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9 Marzo 2020

McCoy Tyner Addio a McCoy Tyner: Una Leggenda Del Jazz


McCoy Tyner se ne è andato nella sua casa nel nord del New Jersey, venerdì 6 marzo. Senza retorica possiamo affermare che ci ha lasciato uno dei grandi pianisti che hanno segnato la storia del jazz. Dopo aver perfezionato i fondamenti del pianoforte, suona con vari musicisti tra cui Max Roach, Kenny Dorham, Jackie McLean, Sonny Rollins, Benny Golson, Nel 1960 il pianista di Filadelfia incontra John Coltrane e inizia la vita di uno dei quartetti capaci di marcare a fuoco il mondo del jazz. L’accoppiata con Coltrane è perfetta e l’equilibrio superbo, l’irruenza del fraseggio del sassofonista si compenetra perfettamente con la leggerezza e l’accompagnamento modale del pianista che comunque è in grado di sprigionare una grande intensità di volume.

Dopo l’uscita dal gruppo di Trane, nel 1965 inizia la carriera solista, anche se durante il periodo con il quartetto aveva già dato alla luce lavori come solista. L’album "The Real McCoy " del 1967 segna la vera svolta per l’impronta autorevole che riesce ad offrire e per la grande capacità compositiva, Contemplation e Passion Dance sono due tracce importanti. Successivamente Tyner si concentra sul piano trio, ma scrive anche per ensemble più allargati, da segnalare lavori come "Tender Moments" del 1967 ed "Expansions" del 1968. L’approccio modale si lega indissolubilmente con l’hard-bop. Da ricordare il bellissimo live del 1973 al Montreux Jazz Festival dal titolo "Enlightenment". Tyner è stato attivo fino al 2013 e la sua capacità pianistica non si è assolutamente deteriorata, si provi ad ascoltare "Quartet" del 2007, in compagnia di Joe Lovano, Christian McBride e Jeff "Tain" Watts. Il nostro personale ricordo risale al 2009, all’interno della rassegna Crossroads al Teatro Asioli di Correggio in provincia di Reggio Emilia. Il pianista si presenta in quartetto accompagnato da un giovanissimo Christian Scott alla tromba, Gerald Canon al contrabbasso ed Eric Kamau Gravatt alla batteria. Ci sovviene un pianismo concitato, intenso con un uso forte di cluster e l’immensa generosità di offrire ampio spazio alla tromba. Ci mancherai McCoy!

Nicola Barin

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