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21 Febbraio 2013 , ,

Kevin Ayers Why Are we Sleeping? Il fiabesco mondo dei sogni del saltimbanco Kevin Ayers

1945-2013 - Harvest, Island

16 Agosto 1944, Herne Bay, Kent, England  - 20 Febbraio 2013, Montolieu, Francia

 

Kevin AyersHo sempre voluto immaginare Kevin Ayers come il misterioso viaggiatore della sua canzone Strange Song che ride al tuono sulla sommità della collina ed è felice di accontentarsi di ciò che agli altri non serve, colui che sa regalare sorrisi e gira il mondo portando con sé solo la sua canzone.

 

Well, it rained all that night
And in the morning, rain still
And I saw the traveller
At the top of the hill
He was laughing at the thunder
And banging a gong
And, at the top of his voice
He shouted his song.

 

Piovve tutta la notte

Al mattino ancora stava piovendo

Vidi il viaggiatore in cima alla collina

che rideva al tuono

battendo un gong

Con tutto il fiato che aveva urlava la sua canzone.

 

 

Era veramente un girovago, un cercatore ramingo sempre pronto a rimettersi in gioco Kevin. Si nutriva di sregolatezza e di inquietudine per ampliare la gamma di colori e sfumature che contraddistinguevano la sua anima di dandy decadente, di saltimbanco istrionico, di elegante poeta capace di regalare filastrocche semplici e immediate ma intimamente ineffabili e visionarie. Era rimasto un po’ il bambino demodè che fuoriescekevinjoy_of_a_toy-1 con un salto dallo sfondo giallo di “Joy of a Toy” come da un romanzo di Charles Dickens o di Lewis Carroll, per regalarci incanto e magia, dolce malinconia e incontenibile, trabordante fantasia. Nato nel 1944 a Herne Bay nel Kant, trascorse la prima parte della sua infanzia in Malaysia. Ritornato a casa in piena adolescenza, mostra fin da subito una certa insofferenza per le etichette e per il provincialismo perbenista tipico del South England.

 

Lascia la scuola a soli 16 anni e si dedica ad una serie di lavoretti saltuari che gli permettono di portare avanti le sue passioni e la sua voglia di evasione e spensieratezza. A metà degli anni ’60 approda anche lui, insieme ad un manipolo di personaggi out ed eccentrici nella grande casa ostello di Robert Wyatt nella cittadina di Canterbury, la leggendaria Wellington House. Ha già alle spalle disavventure con la polizia per via dell’uso della marijuana e lo stile di vita disordinato per cui non ha nessun problema ad integrarsi con l’altro eclettico studente ospite che è Daevid Allen e con i padroni di casa, la famiglia Ellidge-Wyatt, appassionata di jazz, cultura beatnik e di idee aperte: militanti politici laburisti.

 

Nel 1964 insieme a Hugh e Brian Hopper, Robert Wyatt e Richard Sinclair dà vita ai Wilde Flowers (l’idea di aggiungere la e finale per rendere omaggio al poeta decadentista Oscar Wilde è proprio di Ayers). Nel 1966 accompagnerà i primi anni di vita del progetto Soft kevin ayersMachine salvo poi riprendersi i suoi necessari spazi di creatività fuori da briglie di rigidità per lui certamente troppo vincolanti. Fu comunque grazie a Ayers che avvenne il tour americano assieme a Jimi Hendrix della Macchina Molle e la scrittura di gran parte dei brani che andranno a comporre il loro primo album: Joy of a Toy, We did it Again, Why are we Sleeping?  Tra il 1968 e il 1970 la sua vita da hippie lo porta spesso ad Ibiza dove ha una casa per le vacanze e dove si dedica con maggiore attenzione alla composizione e alla lettura di George Ivanovich Gurdjieff, mistico, filosofo e maestro di danze greco-armene.

 

 

Qui, supportato dal suo amico David Bedford  dei The Whole World, mette a punto il suo album manifesto, appunto “Joy of a Toy” (Harvest, 1969) cui seguiranno i due album accreditati anche alla band di Bedford, “Shooting at the Moon” (1970) “Whatevershebringswesing” (1972). Altri componenti della band sono il giovanissimo Mike Oldfield e Lol Coxhill. Shooting at the Moon è sicuramente il suo capolavoro assoluto in cui si ripescano brani dei famosi demo Gomelsky registrati con la Macchina Molle: Clarence in Wonderland e Shooting at the Moon e dove fa degna figura lo stranulato remake di Jet Propelled Photograph. Successivamente Kevin passerà dal basso alla chitarra in maniera stabile e con il nuovo bassista dei The Whole World, kevinshooting at the moon_Archie Legget, darà vita al suo progetto di spettacolo itinerante chiamato Banana Follies, cui gran parte del materiale andrà a costituire il suo quarto album “Bananamour” (1973).

