CONCERTI ROCK ED ORARI DA VAMPIRI: UNA VERGOGNA TUTTA ITALIANA
L'Italia è proprio un paese unico al mondo. Pur straordinario per le sue ricchezze artistiche e paesaggistiche è ormai universalmente conosciuta nel mondo per furbizia, disonestà e corruzione. Non è fama perfettamente meritata sia chiaro, la gran massa della popolazione è formata da persone oneste, ma l'argomento che andiamo a trattare inquadra bene la mentalità dell'italiano tipo. I concerti rock sono una delle più belle aggregazioni di persone che si possono trovare, si fanno sempre conoscenze, si ascolta della buona musica, spesso si riesce pure a vedere da vicino gli artisti che suonano. Tutto molto bello insomma. Quello che non va da noi è il modo di proporre promuovere ed incoraggiare tali avvenimenti. La prendo larga. In Inghilterra e negli Stati Uniti, paesi mille miglia più avanti di noi in tale materia gli spettacoli hanno sempre un orario d'inizio per così dire civile, si inizia regolarmente in orario, in una fascia compresa fra le 18.30 pomeridiane fino massimo alle 21.30, anche se quest'ultimo orario molto di rado viene sfiorato.
Chiunque arriva tranquillo alla location, col suo biglietto comprato in prevendita, spesso a prezzo ridotto rispetto al botteghino, perché la fedeltà laggiù viene ripagata e premiata mentre da noi indovinate un pò? Chiaramente avviene l'esatto contrario, chi compra prima paga di più, molto di più, fino al 20% oltre il prezzo reclamizzato. Prendo ad esempio dei big come i Radiohead che avevano messo in vendita i tickets per la tournée italiana alla modica cifra di 50 euro, poi vergognosamente lievitata a quasi 60 per diritti di prevendita ed altro. Molto grave il tutto ma non è esattamente quello di cui voglio dibattere. Per il povero appassionato di musica quando si tratta di vedere dal vivo i propri beniamini le cose di complicano. E molto. In pratica che succede da noi? Fin quando si tratta di concerti all'aperto o megaraduni di superstar tutto fila liscio, magari lo spettatore non vede nulla per l'enorme quantità di persone però per lo meno non più tardi di mezzanotte il tutto è finito, anche per problemi di quiete pubblica.
Come una sorta di vendetta i gestori dei locali più piccoli, auditorium, piccoli teatri, rock clubs o come li volete chiamare applicano ai piccoli concerti la stessa mentalità delle discoteche commerciali. Si fa a gara a chi arriva più tardi, prima di mezzanotte è da sfigati, prima bisogna ingrassare altri locali con aperitivi e giri di alcool a go-go. Nei piccoli locali si vedono le cose da questa identica prospettiva. Non è affatto raro leggere nella home page dei clubs avvisi tipo questi "apertura porte ore 23:00, inizio spettacoli ore 24:00". Cioè in pratica il povero rockettaro per godersi in pieno lo show deve appartenere a determinate categorie di persone. Principalmente sono due, vediamole.
La prima è quella tipica dello studente, meglio se universitario, magari figlio di papà, dico questo non per cattiveria ma perché una serata costa cara o molto cara a volte. Oltre al prezzo del biglietto, magari non oltre i 15 euro, ci sono le bevute, il cd da comprare, la t-shirt e menate varie. Dicevo lo studente perché non avendo obblighi così stretti di orario se ne frega altamente se in piena notte è finito il tutto, tanto che gli cambia? Lo stesso si applica ad una ben più triste categoria, i disoccupati. Chi non ha il lavoro ha certo pieno diritto come gli altri di vedersi il suo bello spettacolo, chiaro, visto anche il sacrificio che sopporta, motivo in più per essere rispettato e considerato. Per ricompensa invece si aspetta sempre l'ora dei licantropi e dei vampiri per dare inizio agli spettacoli. Prima il gruppo di spalla, magari alle 22.30/23.00, sì con calma, poi quando è ora di ritirarsi nel proprio lettino bisogna sforzarsi di rimanere svegli perché comincia lo show vero e proprio.
Non è infrequente guardandosi intorno, vedere gli sguardi rassegnati degli astanti che tristemente si ricordano di vivere in un paese del cavolo (eufemismo) che non ha rispetto per nessuno. Se parli con gli organizzatori o proprietari ti senti piovere risposte tipo " si comincia tardi perché fino alle 23 non arriva nessuno". Ma di chi è la colpa di tutto questo? Perché da altre parti in Europa non succede mai o quasi mai? Se si cominciasse, parlo dei gestori dei locali, uno alla volta a dire chiaro e tondo che non è più così, che si inizia ad un orario decente, se non è oggi magari un domani a forza di perdersi l'inizio dei concerti la massa prima o poi si adeguerebbe. Vogliamo poi parlare dei musicisti? I più penalizzati sono proprio loro. Con grande fatica riescono ad autoprodursi i propri dischi, a farsi promozione, ad organizzare piccoli tour spesso con spostamenti giornalieri di parecchi chilometri. I più sovente hanno un altro lavoro che gli permette di mangiare tutti i giorni, perché con la musica underground difficilmente ci si riempie lo stomaco.
Fanno quindi tutto solo per passione perché quasi sempre sono ben poco retribuiti, i conti alla fine devono tornare innanzitutto ai clubs, che non lavorano certo per beneficenza. A peggiorare le cose poi di frequente l'acustica dei locali è deficitaria, essi stessi non sono attrezzati tecnicamente per la musica live, ovvero spesso è meglio per un gestore avere in casa un bravo barista che un tecnico del mixer. Quello che appare palese è che i locali rock, in larga misura, i soldi li fanno - chi li fa - più con le bevande alcoliche che con la musica e tutto quello che c'è dietro. Cioè gli importa meno di zero degli spettatori, che magari hanno lavorato otto ore e sono già stanchi di partenza: non gli frega niente se quelli sono venuti lì per ascoltare la musica, a loro basta che consumino. Meglio se più di una volta.
Aggiungiamo poi che spesso le programmazioni dei clubs sono sempre le stesse, nessuno vuole rischiare di portare l'emerito sconosciuto, magari bravissimo, ma che lascia vuoto il locale. Ci ritroviamo infine ad assistere a concerti dove il frontman del gruppo dà il via al concerto trovandosi di fronte folle sbadiglianti che si reggono in piedi a malapena, con lo sguardo fisso sull'orologio pensando alla sveglia del mattino dopo. Davvero terribile l'esperienza per i gruppi stranieri che, come se in Italia esistesse un fuso orario spostato in avanti di 4 ore, devono per cause di forza maggiore esibirsi in orari da pigiama. E poi magari il pubblico si lamenta perché lo show dura poco! Di rimando "All’ una massimo si deve smettere". Idiozie. Cominciare prima no eh?
Ma a chi gestisce la musica che gliene importa di questo? Loro non vogliono lo spettatore rock, dell'appassionato se ne sbattono, loro cercano il nottambulo, se alcolizzato meglio, hanno fatto bingo. Mi rattrista molto scrivere tutto questo, è uno sfogo maturato da decenni di delusioni, ma sono in attesa che qualcuno mi contraddica. Certo come sempre non è la regola fissa al 100% ma la percentuale è solo un tantino più bassa. Mi piacerebbe tantissimo che queste note le leggessero almeno 2-3 gestori di locali che sono soliti adeguarsi alle pessime usanze di cui vi ho parlato fino ad ora. Vi ricordo al proposito che lo spazio sotto all'articolo per i commenti è aperto a tutti, vi raccomando solo moderazione. Grazie per quelli che leggeranno, un loro parere, di qualsiasi natura, sarebbe per me e Distorsioni di grande aiuto, per capire e comprendere il solito mistero all'italiana.
