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16 Marzo 2020

Max Von Sydow Scacco Matto: Addio A Max Von Sydow

2020

Che se ne sia andato proprio in questo periodo è un segno enigmatico, difficile da decifrare quanto i personaggi interpretati da Max Von Sydow (Lund, Svezia,10/04/1929 - Provenza, Francia, 08/03/2020) nella sua lunghissima carriera. Lui, che ha più volte sfidato impavidamente i ritratti più profondi della paura umana, chissà quale guerriero avrebbe saputo costruire per affrontare la sfida mondiale del 2020. Oggi tutti siamo tutti un po’ il Cavaliere Block, il crociato provato dagli orrori della guerra e delle pestilenze che, vagando tra le macerie, abbandonato dalla fede che ha sempre dato spirito alle sue azioni, si imbatte nel Tristo Mietitore. Prova a conoscere meglio l’oscuro nemico, ingaggia gagliardamente una sfida, cerca di eludere temporaneamente il suo destino. La battaglia culmina nell’ineluttabile passaggio del cavaliere oltre i confini dell’Ade, ma la lunga partita a scacchi con la morte è foriera di valori ritrovati, di gesti di estrema generosità, di riscatto personale. Di piccole vittorie. E regala al compianto Max la notorietà al grande pubblico, nonché l’inizio di un sodalizio indissolubile con i demoni, cinematograficamente trasposti, del grande Ingmar Bergman.

 Affronta l’incarnazione del male una seconda volta, negli anni ’70, appena sbarcato sotto i riflettori di Hollywood. Lo fa nelle indimenticabili vesti di padre Merrin, l’esorcista che prova a liberare dal demonio la bambina  Linda Blair, in un vero e proprio cult del cinema horror/satanico. La fisionomia possente, fedele alle origini vichinghe, il volto irregolare, l’espressione austera e un alone di inquietudine lo lega, per gran parte della carriera, all’interpretazione di personaggi misteriosi, tormentati, spesso ambivalenti, a metà tra il bene ed il male. Forse questo cliché, che tanta fortuna gli ha regalato nell’esistenzialismo bergmaniano, gli impedisce  di prendere definitivamente il volo negli scenari hollywoodiani. Infatti, dopo il successo de “L’Esorcista”, Max Von Sydow lavora in numerose pellicole dirette da registi di primissimo ordine, ma spesso in ruoli da eccellente comprimario che ne esaltano le caratteristiche storiche. È curioso come la prima nomination all’Oscar (miglior attore protagonista) arrivi in occasione di un ritorno nelle terre scandinave. Nel 1987 interpreta l’insolito ruolo di Lasse Karllson - un contadino emigrato di metà ‘800 che lotta, insieme al figlio Pelle, contro il giogo della povertà e della discriminazione - nel film “Pelle Alla Conquista Del Mondo”. La seconda nomination (questa volta come miglior attore non protagonista) arriva al crepuscolo della carriera.  A 82 anni Max Von Sydow, nuovamente impegnato in un ruolo pregno di umanità, veste i panni del nonno muto di Oskar Schell, il bambino che cerca la chiave per lenire la sofferenza propria e del mondo, nel film “Molto Forte, Incredibilmente Vicino”. La statuetta non arriva. E, in generale, l’attore svedese raccoglie pochi riconoscimenti ufficiali del suo indiscutibile talento. Almeno un premio importante alla carriera, probabilmente, l’avrebbe meritato. Ma questo è un dettaglio, che nulla toglie alla maestria con cui ha regalato ai cultori della settima arte alcuni personaggi epocali. Ci mancherà. Specie in questo momento, quando avremmo tanto bisogno che gli Antonius Block, o i Padre Merrin, ci insegnino come affrontare un nemico sconosciuto, imprevedibile, pernicioso, che spaventa l’umanità. E come fare scacco matto. Al più presto.

Alessio Fugazzotto

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