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19 Novembre 2019 ,

Ryuichi Sakamoto Thousand Knives (Reissue)

2019 - Westasound

Eravamo nel 1978. La musica elettronica stava prendendo una nuova piega. "Switched On Bach" della compositrice statunitense Wendy Carlos (allora Walter Carlos), contenente alcune delle arie più note e l'intero Concerto Brandeburghese n.3 di Johann Sebastian Bach eseguite interamente ed esclusivamente con un sistema modulare Moog era arrivato sugli scaffali un decennio prima, i Tangerine Dream avevano già prodotto il loro meglio e i Kraftwerk avevano già viaggiato sul Trans Europe Express. Il Minimoog, realizzato nel 1971, non suonava più così nuovo, e alcuni pezzi che definivano il genere rischiavano di cadere nelle pieghe dell’oblìo. Il punk ,nel frattempo, stava devastando gli eccessi del prog-rock. Forse non capirlo era il punto: molte delle più grandi innovazioni della musica elettronica si sono verificate nell'ombra, attraverso un uso improprio, un dilettantismo autonomo, forse in un incidente di percorso. All'epoca, Ryuichi Sakamoto era un rispettato musicista in Giappone, che si stava facendo strada nel settore, quando fu reclutato da Haruomi Hosono per un album unico di elettronica esotica. Il punto era quello di rivedere una fantasiosa interpretazione occidentale del lontano Oriente. Il risultato fu lo storico album di debutto omonimo della Yellow Magic Orchestra. Ma prima che fosse pubblicato, Sakamoto fece uscire un suo album solista, "Thousand Knives". Sebbene il disco sia stato rapidamente eclissato dal grande successo della sua band, questa ristampa serve a reintrodurci in una gemma trascurata di una voce ormai canonica. Come in tutto il lavoro di Sakamoto, anche qui non c'è distinzione tra pop e sperimentalismo. Ognuno dei sei pezzi di "Thousand Knives" trasuda di un tocco abile, attraverso arrangiamenti complessi, voci giocose e cambiamenti sfacciati di tonalità. La title-track si apre con la lettura di una poesia attraverso un vocoder ossessionante che sposa meravigliosamente un moderato substrato di silenzio. L'umore è cupo, ma poi la musica si blocca e si trasforma in una sfumata fusione strumentale, il cui tema principale sembra essere una piccola colonna sonora per un giro in ascensore. Sakamoto lascia scorrere suoni e silenzi per quasi 10 minuti trasformando la traccia d’apertura in un autentico colpo di fucile, imbevuto di assoli di chitarra, frivoli e melodiosi e di tamburi cupi. Il risultato è stupefacente. Ma poi Island Of Woods cambia rotta. Un collage di suoni della natura, il sintetizzatore atonale che si scricchiola e la nuova era fiorisce, risponde alla frizzante effervescenza dei “mile coltelli” con una visione funky. Ciò che spicca è quanto bene si uniscano le due canzoni. Si percepisce un legame intuitivo: Sakamoto lavora meno nei contrasti che nelle connessioni. Come fecero i Can prima di lui, non c'è attrito tra il groove e le sperimentazioni sonore. L'esotica della YMO rimane pienamente attiva su "Thousand Knives"; Plastic Bamboo è una melodia che sembra un esemplare servizio per una scena di inseguimento. Il titolo della canzone di chiusura, The End Of Asia evoca una serie di interpretazioni: il Giappone non era stato devastato dalla bomba atomica da tanto tempo. L'afflusso dell'Occidente stava cambiando radicalmente la società e in Giappone l'economia stava esplodendo, grazie all'impennata della produzione tecnologica, la quale fornì molti degli strumenti che Sakamoto usò sul suo album solista d’esordio. Ancora una volta, in linea con l'inversione dell'esotica della YMO. Forse The End Of Asia si riferisce alla morte di un sogno nebbioso e romantico dell'Oriente. La canzone, sciropposa ed effervescente, riprende la chitarra tagliuzzata dell'apertura dell'album. È un lavoro serio e al contempo ironico. Da questo lavoro si evince che Sakamoto ha sempre creduto nella tecnologia, anche se il suo intento è stato quello di cercare un futuro oscuro. "Thousand Knives" mette in primo piano una luce accecante, ma sono le ombre sottilmente tracciate che danno all'album la sua profondità duratura.

Voto: 7.5/10
Francesco Battisti

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