
I was extremely saddened to know that I had never met the man face to face. My wife and I flew to Florida to attend his funeral, where I finally came face to face with him for the first and last time. It was a very powerful experience. I knew we’d lost a legend who inspired me from the very beginning so I wanted to be there to wish him a fond adieu. He liked my covers of his work. I exchanged many messages with him over the years. He had asked me to record more of his songs and I was honored to do so.
Wait seems to be the most sentimental and sweetest song of the new album. What is it about?
It is about never giving up when you're lonely or think that love has passed you by. It's for my beloved wife, who has taught me the meaning of love. It’s about finding the love of your life, long after you believe it’s even possible.
I find that you have done a very good job with the arrangement for Marc Cohn's song Medicine Man. How important, for you and the album have the musicians you worked with been? I mean Jonny Lee Schell, Mike Finnigan Darrell Leonard, Jim Plugh, Joe Sublett e Tony Braunagel
Tony has produced several of my recent albums and we work together very well. He understands the sound I am going for. All of those guys came to me through mutual friends and artists I respect.
In your long career you have often been a sort of "storyteller" of the music scene around you. This happened especially in the international rock scene, especially after 1966, when you left your Newcastle Upon Tyne and Britain for your "American period". This happened in the psychedelic era, and you told stories and made names of contemporary artists and bands, for example in magnificent songs such as San Franciscan Nights (from “Winds of Change”, your first album as Eric Burdon and the Animals), and the single Monterey, from 1968, featured in “The Twain Shall Meet”. How did you feel, and what do you remember of that amazing period of great changes, which you seemed to be the spokesperson of ?
It was a time of great change when the young felt empowered to make a difference in the world. We had the numbers and we had an attitude that things really could change. There were many spokesman for what was happening in those days because so much was happening! It was like looking through a kaleidoscope. I've always been a film buff and an avid reader so stories always have a fascination for me. It was a great time to be a young musician. Inspiration was everywhere - whether it was the new sexual attitudes, or the spirit of rebellion, in opposition to the war, to the mind-expansion of the psychedelic drugs. People were seeking answers to the big questions and we were all trying to figure out what it all meant.
Could you tell me how the "gypsy-like" arrangement of Rolling Stones’ Paint it Black (from the album Winds of Change) came about?
Again, we were trying everything. Our minds were wide open to all sounds. We felt limitless and unfettered by any notions of acceptability. We wanted to sample all of the cultures of the world and make our own at the same time.
Albums such as “Winds Of Change”, “Twain Shall Meet”, “Everyone Of Us”, and “Love Is” constitute some of the best and influential work of a period (1967-69) in which beat and pop evolved into a more mature and introspective phase, that of flower power and psychedelia. It was an extremely creative period for you, during which you played with extremely accomplished musicians (such as Vic Briggs, John Weider, Danny McCulloch, Barry Jenkins, Zoot Money (George Bruno) and Andy Summers, and you managed to produce and publish three of these very complex LPs (Twain Shall Meet, Everyone Of Us, Love Is) in only one year (1968). How could such a miracle happen? To what extent di drugs shape your creativity in that period?
As I said, it all was getting into our heads and coming out in the music. It was a time when we wanted to know our place in this world and how to navigate the gigantic changes. Drugs may have accelerated the learning process for time, but in the end, they weren't the answer either. Still, I have great respect for the pioneers in mind-expansion who attempted to look more deeply into our roles as human beings and the interconnectedness between us all. That part of the lesson is still being felt in many ways, from the Internet to the spiritual practices people are trying every day.
Two of the most extraordinary photos of the whole history of rock are those that portray you together with Jimi Hendrix, John Mayall, Steve Winwood e Carl Wayne from Move. I found out that they were taken in Zurich, one inside some place,m the other just outside Hotel Stoller. The photographer remains unknown to this day. Do you remember the circumstances in which the photos were taken? And what kind of memories do you have of all these artists? Do you speak to Winwood and Mayall nowadays?
The photographs were taken for a magazine. I don’t really recall the photographers name.
On March 15, 2012, you guested at Bruce Springsteen's concert South by Southwest. How did it go? Did you have fun with the Boss?
I felt a great sense of relief. I had at one time received an invitation from the Boss but I couldn't make it. I'd thought that was probably my only chance. When I heard his speech with all the references to the Animals, I was very grateful. Singing with him onstage later that night was a joy. He is one of our most important artists and it always feels good to have one's work recognized.
2013 is the fiftieth anniversary of the birth of the Animals, half a century of great, seminal and influential music. You have made so many LPs and played with an amazing number of musicians, changing the band's line up many times. How do you feel in 2013, now that you are considered as a sort of living myth? How do you feel when so many people's lives (including mine!) have been literally changed when you sang songs which were as important as Satisfaction and My Generation, songs such as It’s My Life, We’ve Gotta Get Out Of This Place, I’m Going To Change The World ?
I don't feel like a myth but if I stop to think about my life, there is a certain fairy-tale quality to it. When I hear Springsteen talk about "We Gotta Get Out of this Place," I'm very flattered but when I hear a Vietnam vet tell me that the song got him through his time as a POW, that's a powerful thing. Very humbling.
Do you feel safe now in the hands of ABKCO Records?
I feel very at home with ABKCO. They have much of my work with the Animals and now they have my newest work. They know what to do with it and I 'm happy to be with a label that has the majority of my work.
In your opinion, in the history of rock, has Britain been more important to America, or has America been more important to Britain?
Brits appreciated the music of the black Americans more than white America did and we gave it back. Each served a purpose but there would be nothing without the original blues-men and women from America.
Eric, will you continue to sing, write songs and play live "Til' your river runs dry"? Could you promise that to me?
I wouldn’t like to make a promise I can not keep. It’s not in my hands. All I can do is to try to stay healthy. Sometimes I think I'd be happy just painting and writing, watching films, reading books, going for walks along the seaside - but then I get a new song idea in my head- and I want to share it with as many people as possible.
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