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3 Luglio 2012

Steeleye Span “NOW WE ARE SIX, AGAIN”

2011 - Park Records

steeleye spanNel 1974 gli Steeleye Span, uno dei gruppi più in vista del folk rock britannico, diede alle stampe il settimo album il cui titolo rimanda all’ennesimo cambio di formazione, ma decisivo perché per la prima volta entra nella band un batterista: un album ambizioso - come ospite al sax  figurava David Bowie - che li fece conoscere al pubblico americano e che fu uno dei maggiori successi del gruppo. 37 anni e 18 dischi dopo, ritrovatisi nuovamente in sei hanno pensato bene di rinnovare i fasti dell’album precedente con questo “Now We Are Six, Again” che ripropone tutti e nove i brani del predecessore e ne aggiunge 12 scelti nel ricco repertorio della band. Della formazione che partecipò al disco del ’74 rimangono il bassista Rick Kemp, il tastierista e violinista Peter Knight e la cantante Maddy Prior che in tutti questi anni ha mantenuto gli Span in vita e che con la sua brillante e incantevole voce è l’elemento intorno a cui ruota da sempre il gruppo. Gli altri tre musicisti sono il batterista Liam Genockey, Julian Littman alle chitarre elettriche e Peter Zorn ai fiati, alla chitarra acustica e al mandolino.

 

Anche l’immagine dell’albero della copertina del disco rimanda in modo inequivocabile all’album del ’74. “Now We Are Six, Again” è stato registrato durante la tournée inglese del 2011, ma sono stati eliminati i discorsi introduttivi alle canzoni e gli applausi sono ridotti al minimo, le canzoni proposte sono in grande maggioranza tradizionali del folk inglese, pochi i brani originali. Ottimo il risultato, un’ora e mezza di musica viva, emozionante che ci permette di riascoltare alcune delle pietre miliari del gruppo di Maddy Prior. Scatenati jig ballabili, cupe vicende di sangue, delicate storie d’amore si alternano in un susseguirsi di emozioni, e se la voce della Prior è il punto d’attrazione, non meno talentuosi sono gli altri musicisti, sia quando ingaggiano duetti fra voce e strumenti, sia quando si ergono a protagonisti assoluti come nella strumentale The Mooncoin Jig. Mirabile il finale con All Around My Hat - Maddy Prior lo ha cantato anche in un album degli Status Quo - in cui folk e rock si fondono perfettamente e con il coro a cappella finale di Gaudete. Certo nulla di nuovo sotto il sole, ma è bello per chi ha seguito gli Steeleye Span fin dagli anni settanta ritrovare il loro scintillante ed energico folk:  il disco può essere utile, oltre che piacevole, anche per chi vuol accostarsi per la prima volta alla band.

 

 

 

Ignazio Gulotta

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