Il discorso sarebbe molto complesso, comunque parto da un caso che conosco, quello inglese. In Inghilterra tutta la scansione della giornata è spostata “indietro” rispetto a noi, i negozi chiudono massimo alle 18 e così la maggior parte degli uffici! Inoltre, i concerti cominciano alle 18 o alle 19 ma subito dopo la fine, il pubblico viene “gentilmente” buttato fuori perché il locale si trasforma in qualcos’altro, c’è un’altra serata, magari diventa piano bar o discoteca. Me lo dicono gli amici londinesi e l’ho provato personalmente l’ultima volta, due estati fa, al concerto dei Vaccines al Forum di Kentish Town: 5 minuti dopo la fine del concerto non sono riuscita a prendere una birra, non era più possibile perché ci stavano sbattendo fuori ed erano le 22 circa…
Il fatto è che i locali che puntano sulla musica rock non ce la fanno a sostenersi e quindi devono adottare sistemi vari per poter sopravvivere, da noi contano sulla vendita di alcolici in altri paesi, come in Inghilterra, organizzano eventi completamente diversi in una sola serata e alle 10 ti sbattono fuori. Non so cosa sia peggio…
Rossana Morriello
Rossana io mi sono trovato molte volte nella condizione descritta tanto bene da Ricardo: finire di vedere un concerto all’una o le due notturne e dover svegliarmi alle sei per andare al lavoro, e chissà quante altre persone come me!Il fatto è che è divenuta ormai una regola al 100 % 100, senza eccezione alcuna.
Pasquale Wally Boffoli
Anche a me è capitato tantissime volte, ovvio che ci andrebbe una via di mezzo, a Torino qualche locale sta cominciando a adottare la politica di iniziare i concerti alle 10.30 in settimana, però se dovessero cominciare tanto presto credo che ci sarebbe ancora meno gente… non penso che l’idea di uscire dal lavoro e andare direttamente al concerto, magari dovendo cenare fuori, sia un grande incentivo :) lo fai una volta, due ma poi ti passa la voglia, o no?
In media stat virtus… come al solito. Io sono uno studente, prima di scuola superiore e poi di università. Intanto non è proprio vero che gli studenti sono una delle parti avvantaggiate del discorso perché, anche se solitamente la gente non lo sa o fa finta di non sapere, anche noi abbiamo dei nostri orari, la scuola non è un hobby, si avvicina più ad un lavoro non retribuito. Quando ero studente di scuola superiore avevo orari ristrettissimi da rispettare (causa famiglia) e poche libertà di movimento (causa trasporti italiani). Se così non fosse i live nei locali dovrebbero essere pieni di ragazzi più o meno giovani, ma se andate nei locali/arci dove viene fatta musica dal vivo l’età media è compresa tra i 28-38 anni (in alcuni concerti anche di più).
Per gli orari dei concerti sono abbastanza d’accordo, 3 anni fa ho pagato un concerto del Teatro Degli Orrori, per vedermi il gruppo spalla che ha finito a mezzanotte, e già avevo fatto i salti mortali per convincere i miei genitori. Come ho scritto all’inizio basterebbe trovare una via di mezzo tra gli orari inglesi (loro finiscono di mangiare alle 19.30, io finisco di mangiare alle 21.00) e quelli italiani. Basterebbe far iniziare il gruppo spalla alle 22.00 (o anche un pochino prima) e il gruppo principale alle 22.30.
Lasciate in pace gli studenti che già hanno i loro problemi, tra cui quello di non avere un lavoro, dover dipendere anche per i concerti da altri e il problema che quando finiranno di non lavorare per studiare, inizieranno a non lavorare punto.
io penso che il lavoratore preferisca staccare alle 20 e andare al concerto alle 22, sperando di tornare a casa a un orario decente per poi svegliarsi a un orario altrettanto decente la mattina dopo avendo dormito abbastanza ore… piuttosto che arrivare al concerto alle 23 stanco morto per il lavoro, aspettare che inizi a mezzanotte se tutto va bene (sennò all’1) sentirsi il concerto stanco e assonnato e non goderselo, per poi tornare a casa verso le 3/4 di notte (se i gruppi son più di uno) e svegliarsi a mò di zombie la mattina dopo avendo dormito 3 ore; oppure si trova proprio costretto a non andare al concerto perché è in settimana e non si può proprio permettere di fare le 2 di notte (se tutto va bene).
ma pure io che sono studentessa e non lavoro, mi riduco nelle condizioni sopra descritte: non mi sto godendo più i concerti perché la mattina devo svegliarmi presto e la sera arrivo morta al concerto e non me lo godo a pieno perché dormo in piedi.
poi pensiamo ai musicisti che spesso stanno in giro per l’italia e accumulano date su date e arrivano stanchi morti… dover cominciare a suonare all’1 di notte non credo sia una passeggiata.
poi comunque c’è da dire che non sono solo i gestori dei locali a far cominciare tutto tardi… è pure il pubblico che si presenta a mezzanotte perché prima si deve fare le sue cenette e i suoi aperi-cene radical chic per poi fare i fighi perché si presentano tardi e vogliono fare le ore piccole e magari manco si seguono il concerto (e rompono il c***o al prossimo facendo casino) perché stanno lì ad aspettare più che altro l’eventuale dj-set o si son presentati solo per fare vita mondana.
in ogni caso a me sembra una cosa assurda che i concerti inizino a mezzanotte/l’una. è sfiancante da tutti i punti di vista!
Bei ricordi quelli legati a un concerto londinese cominciato alle 21,30 e finito a un orario tale da permettere il ritorno a casa dall’altra parte della città coi mezzi pubblici. E bello il ricordo del concerto di ieri, di un gruppo che sentivo per la prima volta e mi piaceva e che ho abbandonato a poche canzoni dall’inizio all’una di notte perché stavo morendo di sonno.
Premetto che non vivo in Italia da 20 anni, peró non mi sembra sia cambiato nulla…ricordo quando iniziai ad andare a vedere concerti a 15-16 anni e non vorrei esagerare ma mi sembra di ricordare che spesso si era piú vicini all’una di notte che alle 24 come ora di inizio e non é che prima ci fosse una support band, se c’era iniziava a quell’ora! Infine…quello che dice Ricardo.
Ho vissuto 10 anni a Edimburgo che in realtá era un caso parte…non solo perché si tratti di Scozia e non Inghilterra, ma aveva proprio orari differenti che in realtá alla fine producevano una situazione simile all’italiana. Quello che cambiava era che spesso si trattava di qualche pub con licenza speciale, dove solo verso mezzanotte iniziavano a suonare, ovvero due o tre ore prima che chiudessero…mentre a Londra avevano giá cacciato tutti fuori un’ora prima (alle 23!).
Comunque se si parla di locali piú o meno grandi, per concerti e non per altre cose, é vero che intorno alle 21 si iniziava o prima…ho appena dato un’occhiata ad un biglietto che conservo del concerto di Arthur Lee 10 anni fa e dice “doors 19:00”…sicuramente poi inizió verso le 20.
Il fatto poi che in Italia costi piú in prevendita lo trovo assurdo.
Come giá si é commentato trovo che una via di mezzo sia la strada giusta, passare da un estremo all’altro sarebbe troppo, no?
Tanti sono i fattori da considerare…non ultimo anche di che pubblico parliamo? Iniziando dall’etá…chi scrive e chi commenta non abbiamo piú 20 anni…cosa ne pensano i piú giovani? Gli stessi gruppi?
Senz’altro certe considerazioni, preoccupazioni sono poi molto piú nostrane…il mangiare non é proprio una prioritá in UK…lo dico per quello scritto sopra sul cenare fuori.
Non c’é dubbio che le cose non solo si possano, ma devono migliorare e non restare nel “si é sempre fatto cosí”.