 

La sua musica è un varietà funambolico e favolistico in cui convivono fiabe infantili, ombre di decadenza, trasformismi, folklore, poetica delicatezza e una psichedelia onirica screziata da una fantasia folle e deragliata a volte umoristica e a volte aspramente sagace: le marcette demenziali con tanto di trombette e campanelli tipiche degli artisti di strada Lady Rachel e il flauto e i tamburelli di Joy of a Toy (“Soft Machine”, 1968, Probe) con tanto di assolo hendrixiano. L’improvvisazione ferroviaria che ispirerà tantissime generazioni elettroniche future di Stop this Train, l'avanguardia sincopata di Colores Para Dolores che ci riporta ad un'altra sua grande influenza per i ritmi orientaleggianti ed esotici. Gli ipnotismi barrettiani allucinati, intensi e fragili tra minimalismo e tocchi di rumorismi eclettici e accattivanti contenuti nelle elegie May I, Underwater, Songs of the bottom of a Well. Per citare solo alcune delle più significative tra le sue gemme da artista assolutamente fuori schema, multi ispirato e poliforme.

 

Scostante quanto geniale, sfuggente e criptico quanto soave e immediato. Nel 1974 firma con la Island e pubblica uno dei suoi lavori più autoreferenziali e ambiziosi, “The Confession of Dr Dream and Other Stories”, in assoluto l’album in cui Ayers scende a compromessi con la voglia di incontrare un  favore di pubblico e di vendita, probabilmente incalzato dall’etichetta stessa. Con i compagni di scuderia John Cale, Brian Eno e Nico, uscirà “June 1, 1974” che è il risultato di un concerto live al Rainbow dikevin ayers Londra. Tutto naufragherà definitivamente nel 1976, con un altro abbandono di Ayers che per primo prende atto della cattiva piega delle sue ultime produzioni. Kevin ha sempre incarnato la contraddizione di uno spirito libero insieme al suo buon fiuto per individuare con grande prontezza la giusta stanza dei bottoni dello star system.

 

 

Fu lui che portò i Soft Machine al primo contratto con la Anim che seppe regalare la giusta visibilità alla band e che lo portò verso la sponda EMI con i suoi primi lavori. Nello stesso tempo però questa sua vena intraprendente non lo convinse mai del tutto ad uscire dal suo guscio di diffidenza e randagismo. La sua indole era quella di porsi tra i chiaroscuri indefiniti e intoccabili in cui confluirono i culti di altri geniali intoccabili come John Martin, Captain Beefheart e Tim Buckley. Lascerà la Island che subito si darà da fare riciclando inediti e dando alle stampe ogni sorta di materiale scadente capace di offendere l’intelligenza e la genialità sdoganata di Kevin Ayers. Nel frattempo riprenderà sotto vari aspetti la sua vita di girovago in disparte da ogni regola di business discografico. Nel 2007, dopo oltre 15 anni di lontananza dagli studi di registrazione, i critici hanno plaudito all’uscita del suo album “Unfairground” (Lo-Max) realizzato con la collaborazione di molti artisti amici tra cui Phil Manzanera, Hugh Hopper, Robert Wyatt, Ladybug Transistor.

 

 

kevin ayersPoche tracce della sfavillante ispirazione degli albori e forse il rifiuto inconscio di doversi rimettere in gioco o confrontarsi con la sua fama di insaziabile esploratore e cappellaio matto sempre pronto a regalarci incanto e filastrocche alambiccanti. La verità è che Kevin è sempre rimasto fedele a se stesso ed ha preferito continuare a sognare in disparte dalle luci della ribalta. In tutto e per tutto si è conformato alla filosofia del suo guru Gurdjieff che sosteneva che la vita umana è in realtà uno stato di veglia apparente in cui ci si approssima al sogno. A soli 68 anni Kevin ha voluto lasciarci proprio nel sonno. Sono convinta che lo abbia fatto proprio mentre sognava una delle sue favole piene di saltimbanchi e giocolieri, incantesimi colori e magia. Accompagnato dal suo tamburello e dall’ultima dolce nenia che ne ha conciliato il meritato riposo. Buon viaggio Kevin.

 

Romina Baldoni

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