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21 Settembre 2013 ,

Claudio Milano NichelOdeon: BATH SALTS – InSonar: L’ENFANT ET LE MENURE

2013

Claudio-MilanoDella sperimentazione sonora e vocale di Claudio Milano e di uno dei suoi progetti in particolare, NichelOdeon, abbiamo già parlato in un Profilo a lui dedicato, pubblicato su Distorsioni nell’Agosto 2012, linkato in calce a questo nuovo speciale, un aggiornamento dell’attività dell’artista. A quanti s’accostassero per la prima volta all’opera di Claudio Milano, artista d’origini pugliesi ma lombardo d’adozione, e ai suoi arditi e sperimentali progetti multimediali, all’interno dei quali la musica, la prodigiosa voce, recitano un ruolo di pregiato livello, essi appariranno come un vasto poliedro dalle infinite e fulgide sfaccettature, i cui riflessi sono suscettibili di gettare sfumature di grandezza, seppur difficile a disvelarsi a un orecchio non aduso, sul concetto stesso di arte come esperimento estremo, possibilità d’infinite combinazioni, danza nietzscheana su una teoria di corde stese sugli abissi. Un esempio di coerenza artistica di rara potenza nell’anemico panorama avanguardistico italiano. A due di tali progetti, NichelOdeon e InSonar, pertiene l’uscita, in prezioso packaging illustrato da Effe Luciani e realizzato a mano,  in edizione limitata, di due doppi Cd, frutto di anni di paziente e creativo lavoro dell’artista, affiancato valorosamente da innumerevoli e prestigiosi collaboratori (Pat Mastellotto e Trey Gunn, King Crimson, Nik Turner, Hawkwind, Dieter Moebius, ex membri dei leggendari Area… impossibile citarli tutti), e che rappresenta una sorta di summa di un periodo artisticamente decisivo, una legittima sintesi delle istanze creative proteiformi di Claudio che qui trova adeguato e prezioso punto d’approdo.

 

NichelOdeon: BATH SALTS, 31/06/2013, Lizard Records

 

NichelOdeon-2013-Bath-Salts-300x300Un percorso eminentemente proustiano, quello di Milano e dei suoi valentissimi coadiutori, Vincenzo Zitello, Raoul Moretti, Pierangelo Pandiscia, solo per citarne alcuni, che affonda le radici nelle prove primordiali dei NichelOdeon de “L’Urlo Rubato” e trovano sacra epitome nel “settimo frammento-settimo sigillo” della seconda parte del doppio cimento, L’Urlo ritrovato (con Zitello al violoncello). E proustiano è il nastro narrativo lungo il quale si snoda il sentiero esistenziale e artistico del Nostro. Partendo da quell’amore che il nume letterario francese pose a simbolo ruinante della condizione umana. Una teoria innumerabile di bacilli virgola, così si può arditamente definire questo doppio cd, una discesa agli inferi e un riaffioramento nelle liquide superfici dorate della rinascita. Sin dalla bipartizione nominale dell’opera, D’Amore E Di Vuoto  e  Di Guerre E Di Rinascite, il  cammino artistico-ideologico è tracciato inequivocabilmente. Spiccano, sospesi come su linee di aeriforme musicalità, talora screziata da venature sulfuree in rosso porpora, brani quali Un Posto Sicuro, nel quale la voce di Claudio trapunta il tessuto armonico di riflessi smeraldini; Ricordo D’Infanzia in cui l’intro dell’arpa di Raoul Moretti (anche coautore) rinvia a echi genesisiani, mentre la voce di Milano tesse le solite virtuose circonvoluzioni attorno a un asse ora di impianto progressive ora cantautorale nell’accezione più raffinata. Di vaghe reminiscenze rinascimentali s’avviva l’incipit di Bolle (ne è co-autore Zitello), mentre un sacrosanto tributo al geniale songwriter inglese Peter Hammill, fondatore e leader dei mitologici Van der Graaf Generator, è rappresentato dall’intensa rilettura di (This Side Of) The Looking Glass.