Finalmente un articolo che dice le cose come stanno!Quello che sta succedendo è una cosa TUTTA ITALIANA:hai ragione al 100%.Fanno diventare la cultura(in questo caso la musica,che sempre cultura è)una cosa da ricchi;anche nel fare musica,è la stessa cosa.Basta pagare….E poi l’orario….io e la mia ragazza siamo grandi appassionati di musica,ma in effetti questa storia dell’orario tardi ci scoraggia spesso,perchè gli orari sono troppo indecenti…..riguardo i prezzi,non ne parliamo,abbiamo dovto rinunciare a tante esibizioni,proprio perchè non possiamo permettercele!Ricardo sono con te al 100%
Ricardo Martillos says: Tanta solidarietà mi conforta e mi fa capire che non combatto questa battaglia da solo. Forse il mio articolo non sarà mai pubblicato ed esposto nei rock clubs dei quali altresì mi piacerebbe ascoltare la voce ed i commenti , così tanto per fare una cosa democratica.
è una vecchia questione, della quale mi sono ampiamente occupato esattamente sei anni fa sul numero zero di una rivista culturale della mia zona, nell’ambito di una sorta di rubrica a puntate in cui denunciavo tutta una serie di problematiche legate alla musica live. il problema ha afflitto per anni i principali locali dove si faceva musica dal vivo qui a pescara (uso il passato prossimo non certo perchè il problema si sia risolto, anzi, ma perchè semplicemente tali locali hanno chiuso i battenti). sperando di non disturbare posto dunque il mio articolo anche qui: magari può essere utile per un confronto, o anche semplicemente solo per rincarare la dose. per il momento mi preme sottolineare che come del resto dice anche ricardo per quanto mi riguarda la soluzione è una sola ed è totalmente in mano ai gestori: iniziare all’orario annunciato o poco dopo, fregandosene dell’affluenza (il che significa almeno in un primo momento “bruciare” un bel po’ di concerti e lavorare in perdita o quasi), in modo da provocare reazioni di sconforto nei ritardatari e lentamente “costringerli” ad arrivare in orario.
http://molecola.wordpress.com/2008/03/21/scusa-sai-a-che-ora-cominciano/
Matteo “Molecola” Di Marcoberardino
Ricardo Martillos says:
esatto Matteo, è proprio quello che volevo dire, hai centrato il problema perfettamente trovando l’unica soluzione possibile,..ma se ce ne sono altre ben vengano suggerimenti!
“iniziare all’orario annunciato o poco dopo, fregandosene dell’affluenza” … ma stiamo scherzando ? ma siete mai stati per caso artisti, gestori, organizzatori ? secondo voi fa piacere all’artista iniziare con metà pubblico ? e secondo voi al pubblico fa piacere pagare un biglietto intero per metà concerto ? state consigliando ai locali di “lavorare in perdita” per sopperire a un problema che è solo nella vostra testa ? … mi spiace ma io non sono d’accordo … sicuramente l’articolo ha molti spunti validi che necessitano di essere approfonditi, come ad esempio la tendenza di alcuni locali a privilegiare il fattore economico piuttosto che quello musicale, ma oggi in Italia un locale che prova a fare musica una minima alternativa già stenta ad arrivare a fine mese e voi proponete di scontentare artista e pubblico ? (che poi in tutta sincerità in anni che lavoro nel campo è la prima volta che sento qualcuno lamentarsi per questo motivo) … all’estero saranno più avanti in tante cose, ma il fattore orario è questione di abitudini e usanze diverse, e per fortuna ogni paese ha ancora qualcosa di diverso
Abbi pazienza ma tu stai sostenendo la tesi che io che arrivo mezz’ora prima dell’inizio del concerto segnato sul biglietto devo rompermi le palle due ore per tutelare il diritto altrui di arrivare in ritardo. Mi sembra una follia.
PRIMA DI TUTTO, se sul biglietto c’è scritto che il concerto inizia alle 22, per come la vedo io entro le 22.15 deve essere effettivamente incominciato. Mi sembra una questione di rispetto su cui non dovrebbe nemmeno essere necessario discutere.
In secondo luogo, concordo al 200% con quanto esposto nell’articolo, e sarebbe ora di civilizzarsi un po’. Io vedo la situazione milanese, dove, per una scusa o per l’altra, gli orari sono spostati clamorosamente in avanti: sarà il traffico, saranno mille altre cose, ma capita di veder arrivare gente in ufficio ampiamente dopo le 10 (la mia esperienza riguarda l’IT) per poi uscire a orari demenziali tipo le 19 o le 20. E’ utopia pensare che facendo iniziare i concerti a orari decenti si riesca a spezzare questo circolo vizioso, ma da qualche parte bisognerà pure iniziare.
Il tema principale in realtà non c’entra nulla con altre cose che hai buttato dentro nel corso dell’articolo, come la bravura o meno dei fonici, l’acustica stessa dei locali, l’importanza e centralità o meno del “reparto bar” rispetto alla sala concerto stessa e al palco e impianto ecc., che sono tutte cose che, anche per quelli specializzati in rock e dintorni, dipendono ovviamente da locale a locale e non si può generalizzare assolutamente. Per fortuna ce ne sono ancora tanti dove la centralità è la musica e il resto tutto contorno (ed è ovvio e non c’è nulla di male nel fatto che gran parte delle entrate derivino dalle consumazioni -bere e per alcuni anche cibi vari, panini ecc.- anche perché spesso i concerti e festival senza nomi medio-grossi nemmeno come headliner sono completamente gratuiti), ma che deve esserci in ogni caso, faresti morire di sete la gente tutto il tempo che sta lì, soprattutto quando inizia a fare caldo e rinunciando quindi allo stesso tempo a entrate del tutto legittime per un’attività del genere e che ci sono in ogni club o locale di qualsiasi tipo al mondo, tra l’altro? E’ il singolo avventore se mai, che decreta se vede quel locale solo come uno qualsiasi, un bar o simile, dove andare a bere e basta, o per la validità o originalità della musica e band proposte.
Sacrosanto ovviamente segnalare l’anomalia risaputa nel funzionamento della prevendita tra noi e il resto del mondo, lì davvero siamo unici, per il resto invece, il discorso degli orari, per la mia non trascurabile esperienza (di appassionato/spettatore intendo, non gestore di locale o musicista) è un po’ diverso.
Innanzitutto c’è da dire in generale che anche nello stesso locale di solito non è mai uguale e quasi mai c’è un orario fisso di inizio dei live in ogni singolo posto, tranne giusto quelli, a cui probabilmente tu ti riferisci, che sono in realtà molto più delle discoteche, anche se indirizzate sul rock o altra roba più o meno alternativa o pseudo-tale, che dei veri locali/auditorium/sale concerti incentrati principalmente sull’aspetto live e dove tutto il resto gira intorno e si adegua alle esigenze di quello. E in tutti questi ultimi, di vario tipo che siano (club o meno, più o meno grandi, con anche servizio pub e/o pizzeria ecc. o no e via dicendo), l’orario di inizio delle esibizioni dipende ad esempio dal numero di band che si esibiscono: quando sono soltanto una o due o tre potrà iniziare sicuramente dopo rispetto a quando c’è un festival magari con 5-6 o più band, anche se le prime venissero fatte suonare solo una ventina di minuti o 25 l’una (e per fortuna molti organizzatori concedono ormai di norma almeno mezz’oretta anche a quelli).
Molti quindi, e sicuramente quelli che sanno a che ora devono/vogliono staccare i live per iniziare il dj-set (in quelli in cui c’è e che fanno anche discoteca rock o affini fino all’alba o quasi) o chiudere il locale, calcolano l’orario di inizio della prima band semplicemente sottraendo a quella data ora limite le ore totali delle esibizioni comprese di tutti i cambi palco ovviamente, e quindi anche con un’ora finale abbastanza tarda spesso iniziano tutt’altro che tardi se ci sono N band in scaletta, a volte anche proprio a orari come quelli che suggerisci tu, non è affatto raro, anzi, e io ne ho visti decine e decine solo negli ultimi anni.
