Quicksand INTERIORS
[Uscita: 10/11/2017]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
«La nostra vita si ripropone ciclicamente come dei kart su una pista», diceva lo smunto Matthew McConaughey in “True Detective”. E proprio come i poliziotti della serie i Quicksand (Alan Cage, Sergio Vega, Tom Capone e Walter Schreifels) si ritrovano - più maturi, più disillusi, ma sempre gioiosamente combattenti - a riaprire un vecchio caso degli anni ‘90. Quando quell’immane juggernaut di “Slip” cercava di trovare un denominatore comune alla smorfia depressa del grunge, allo strapotere sonoro dello stoner, alla foga intellettuale del post hardcore e del math rock che contribuirono a rinnovare.
“Interiors”, primo album in 22 anni di silenzio interrotto solo da qualche concerto di reunion, è un’opera imponente, più esposta alla melodia, più comoda all’ascolto e meno all’arma bianca. Ma è anche tremendamente ben suonato e perfettamente prodotto con morbida brutalità. Come se gli anni di silenzio avessero trasmesso al quartetto le virtù dell’attesa, della tolleranza, della pazienza nel trovare il varco giusto per poi esplodere in un magma sonoro capace ancora di scolpire riff tetragonali (Under The Screw) come di quietarsi su onde elettroniche che non disdegnano differenti panorami di un altro decennio, per esempio certo shoegaze di alta marea, vedi la riverberante accoppiata di > e Cosmonauts, o lo straniamento distorto di Sick Mind che sembra recuperare le desolazioni psicoanalitiche del post-punk.
Ed in effetti, si potrebbe anche leggere questo comeback come inserito nel panorama più ampio dell’ attuale revival dei primi anni ‘90, quello che ha riportato sulla breccia Slowdive, Jesus And Mary Chain e soprattutto parenti stretti come gli At The Drive In. Band che forse hanno finalmente realizzato di avere vissuto giovinezze sgargianti, ma interrotte troppo presto, col colpevole benestare di chi li incensò per poi dimenticarsi presto di loro. I Quicksand hanno ripreso in mano i loro vecchi fascicoli, e ne hanno tratto un momento di rinnovata gloria e soddisfazione personale. Cercare se stessi, trovarsi cambiati. Perchè no, migliori.
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