Tim Berne's Snakeoil YOU’VE BEEN WATCHING ME
[Uscita: 14/04/2015]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Terza uscita discografica per il progetto Snakeoil dell’altosassofonista di New York Tim Berne, attivo sulla scena del jazz d’avanguardia sin dal 1980. Uno dei suoi primi album ("Theoretically",1983, Empire records) lo vede sperimentare in duo al fianco di un altrettanto giovane Bill Frisell. Ha collaborato con numerosi artisti quali Julius Hemphill e anche alcuni italiani (Umberto Petrin, Enten Eller, Mr. Rencore); alla corte di John Zorn in "Spy vs Spy". Piu’ recente e’ il suo trio BBC, dalle iniziali dei componenti, Berne (Tim), Black (Jim), Cline (Nels). L’attuale progetto Snakeoil lo ha portato alla ribalta internazionale e anche in questo "You've Been Watching Me" lo troviamo con il fedelissimo Ches Smith alla batteria, vibrafono, percussioni e timpani, gli invariati Oscar Noriega ai clarinetti in si bemolle e basso e Matt Mitchell al piano e stavolta anche all’elettronica. All’organico si aggiunge un grintoso Ryan Ferreira alle chitarre. L’intero lavoro si articola in una lunga suite suddivisa in 7 ‘tracce-movimenti’ che qui si intendono ripercorrere nei loro momenti essenziali per tentare di restituire - almeno in parte - il trasversale e innovativo carattere, tra scrittura e improvvisazione, delle strutture sonore del progetto.
- Attacco d’impeto, senza preavvisi. Tema sfuggente seguito da monologo di clarinetto basso traviato da rumori di chitarra. Poi e’ la volta del piano che conduce dentro una radura. L’ensemble riparte e ricompare il mastino Berne che dirige frasi multidirezionali con il suo alto saxophone.
- Piano e sax alto. Reminiscenza afro del tenore Archie Shepp, con tenore meno da predicatore. Sequenza di accordi sul piano ai quali il sax, dopo giochi vorticistici, giunge ad accodarsi. Intermezzo disorganico di clarinetto, a cui il piano interpone percorsi armonici, viatico per la partitura di Berne nel contrappunto collettivistico.
- Mistura di vibrafono e pianoforte in una scrittura sbilenca cui si frappongono in ordine sax alto, batteria, chitarra, clarinetto, in un crescendo improvvisato. Ciascun strumento parla da solo ma cosi’ facendo risponde agli altri. Coltre di suono ancestrale prima e dentro un lungo ostinato di due note del piano. Avanguardia. Si percepisce il corpo del legno nell’emissione del suono dei fiati. Finale scritto.
- 10/8 che strabordano dagli argini del pentagramma.
- Chords solitari di chitarra, quasi a sospingere il fumo lasciato dalle scorribande infuocate sonore precedenti.
- Riprende l’epopea con un tema di sax alto e piano che si avviluppa su se stesso. Pausa lunga, interrotta da suoni grevi appena percettibili del clarinetto basso. Suoni tra silenzi come nelle avanguardie del Novecento. Logorroico sax di Berne su sequenze che ricostituiscono un tema.
- Cerchi concentrici melodici giustapposti in mezzo ad affondi di chitarra distorti. Apparente quiete eterea, interludio a dissonanze pianistiche. Ripresa di nuovo tema che sembra ripetizione dei precedenti. Improvvisazione contrappuntistica e nuovo tema finale.
Il tempo, come il futuro, e’ circolare e si ripercorre a cicli fluttuanti dentro mutate forme.
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