Questo però, in ogni caso, cercano tutti o moltissimi (e non credo solo in Italia) di evitarlo il più possibile, di far partire anche in caso di festival i concerti prima delle 20:00 o 20:30 o più, per un semplice motivo che tu non consideri e che soprattutto da noi, dove gli appassionati di rock e derivati o qualsiasi altra cosa alternativa sono relativamente pochi e sparpagliati, non stanno certo tutti nei grandi centri o immediati dintorni dove di solito si trovano quei locali, ma spesso a decine di km, conta moltissimo: il tempo per arrivare al locale, per alcuni può essere anche un’ora e passa (al netto di eventuali sfighe o imprevisti sul percorso o condizioni meteo critiche ecc.).
Questo comporta ovviamente, soprattutto per quelli di venerdì dove magari uno esce più o meno tardi da lavoro o ha cmq da sbrigare cose nella giornata e non può partire prima dell’ora di cena (e di sicuro nessuno parte proprio a quella, se uno può cerca di mangiare normalmente a casa prima, non un panino o roba del genere per strada o al locale, che sono altri soldi tra l’altro), che con la tua idea almeno le prime band di ogni serata suonerebbero sempre in locali davvero ancora deserti, molto più di quanto possono esserlo a volte per le ultime o l’ultima band quelli che finiscono troppo tardi e uno s’è rotto le palle o deve alzarsi la mattina dopo (ma per quelli di sabato o anche venerdì per molti, il problema per il 99% della gente non si pone) e quindi se n’è andato già.
Credo invece che il discorso riguardo i locali rock e affini che, sembri dire, sarebbero d’accordo con quelli di tutt’altro tipo o bar generici ecc. e quindi iniziano tardi l’attività perché lasciano il tempo alla gente di andare a ubriacarsi o cmq passare la prima serata in modo da far guadagnare anche quelli (ammesso ai rocker in media interessino certi posti “generici” o da classico aperitivo o cocktail “da truzzo”), non abbia praticamente alcun fondamento, anzi, a prescindere dalla tipologia di locali di cui stiamo parlando, di solito si fanno concorrenza spietata, anche se di tipologia diversa, altro che lasciare incassare anche gli altri. I locali che fanno davvero live, soprattutto quelli che ne fanno di interessanti, con tantissime o tutte band inedite ecc., non aprono poi in realtà tutti così tardi come dici tu, cioè 23:00 o oltre, solo alcuni come dicevo sopra, la tipologia di solito meno interessante e più basata sui dj-set che sul live, tanto che in molti di quelli tantissimi avventori abituali arrivano sempre dopo la fine dei live, che per gran parte sono tributi tra l’altro, quando di solito si paga meno ovviamente (o proprio nulla) e solo per “ballare”.
Del resto, chi fa in tempo e vuole arrivare anche molto prima dell’inizio del live per bere o discutere con amici ecc. può farlo anche direttamente nel locale dove va principalmente per vedersi i concerti, non ha bisogno affatto di passare prima in altri e di sicuro non frega nulla ai primi di far fare affari ai secondi, figuriamoci.
Insomma, il punto che ponevi tu in sintesi è una coperta corta, non c’è soluzione proprio per il motivo detto sopra, ma io credo, per esperienza (ne ho visti centinaia di concerti e gran parte di livello underground in locali medio-piccoli tipici della scena rock/metal), che cmq la scelta migliore, o almeno la meno peggio, è quella adottata un po’ da tutti, proprio perché gli appassionati veri possono anche, come tutti, non riuscire appunto per cause di forza maggiore ad essere per certe ore nei vari locali per vedersi i live fin dal primo gruppo se iniziassero sempre come dici tu, ma una volta andati sul posto sinceramente moltissimi, quando non tutti, rimangono tranquillamente fino alla fine (anche perché come è normale da sempre, spesso è l’headliner o gli ultimi 2-3 gruppi quelli per i quali ci siamo mossi, o in ogni caso si vogliono vedere anche e soprattutto quelli), anche se finisce più o meno tardi, tanto come detto se è di sabato o anche venerdì problemi non ci sono di solito il mattino dopo (e, soprattutto per i più o meno giovani, se sono “stanchi” o hanno “sonno” relativamente presto, indipendentemente da quando si sono alzati o quello che fanno, beh, povera gioventù “deboluccia” che c’è oggi in giro…). Io poi per fortuna tutti questi “sbadigli” o fughe di massa non li vedo nel pubblico della scena che frequento quando si passa una certa ora.
Quelli poi di nomi più grossi, magari in palazzetti o simili o cmq grandi locali, spesso di proprietà pubblica o in parte tale ecc., di solito iniziano ancora prima, più o meno presto a seconda delle band in scaletta come al solito, ma ancora prima di tanti locali per il semplice fatto che in quei casi ci sono proprio leggi locali in molti posti che dicono che la musica (o almeno quella live) deve finire entro le 24:00, in certi casi anche 23:30 o addirittura 23:00.
Quindi credo che tutto sommato in questo discorso siamo invece del tutto in linea col resto del mondo a parità di tipo di concerto o festival e giorno (cioè weekend o festivo o infrasettimanale).
Dimenticavo: le “vergogne” del panorama musicale italiano, anche a livello rock e dintorni e pure underground (anzi, certi difetti e pregiudizi, soprattutto degli ultimi anni e tra le nuove generazioni di appassionati, son caratteristici più di quella scena che di quelle più “alte”), secondo me sono tutt’altre che questa degli orari, anche fosse vera ma ripeto che a me non risulta affatto in media.
