LCD Soundsystem AMERICAN DREAM
[Uscita: 01/09/2017]
Stati Uniti
Lunga la lista delle band che hanno annunciato il definitivo ritiro dalle scene e poi ci hanno ripensato, con motivazioni sincere o meno. James Murphy, moniker LCD Soundsystem, ci ha salutati 5 anni fa con lo splendido finto addio di Shut Up And Play The Hits, dove si è speso per metterci al corrente delle sue angosce. Ma ora si è ripresentato, chiedendo scusa ai fan con un bel "ho cambiato idea". Change Yr Mind è una delle 10 tracce di “American Dream” e pare autoreferenziale. L'album giunge preceduto da una tournée con lo scopo di rifare il rodaggio alla band, dopo uno iato di ben 7 anni dall'ultimo LP in studio “This Is Happening”, è introspettivo e permeato da un'atmosfera dark. Non contiene hit riempipista tipo Daft Punk Is Playing In My House e Drunk Girls. Solo Tonite coi suoi ammiccamenti disco pare essere destinata a far ballare, al di là di un testo non dei più allegri (“…se devi morire, tanto vale passare l'ultima notte a far festa!).
Tutto fa pensare che Murphy sia reduce da un periodo difficile, se a livello personale o motivazionale non si sa, e che la sua decisione di sciogliere una band all'apice del successo non sia stata un capriccio da rockstar egocentrica. A proposito di ego, quello del nostro occupa il 90% della scena, una scena che ha sapori e colori retro, costruita con profluvio di strumenti vintage. Dai synth alle percussioni metronomiche ossessive, accompagnate da percussioni analogiche nei brani a maggiore impronta rock, tutto rimanda all'electro rock anni ‘80 e ‘90.
Fatta salva la derivazione più evidente, quella dai Talking Heads. Gli LCD "sono" i T.H., la loro reincarnazione, neppure troppo "rivisitata", e la voce di Murphy ricorda quella di David Byrne nella maggior parte delle tracce. Il brano d'apertura, Oh Baby, sembra invece un omaggio alla minimalista Cheree di Alan Vega, citato anche nell'intro di Other Voices, con l'iconico riff del "missile americano". L'ambiziosa How Do You Sleep fa trascorrere una lunga parte dei suoi 9 minuti con un salmodiante e disperato Murphy in compagnia di sole percussioni in stile PIL, prima di esplodere in un liberatorio finale in discoteca. American Dream, che con Call The Police è stato il singolo che ha anticipato l'album, è un accorato inno impregnato di sonoritá Numan-iane, che descrive l'inarrestabile progredire dell'oscurità nella nostra società. Black Screen chiude l'album con 12 epici minuti di tristezza inconsolabile. Al di là di tanta tristezza l'album è godibile e musicalmente ben strutturato, anche se penalizzato da qualche eccesso: una sorta di horror vacui che spinge Murphy a sovraccaricare gli arrangiamenti. La magia dei primi album è (quasi) intatta, forse tornerà se il comunque grande Murphy riuscirà a curare il suo male oscuro.
Mi autocommento,tanto per precisare. Pochi giorni dopo aver recensito il nuovo disco ho conosciuto un’amica di Murphy, la quale mi ha riferito che non è il caso di spremersi le meningi per capire lo strano comportamento del nostro per il semplice fatto che non c’è niente da capire. Non ha attraversato nessun periodo critico, non è caduto nel male oscuro (depressione) come qualche fonte ha riferito, e alla quale, chiedo venia, ho dato credito pure io. A quanto pare lui è nato così..”strano”,”imprevedibile”,”bizzarro”, “testardo” e chi più ne ha… Si era solo stufato degli LCD, voleva fare il DJ e altre cose.. Bene!
Secondo questa informazione quindi ci dovremo adattare e prevedere l’imprevedibile. Un po’ di sregolatezza che gli perdoniamo perchè accompagnata da tanta genialità. Quale sarà la sua prossima mossa? Se sarà pari a questa ultima uscita non avremo da lamentarci, grande James!