Rancid …HONOR IS ALL WE KNOW
[Uscita: 27/10/2014]
USA
I punti di sospensione all’inizio del titolo riportano direttamente al 1995 e a “….And Out Come The Wolves”, probabilmente il loro album perfetto che usciva nel posto giusto al momento giusto. “...Honor is All We Know” è il secondo album per i Rancid dopo l’avvicendamento di personale alla batteria (Branden Steineckert ha sostituito Brett Reed nel 2006), con la produzione di Brett Gurewitz (Bad Religion) sempre in casa Epitaph. Tim Armstrong, Lars Frederiksen e Matt Freeman, i veterani della band, cercano di chiudere il cerchio ventennale, rimarcando con forza quello che sanno fare meglio, come annunciano nella traccia di apertura, Back Where I Belong.
Rimasti sempre in ambito indipendente, riescono a racchiudere in 33 minuti tutta la filosofia Rancid. Linee vocali sbragate che cantano di lotta al potere e di difendere la propria dignità, con un sapore da ballate irish metropolitane. Il loro amore per i Clash viene tutto fuori in In the Streets, un misto tra The City of the Dead e Somebody Got Murdered, mentre A Power Inside ricorda gli anthem degli Sham 69. La contaminazione con lo ska e il rock steady, che aveva permeato tutto un disco come “Life Won’t Wait”, esce prepotente in Evil’s My Friend e Everybody’s Sufferin’, dove il tributo è ai Selecter (Too Much Pressure). Ritroviamo la formula di canzone circolare che ha caratterizzato le loro hit come Salvation in Collision Course, Diabolical e nella title-track Honor Is All We Know. Nel complesso: un’ulteriore conferma che esiste lo stile Rancid. Un plauso alla brevità.
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