Ricardo Martillos dice :
Complimenti per l’esauriente risposta intanto, mi preme però ricordare che il sabato mattina i negozi sono aperti, anzi adesso lo sono spesso anche la domenica, e quindi una buona fetta di persone va a lavorare, chi ancora ce l’ha il lavoro, anche in quei giorni lì. Poi riguardo agli orari io parlavo della mia città, e dintorni, dove essendoci molti locali rock di normale ed in media si adottano orari assurdi come ho scritto. Nel resto d’Italia non so ma nei commenti che ho ricevuto, non qui, molti si sono trovati in sintonia (negativa) con me.In risposta al mio articolo molti componenti di bands o artisti singoli mi hanno pure confessato che spesso stanno 2 ore ad aspettare i comodi del locale per iniziare, costringendoli a finire, con lo smontare e tutto a tornare a casa tardissimo. Che siamo In linea col resto del mondo direi di no, basta vedere e leggere il sito di una qualsiasi agenzia di bookings, ma forse dalle tue parti siete più fortunati, meglio così, mi rallegro, una voce fuori dal coro. Grazie di nuovo del contributo. Ps: delle vergogne musicali che dici in fondo al commento non capisco, se vuoi approfondire fai pure…
Se dovessimo, anzi dovessero quelli dei locali, le band ecc. stare a vedere ogni singola categoria di lavoratori, non ne usciresti mai, non faresti mai nulla perché ognuno ha i suoi giorni e orari di lavoro, questo mi pare ovvio. Ma ci sarà un motivo no se da sempre gli eventi live, i locali, le disco ecc. fanno il maggior (o proprio l’unico, magari gli altri giorni molti sono proprio chiusi) lavoro sia di venerdì sera che ovviamente a maggior ragione di sabato, ma anche di venerdì, eccome. Non so di dove sei, ma anche dalle mie parti, in Toscana in genere, di locali in certi casi anche specializzati in rock e dintorni e prettamente live ce ne sono e io li frequento più che spesso, quindi so di cosa parlo e per questo dicevo che per la mia esperienza gli orari sono molto flessibili, sia come fine che inizio, dipende sempre dal numero di band di solito, tutto lì, e anche quando sono poche o una sola soltanto in certi posti e magari di sabato iniziano come dici tu alle 23:00 o anche dopo, perché di solito iniziano ben prima. Poverini, ora le band, magari emergenti e che non sono ancora nessuno in tanti casi, pretenderebbero pure di arrivare precisi sul posto per l’ora in cui devono suonare loro (e magari trovando già tutto montato dallo staff del posto, con la batteria richiesta dalla band e noleggiata per loro a spese del locale per non farla portare al batterista, e lo stesso gli ampli ecc. dovendo portare solo gli altri strumenti e le bacchette, pedali e piatti del batterista), montare sul palco al volo subito dopo cena, suonare, incassare e andarsene, magari ignorando pure qualsiasi altra band che suona quella sera…eh sì, questo sì che sarebbe indice di passione, maturità, coesione della scena ecc., come no… Guarda che gli orari scritti sono teorici, anche tutte le agenzie o gruppi di appassionati italiani che organizzano eventi vari se fai caso su Facebook o altrove riportano orari sempre anticipati rispetto a quando poi iniziano effettivamente a suonare i gruppi, perché sanno che la gente almeno si regola su quelli e anche se poi arriva più o meno in ritardo si vede tutte le band, consuma magari qualcosa in più facendo incassare di più il locale ecc., ma non fanno testo. Per i nomi grossi e in certe strutture particolari, se hai letto bene, anch’io dicevo che pure in Italia iniziano ben prima che nei club soliti, perché in quei casi (oltre a cadere molto spesso in infrasettimanale, perché sono tour, e quindi ovviamente per forza di cose solo pochi posti fortunati si beccano la data nel weekend) ci sono dei limiti assoluti di fine, non possono andare oltre mezzanotte al massimo, quindi chiaro che anche con solo una band e una di spalla e considerando il cambio palco devono iniziare tutto almeno verso le 21:00 o poco più. Ma sono eccezioni, da noi come all’estero. Le vergogne vere della scena musicale in senso stretto sono tantissime, ad esempio l’epidemia di tributi e cover band per dirne una…colpa più dei locali, per fortuna non tutti ma sempre troppi sul totale, che le fanno suonare in maniera esagerata rispetto a quelle inedite, spesso eccezionali, perché ognuno è libero di suonare quello che vuole, se uno non è capace o non ha interesse o cmq ama di più suonare i brani di altri piuttosto che quelli composti personalmente e si vuole presentare in giro così è libero di farlo, mica lo puoi impedire, ma sono i gestori che se amassero davvero la musica come espressione creativa, artistica e sapessero cercare quelli più bravi e magari anche un po’ conosciuti in modo da avere lo stesso tot pubblico, dovrebbero appunto usare i tributi e le cover band giusto come tappabuchi dell’ultimo momento quando salta una band “vera”. Ma ce ne sarebbero un casino da dire, l’invidia e guerre tra poveri che si fanno spesso le band emergenti ecc.ecc.
Io ormai, se posso, preferisco andare a vedere i concerti all’estero. Ne vedo meno di quelli che vorrei ma almeno tutto è organizzato alla perfezione e non mi sento trattato male come in Italia dove i concerti (grandi, medi e piccoli) sono tutti organizzati di merda pensando solo all’incasso.
Per non parlare dello scandalo delle prevendite, come giustamente sottolineato nell’articolo. In genere all’estero molte agenzie ti danno la possibilità di stamparti il biglietto da solo e risparmiare ancora di più. Qui in Italia Ticketone allegramente ti piazza un tot per spese di agenzia (quali non è dato saperlo) e dieci euro per farti arrivare i biglietti a casa.
Ottimo intervento. Lo dico da musicista e da fan/ascoltatore. Articolo scritto coi piedi. Lo dico da giornalista musicale. Senza rancore… è il bello/brutto del web.
Per quello che mi ricordo mi pareva di avere usato le mani per scrivere… Comunque grazie del complimento Piero, da parte di un Giornalista Musicale si accetta sempre volentieri, magari se la prossima volta ci fai il piacere di scrivere nome e cognome e’ meglio cosi’ posso, anzi possiamo Noi di Distorsioni prendere qualche ripetizione da una penna tanto illustre. Senza rancore ovviamente, ci mancherebbe.
Ho suonato due volte in Germania, si inizia molto prima e la gente c’è, vorrei vedere qui da noi uno che va in un locale alle 20/20.30, e alle 24/24.30 tutto finito. E’ un altro mondo
Alessio tu nn sai cosa dici.e basta
Sono due anni che sto collaborando con un circolo culturale della mia zona (Cuneo), e ovviamente da noi il problema è evidentissimo. Su quasi 200 concerti fatti, dacché collaboro con loro, saremo riusciti a farli iniziare in tempo (22.30, questo è circa l’orario a cui abbiam deciso di fissare l’inizio dei concerti, siccome siamo situati fuori dalla città, e la nostra clientela ci mette circa 20 minuti ad arrivare al locale) soltanto una ventina di volte, non di più!
Incredibilmente la colpa non è nostra, ma grava tutta quanta sugli avventori, siccome prima di tal ora (22.30) praticamente il posto è quasi vuoto, a parte una dozzina di persone affezionate, che magari vengono a far due chiacchiere con noi o vengono a godersi l’ambiente del circolo pre-concerto e magari a conoscere la band che suonerà poco dopo.
Preciso che nella mia provincia è dappertutto così, non è solo il nostro circolo ad essere un caso isolato, anzi!
Sembra che qui la gente abbia assimilato la brutta abitudine del concerto a notte inoltrata e non ci faccia più neppure troppo caso; non parlo solo di locali che fanno musica dal vivo, ma anche dei pub!
Prima delle 11/11.30 la clientela stenta ad arrivare, così che un concerto non lo si può fare iniziare prima delle 11 e 30; incredibilmente il fatto di non iniziare fino a più tardi è sovente richiesto dalle band, siccome è ovvio che suonare in un locale semivuoto non penso sia l’aspirazione di nessun musicista.
Da noi sono passati anche vari gruppi -più di quindici sicuramente- proveniente dall’estero (Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Svezia, Olanda, Messico, ecc.), e finora soltanto un gruppo, il quale aveva un concerto pomeridiano il giorno successivo, si è lamentato di aver dovuto iniziare dopo una determinata ora, che comunque è già definibile come “troppo tardi”.
Probabilmente avremo anche avuto fortuna a trovare band gentili e disponibili, ed è stato anche merito nostro trattarle con tutto rispetto e farle sentire a proprio agio, nonostante il disagio provocato dal dover iniziare a suonare ad un’ora non del tutto “normale”.
Parlando anche da musicista (siccome suono con un gruppo di musica originale da quasi quattro anni e finora abbiam girato molte zone del Piemonte e qualche luogo del resto del Nord Italia), la cosa più scocciante del dover cominciare a suonare dopo una certa ora è sicuramente il fatto che i proprietari di molti club, circoli e pub, se ne freghino parecchio del gruppo, sovente non offrendo neppure cena e magari facendo anche pagare i drink dalla seconda consumazione in avanti (oltre che non considerandoli quasi! [certe volte capita…]).