 

NichelOdeon-2013-Bath-SaltsVerso lidi vocalisticamente più sperimentali, assai cari a Claudio, e rimandi al teatro brechtiano, vira la tormentata traccia “7 Azioni - Musica Per La Carne”.  Chiude il primo cd la splendida Giulia, Nata in 7 Mesi, Morta Al Primo Appuntamento, dal testo di grande intensità emotiva e pregno di notevoli accenti lirici. Sempre sospeso tra miriadi di suggestioni musicali (cosa contano infatti gli steccati tra generi, in un’opera di respiro totale, ecumenicamente arte a infiniti, inestricabili e irriducibili livelli?), il secondo cd, tra raffinate evoluzioni vocali (Terra), tensioni  tramate di suoni cameristici (Alla Statua Dei Martiri di Gloria), grovigli d’ipostasi mentali tuffate tra flutti visionari blakeani (Trittico 50 Mg). Sull’aria dell’Ave Maria s’apre come un germoglio armonico L’Urlo Ritrovato, con la voce di Claudio trafitta dalle note del violoncello e accompagnata come da un benigno spirito-guida verso la risalita da quella, sopranile, di Laura Catrani, quasi a voler già gettare i semi della rinascita in un prato di mera e profonda tenebra. Il brano più “teatrale”, più intenso e poeticamente ispirato, dolente e luminoso a un tempo. Portami Un Fiore, sigilla la risalita, artistico-esistenziale, verso danteschi chiarori. Consegnato alla buia terra il seme, ne nasceranno più salde radici, efflorescenze di  luce nella luce.

 

 

InSonar: L’ENFANT ET LE MENURE, 31/06/2013, Lizard Records

 

Se possibile ancor più sperimentale appare il frutto artistico del secondo progetto di Claudio Milano, InSonar. Qui il concetto di aperta contiguità tra musica e teatro, tra funambolismo vocale ed estremo, ai limiti dell’urlo, e rappresentazione mentale e  plastica da teatro Kabuki, si palesa in tutta la sua evidenza. Articolato in due cd anch’esso, L’Enfant e Ashima, il lavoro si apre con la dissacratoria The Simpsons Sing Gounod, con un provocatorio canto gregoriano in embrione, inframmezzato da segmenti di urlo infinitesimo, schegge vocali che feriscono il tessuto sonoro fino a farlo sanguinare. Tensioni iconoclastiche percorrono la “spina dorsale” di L’Estasi Di Santo Nessuno. IlInSonar-2013-LEnfant-et-le-Ménure piano sinuoso, tramato da inserti di lontanante fisarmonica, dal suono scarnificante del sax, e dalla voce di Ernesto Tomasini vagante in territori di crepuscolari nostalgie, contrassegnano poeticamente Thief Of Toys. Da rimarcare, poi, la stupenda versione di Venus In Furs dei leggendari Velvet Underground, il cui incedere cupo e maledetto è reso con suprema maestria da Claudio, che dispiega una voce allucinata da sciamano, come un drappo  di puro lutto sonoro, sul rovinare del sole nel morto viola del cielo crepuscolare. Tracce eccellenti del secondo cd, tra le altre, sono rappresentate dalla fulgida e orientaleggiante La Torre Più Alta; dalle due meravigliose riletture di Song To The Siren di Tim Buckley, con la voce di Claudio ispiratissima e sommamente poetica, e di Warszawa del duo stregonesco Bowie & Eno, rivisitata in chiave assai originale e recata a livelli di mera allucinazione sonica. Come dorato epicedio dell’opera, la fascinosa  Medina, come scivolante su un serico manto sonoro e inneggiante ai sacri misteri della poesia che si trasfonde in musica. Un’opera globale, audace, vera, colma di velature spirituali, virtuosa sintesi di cuore, anima, tecnica. Misticismo della parola che erompe dalla nuda terra e si fa empito vocale, canto, sbocciante unisono di cigni rivolto al sorgere del sole.

 

Rocco Sapuppo

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