La situazione tipo è: tu che arrivi alla location del concerto con largo anticipo, siccome “per le 20 dobbiamo aprire e quindi deve già essere tutto apposto”, stai 3 ore ad aspettare dopo aver montato la strumentazione opportuna (che la maggior parte delle volte tocca a te portare), fai il sound check, vai a mangiare in qualche pizzeria d’asporto/kebabbaro nei dintorni (se il locale non ha possibilità di nutrirti in qualche modo), ritorni al luogo dove suonerai, noti che non c’è ancora nessuno e che l’ora prestabilita del concerto è fra circa mezz’ora, aspetti, iniziando ad irritarti per il tedio che la situazione crea, spendi altri soldi al bancone per 1 o 2 bevande, ti prepari psicologicamente per il concerto, sali sul palco e suoni, scendi dal palco, se la serata è andata bene, ti prendi anche qualche complimento dal pubblico (se è andata veramente bene esegui anche un bis), girovaghi per un bel pò di tempo, aspettando che il pubblico si sia dileguato, smonti il palco e la strumentazione, carichi tutto in macchina, parli ancora un momento con il personale/proprietario del locale, riscuoti il rimborso spese/cachet della serata (sperando che non si creino problemi del tipo “eh, di stasera c’è stata poca gente… Mi dispiace ma non posso darvi più di x”, che di norma ‘x’ è abbastanza inferiore rispetto alla cifra pattuita in anticipo, ma pazienza, se si suona per vera passione ogni tanto può anche andar bene accontentarsi), parti per tornare a casa, arrivi a casa e vai finalmente a dormire; e così finisce l’epopea!
Per quanto mi riguarda, la cosa che infastidisce di più è questa, ossia che sovente si è trattati come cosa accessoria, e non come componenti essenziale della serata, soprattutto quando si è l’unico gruppo a suonare. Quello che sovente mi chiedo è: “ma allora perché fai suonare, se tanto poi te ne freghi del gruppo e pure della musica che ti possono portare?”.
Ritornando alla questione dell’inizio dei concerti ad un’ora sempre più tarda, nel circolo con il quale collaboro, abbiam provato ad introdurre un piccolo aumento di prezzo di ingresso (premetto che noi abbiamo un biglietto d’ingresso di pochi euro, o 2 o 3, per contribuire a pagare gli artisti/musicisti che si esibiscono, così da non dover gravare troppo sull’incasso del bar [anche perché, secondo la nostra opinione, è assolutamente giusto contribuire e dare un aiuto concreto a chi suona, siccome oramai si dà per scontato che la Musica sia gratuita, grazie anche alla pirateria ed a tutto ciò che ci gira attorno], che va a coprire le spese di affitto, elettricità, gas, finanziamento di altre attività culturali, ecc.), soltanto dopo le 23.00.
La cosa non è assolutamente stata gradita da nessuno degli avventori, siccome praticamente quasi tutti hanno pagato la “sovrattassa”, per le poche serate nelle quali abbiam deciso di introdurla.
Le lamentele sono state così tartassanti e numerose da indurci a lasciar stare l’impresa di far arrivare prima le persone e di ritornare alla solita routine del “prima delle 23.30 niente concerti”.
Questa è la mia esperienza del cuneese, dove è la gente ad aver preso la decisione di non uscire di casa prima di una certa ora; non metto in dubbio che da altre parti sia sicuramente colpa di proprietari/gestori di locali furbetti, che si fanno i cazzi propri, ed ai quali non frega troppo nè della Musica nè degli appassionati di Musica!
purtroppo la massa italiana è drogata di pigrizia e scarsa intraprendenza al punto che i gestori dei locali sono riusciti a farci fare tutto quello che volevano, sono riusciti a farci fare un aperitivo dalle 20.00 fino alle 22.30/23.00 in qualche locale fintamente alla moda che serve tartine e tramezzini almeno del giorno prima a prezzi vergognosi, sono riusciti a farci pagare tessere di associazioni culturali travestite da rock club che quasi ogni mese vengono nuovamente “rinnovate” per sfilare un altro paio d’euro al povero appassionato, sono riusciti a farci pagare 10/15 euro a ingresso spesso unendoci (per salvarsi la faccia) una consumazione pari a un bicchiere d’acqua che hai pagato caramente nel biglietto d’entrata e non è affatto gratis! Vuoi una birra? Sono almeno 5 euro per un bicchiere di plastica il più delle volte. Sono riusciti a risparmiare persino su cio che più conta e cioe sul service, praticamente sempre scadente, con microfoni al meglio ammaccati perchè caduti mille volte, batterie senza microfoni, amplificatori mai revisionati e soprattutto fonici che non sono affatto fonici e se ne strafottono dell’armonia e della cura del suono ma passano il loro tempo ad attaccare 2 cavi e chattare con il loro smartphone all’ultimo grido che li fa sentire piu fighi di quanto li faccia sentire il loro bellissimo lavoro, tutto questo in locali dall’acustica nauseante, mai insonorizzati a dovere, dove gli ampli ti sparano in faccia tutta la loro frequenza in 20 mq di stanza. Gli addetti ai lavori, i cari gestori, sono riusciti a farci schiattare in posti angusti fino alle 23.00/23.30 per riuscire a godere della musica dei nostri beniamini col pensiero fisso all’alzataccia che ci aspetta il giorno dopo, dov’è finita la musica live? In Italia è mai esistita? A Roma è mai davvero esistita? Il titolo di locale migliore della capitale è conteso da posti come stazione birra (il meno peggio forse), geronimo e altri che sono lontani km e km dalla capitale. Sono riusciti a farci fare tutto questo, ma in realtà siamo NOI che ce lo siamo fatto fare sotto il naso senza proferire verbo, senza opporci e tornarcene a casa. In italia non c è mai stata una vera cultura della musica, non è rispettata la musica, te ne accorgi in ogni frase, in ogni ambiente attiguo, adiacente alla musica, te ne accorgi vivendola da spettatore, da musicista e dalle radio, dove senti dire che il liga ha appena sfornato l’ultimo dei suoi “pezzi rock” privi di personalita musicale, dove Vasco Rossi continua a pisciare nelle radio gli scarti che 30 anni fa non aveva neanche il coraggio di pensare. C è marciume ovunque e i gestori e gli addetti ai lavori questo marciume l hanno capito e l hanno fatto crescere a guadagno delle loro tasche perchè nessuno s è mai opposto a questo schifo, perche ce lo siamo fatto fare noi, senza dire niente, perche qui non c è mai stata una cultura musicale, perchè non c è mai stato un popolo educato ed acculturato. GRAZIE, anche se nessuno lo leggerà perche è davvero lunghissimo, mi sono decisamente sfogato!!!!!!
Bravo… <3
Respect
..condivido pienamente..
Nell’articolo si fa riferimento al modo inglese di fare i concerti, ma non esiste solo quello!
Se si guarda alla spagna o al portogallo diciamo che prima delle 23.00 in giro stanno solo i turisti che si ritirano nei loro alberghi esattamente quando la gente del posto mette fuori il naso (da casa o dai ristoranti)
E la serata prosegue fino alle 5 imperterrita e frequentatissima!
Non c’è una regola diciamo. Parlo da musicista e di rock club d’italia ne ho girati abbastanza, ho cominciato a suonare a tutte de ore comprese tra le 22 e le 1.00 (se il concerto dura 1h30 fate il conto di quando si finisce, ogni locale conosce i propri avventori e in base a ció si regola)
Per la parte dell’articolo che dice “poveri musicisti che suonano gratis e il mattino dopo devono lavorare presto” bene avrei da ridire e parecchio. Se oggi al momento attuale vivo di musica è perchè primo non suoni gratis pur di suonare se pensi che la tua musica valga qualcosa, e secondo ci ho talmente creduto anche in periodi di finante in caduta libera che sono riuscita a farci il giro. Difficilmente suonando in toscana ad esempio (dove c’è un buon numero di club) avrei potuto essere al mattino al lavoro a Trento ;)
Concludendo ho letto un commento che parla di tribute band, attenzione dividiamo i due mondi: i locali, il pubblico, i cachet, il trattamento, il pibblico e la filosofia sono radicalmente diversi e inconciliabili. Faccio e ho fatto entrambe le cose (da chitarrista di puó) a livello professionale e posso parlarne con cognizione: quando fai musica tua suoni in club, ti trattano “da artista” ma ti pagano poco e suoni davanti ad appassionati/ragazzi notturni/motociclisti/ragazzoni e difficilmente il pubblico supera i 45 anni; con le tribute band suoni in locali-ristorante, ti trattano maluccio e ti pagano bene, suoni davanti a famigliole e segretarie frustrate, casi umani e fighetti a caccia di ragazze, e anche persone più in la con gli anni che in comune hanno la totale assenza di gusto musicale.
questo articolo è assolutamente vero… dimostrazione che il 22 dicembre dell’anno scorso, andai a vedere uno dei miei gruppi preferiti… il prezzo della prevendita non era esagerato, si parlava di 8 euro… ma chi, come me, aveva preso la prevendita, non aveva nessun vantaggio, inquanto chi arrivava li senza prevendita, pagava comunque 8 euro… ok mi sono saltato la fila al”entrata, almeno quello… ma in ogni caso hanno suonato ben 4 gruppi spalla… il gruppo di testa ha iniziato a suonare quasi a mezzanotte e mezza, il concerto è finito intorno alle 3 se non ricordo male, sta di fatto che tra autografi, foto con qualche membro della band, ce ne siamo andati via alle 4… io sono disoccupato purtroppo e non mi costa gran sacrificio tornare tardi, ma mi metto nei panni di tutti quei poveri lavoratori, che magari sono stati costretti ad andare via prima e non godersi a pieno lo spettacolo… è un peccato che ancora oggi accadano queste cose…
discorso molto bello ma no del tutto vero, anche in inghilterra in tantissimi casi la prevendita costa di più dell’acquisto all’ingresso causa diritti rpevendita e spedizione del biglietto ..quindi un biglietto del costo di 27£ arriva anche a 34£ . il problema degli orari è molto legato agli orari di chiusura dei negozi … il 90% delle attività chiudono tra le 17:00 e le 18:00 . se posso aggiungere ho visto altre città in altre zone d’europa .. faccio l’esempio di Madrid dove invece sembra in media essere peggio dell’Italia … i negozi aprono più tardi la mattina 10:00/11:00 e chiudono di conseguenza 21:00/22:00 e il movimento dei locali parte con l’ultima metropolitana non ricordo se alle 00:00 oppure 01:00 .. e tutti i locali sono pieni fino alla prima metro… poi si dorme qualche ora e si ritorna a lavoro .. tutto funziona alla grande .. paese che vai usanze che trovi :D non stiamo sempre a dire che tutto in Italia è sbagliato e brutto (sono d’accordo che bisognerebbe bruciare tutti i politici).. l’italia ha le sue caratteristiche che ci contraddistingue da tanti altri paesi .. poi siamo i primi che ne parliamo così male poi quando ci spostiamo all’estero andiamo tanto fieri del nostro paese e della nostra cultura .
l’articolo solleva una questione interessante: peccato che sia trattata in maniera così superficiale e dilettantesca.
Che articolo del cazzo.
Ho organizzato concerti per anni, concentrandomi al massimo sull’estivo di un neonato club che offre SOLO musica dal vivo e SOLO inediti, prevalentemente esteri, e prima delle 23 non arriva mai NESSUNO.
Ho fatto suonare band SCONTENTE alle 21, scrivendo sul cartellone e sull’evento facebook “INIZIO TASSATIVO ORE 20:30” sperando che anche i ritardatari arrivassero in tempo per l’inizio, e vedendole esibirsi davanti a me e ai baristi. Due ore dopo il locale si riempiva di colpo.
E quando la gente arriva comoda alle 23 e sta per entrare e chiede “ma hanno già suonato i Tizio Caio?” oppure “ma da quanto hanno cominciato?” e li vedi andare via scocciati e senza aver pagato perché si sono persi il loro gruppo preferito, ti chiedi: ma chi me lo fa fare di cominciare presto e perdere clienti?
Poi è bello quando decidi di fare il grande passo e mettere il biglietto su TicketOne, e vedi che quel sito non solo si mangia parte del tuo ricavato, ma per di più aggiunge anche 1,50€ di commissione su ogni biglietto che vende. Per non parlare delle tasse (i famigerati d.d.p.). Allora tu ti chiedi: perché ho fatto la prevendita, se alla fine al CLIENTE costa più del biglietto in cassa ma a me ORGANIZZATORE arrivano 2/3 dei soldi?
Credete davvero che sia colpa del locale e degli organizzatori? Ma non diciamo cazzate.
ti do pienamente ragione ma la soluzione 18-21 potrebbe funzionare solo di sabato o domenica qui
finchè uno finisce di lavorare alle 18-19 durante la settimana non potrà mai andare ad un concerto che non sia a 3 km da casa sua
Qualcuno magari l’ha già scritto ma dico solo che per me che vengo da una realtà montana o comunque isolata dal punto di vista di eventi rock (Belluno prima, Trento ora), andare a vedere un concerto significa come minimo 1 ora e passa di auto quindi i concerti infrasettimanali siccome cominciano tardissimo sono esclusi a priori causa il ritardo del ritorno a casa (come minimo dalle 3 del mattino in poi). Insomma io girerei anche per concerti ma con certi orari li scarto a priori ed è un peccato.
Sono d’accordo con quanto scritto nell’articolo.
Sono di Torino e sono circa 13 anni che vivo nell’underground e faccio musica. Per la precisione metal.
Vorrei raccontarvi un’esperienza di pochissimo tempo fa. La seconda settimana di Ottobre, assieme al mio gruppo (i Kill The Sphinx), siamo stati impegnati in un tour in Russia di 5 date.
Laggiù i concerti -noi eravamo di spalla a un nome internazionale- iniziano alle 18.00 circa. E vanno avanti fino alle 23.00 circa.
E anche lì la gente lavora a orari simili a nostri.
Tuttavia i concerti vengono fatti in una fascia oraria umana e gestibilissima.
Coi gestori dei locali che nel pomeriggio sono già presenti, non come qui, dove molto spesso ho dovuto sacrificare il soundcheck necessario per via della mancata presenza , quindi delle chiavi di ingresso, del proprietario o di chi per lui.
E poi, questi locali, chiudevano tutto sommato presto. A mezzanotte erano chiusi.
Oppure avevano gli spazi, o l’organizzazione adeguata, per fare una serata successiva o alternativa a quella in atto.
Cose dell’altro mondo per noi. E non parlo di Mosca. Ma anche di città che erano dei tuguri rispetto alle nostre.
Il problema da noi risiede tanto nel pubblico quanto nei locali. E’ un circolo vizioso. I locali iniziano tardi perchè la gente arriva ancora più tardi. E via dicendo. Io comprendo il lato della barricata di chi ha un bancone. Ma allora che si punti a fare le cose a orari più adeguati.
Qui a Torino i locali dove suonare rock e metal dal vivo si contano sulle dita di una mano.
Possibile che non possano mettersi d’accordo?
boh io non sono molto d’accordo per molti punti di vista! primo perchè non mi è mai capitato di pagare di più con la prevendita, secondo perchè non andrei mai e poi mai a un concerto metal o rock che sia di sera presto, per il fatto che secondo me un bel concerto metal si può apprezzare solo di notte almeno dalle nove e mezza in poi; penso che siano spettacoli noturni ma ma ognuno può avere il suo personale punto di vista! terzo io sono uno studente universitario ma non sono un figlio di papa e non penso che sia così difficile aspettare fino a tardi che finisca il concerto! non capisco proprio questo punto di vista!!
*figlio di papà.. (ho sbagliato scrivendo..) e dimenticavo di scrivere che secondo me quello che dovrebbe cambiare realmente nel campo di questi concerti è la frequenza e anche la pubblicità dato che gruppi del genere metal pesante come deathcore, death metal, metalcore ecc ecc non sono minimamente pubblicizzati quasi fossero roba da drogati o simile! viene pubblicizzata solo e soltanto la musica che fa comodo alla società e ai media!!
E’ la cultura media della persona italiana:
Se ne frega degli altri
se ne frega di come dovrebbero essere fatte le cose
Fa quello che gli va di fare, con minor fatica\buonsenso che si può.
Nessuno vive più la sua vita pensando agli altri,
nessuno ha più la premura di tramandare buonsenso
ed a nessuno interessa di aiutare quei pochi che cercano di farlo.
Io sono un batterista e so che ci sono molti altri come me.. ma ora più che mai, leggendo questo articolo.. concordo
e non posso fare a meno di sentirmi solo.
A voi artisti underground,spettatori, appassionati..
vi voglio bene.
“We Shall Never Surrender” cit.
ho letto tutto il tuo articolo, abbastanza interessato in primis, molto molto deluso e scocciato subito dopo.
la tua analisi è imprecisa e facilona, parli di cose che evidentemente non conosci bene e/o di cui non capisci appieno i meccanismi, e dispiace vedere che ci siano anche svariate persone d’accordo con te. vorrei di risponderti in maniera concreta anche se è difficile dato che i punti sono tanti e, alcuni, anche abbastanza complessi.
ti parlo da (ex) musicista, da (ex) booker/promoter e da gestore di un locale (circolo) nonché frequentatore abituale di concerti, e dico questo per spiegarti che sono stato e sono tutt’ora da entrambe le parti della barricata.
innanzitutto, l’epidemia di ritardo non nasce dal locale, né per vendetta (nei confronti di chi poi) né per “ingrassare altri locali” o far spendere soldi ai poveri avventori, dato che, se ognuno tira l’acqua al proprio mulino, dovrebbe cercare di attirare i potenziali clienti nel PROPRIO locale, non ti pare? sarebbe un controsenso altrimenti.
se le persone tendono ad uscire sempre più tardi, a far slittare gli appuntamenti sempre di più, ovviamente tutti gli orari si sfalsano e sballano. nel giro di pochi anni l’orario dell’aperitivo (considerato l’inizio della serata) è slittato dalle 19 alle 20 se non oltre, a cui segue la cena e quindi, il resto della nottata.
mentre qualche anno fa la clientela si presentava alle 22 (orario peraltro normale per un live che dura di media un’ora e mezza o due, permettendo a tutti di rientrare verso mezzanotte), ci si trova ora ad arrivare alle 23 con il locale vuoto, in attesa dei primi avventori.
posso dirti che chiunque lavori in un locale di musica dal vivo ha provato in mille modi a far venire prima le persone (solo per citare degli esempi: sconti per chi arriva prima delle, gratis per chi arriva prima delle, bevuta gratis per chi arriva prima delle, concerti matinée o pomeridiani, orario cena, aperitivo incluso, etc etc) e posso garantirti che NON FUNZIONANO, perché si è ormai creato un circolo vizioso per cui la gente sa che fino ad una certa ora non va nessuno e quindi per forza di cose il concerto non inizierà prima. e vuoi sapere perché? perché ogni band che suona ha bisogno di un rimborso o di un compenso, piccolo o grande che sia, e guarda un po’ quei soldi vengono proprio dal biglietto che si paga per entrare, non crescono sugli alberi né escono da un rubinetto, e quando una serata va male come partecipazione, se va bene vengono presi dal bar, se va male, qualcuno si deve frugare in tasca e mettere la differenza.
e posso garantirti che questa situazione è TIPICA, perché a meno che non si tratti di una discoteca, o di un pub, la maggior parte dei locali di musica dal vivo sono mandati avanti da disgraziati che credono talmente tanto in quello che fanno al punto di fare sacrifici, spese, ore piccole e alzatacce, mandando avanti un posto solo per offrire qualcosa di costruttivo e alternativo nel posto in cui vivono. e molti di questi, il giorno dopo, si alzano per andare a fare il loro vero lavoro, perché il punto della questione che tu ignori è che in italia i gestori dei locali spesso e volentieri non guadagnano dalla musica, alcuni non hanno nemmeno uno stipendio perché il locale magari è un circolo, e per scelta o per necessità, non ne tirano fuori una lira.
ti spiegherò il concetto con un esempio facilitato, con numeri rotondi e ipotetici:
• chiamiamo a suonare il gruppo X, che chiede 1000 euro di cachet;
• stimiamo una probabile affluenza di 100 persone, quindi 1000/100 = 10 – è il costo del biglietto per coprire la spesa del cachet (nella valle dei sogni, probabilmente, ma vabbé);
• ci sono delle spese extra da sostenere (siae, ospitalità, cena, affitto del locale, affitto dell’impianto, fonica, pulizie, buttafuori, forniture di acqua luce e gas, materie prime), i cui costi devono essere sostenuti dal bar, unica altra fonte di incasso;
ora si prospettano due opzioni:
1) si presentano 100 persone (o più), il bar incassa il necessario e magari anche di più, e mette da parte un tesoretto da ri-investire in un’altra serata;
2) si presentano 50 persone, il bar non lavora e mancano soldi. secondo te chi mette la differenza? i musicisti vogliono essere pagati quanto prestabilito, ed anche le bollette vanno pagate, e non è che bastano un sorriso e una stretta di mano per mettere tutti d’accordo.
non nego che ci siano locali che non si comportano così, ma i posti che conosco io (e credimi, ne ho girati diversi) tendenzialmente si comportano così, perché ci tengono che i musicisti si siano trovati bene, siano stati pagati quanto devono essere pagati e che parlino bene ad altri del locale.
ci sono ovviamente anche situazioni di merda, con gestori che non pagano le band o le pagano meno, non offrono loro vitto, alloggio, simpatia o cordialità, ma ti garantisco che una volta sparsa la voce, quei posti non vengono più presi in considerazione.
tornando al punto, quindi: se non si presenta nessuno all’orario prestabilito, oltre a causare un imbarazzo frustrante e demotivante anche nei confronti dei musicisti o evitare che suonino di fronte a 5 persone in croce, si aspetta, spesso tanto, a volte troppo, ma bisogna farlo perché bisogna farlo, altrimenti i locali chiudono, i concerti non ci sono più e, scusa il francesismo, la prendono tutti quanti in culo: chi voleva fare qualcosa di bello, chi voleva vedersi un concerto, chi voleva suonare.
nel mio circolo, in una piccola città di provincia, si combatte tutti i fine settimana da 5 anni a questa parte per mantenere in piedi qualcosa di bello e senza mettersi una lira in tasca, e credimi, se potessi evitare di fare le 6 di mattina tutti i fine settimana, lo farei volentieri, ma l’andazzo è questo e l’unico modo di andare avanti, se non sono le persone in primis ad interessarsi, ad arrivare prima, ad essere puntuali, è stringere i denti e resistere.
e mentre ci si indebita, ci si lamenta, ci si sente frustrati, torniamo lì ogni fine settimana, perché crediamo che quello che facciamo abbia un valore più alto, non monetizzabile, ma che forse, ma solo forse, potrebbe contare anche qualcosa per qualcuno, e se questo qualcosa di puro e etico dovesse malauguratamente finire nella merda, nel lungo termine sarebbe una perdita per tutti.
spero di averti fatto capire un minimo il punto di vista, non so se sono stato chiaro, ma mi premeva portare un contributo alla questione anche da parte di chi in questo articolo viene descritto come una sanguisuga menefreghista e arraffone, quando in realtà posso garantirti l’italia è fitta di realtà piccole e non che fanno davvero la differenza e che si distaccano profondamente dalla visione distorta che hai tu.
Parlo da musicista underground, sono 4 anni che giro europa e resto del mondo con la mia band. Premetto che facciamo garage, genere che va molto in piccoli live club, quindi classica serata e non evento da grande nome.
Francia, concerti iniziano tra 21,30 – 22,30. La gente paga normalmente 2-3 euro di ingresso (solo per il live) per il nostro cachet che di solito in francia è tra i 200-300 euro.
Norvegia, inizio 22,00 circa (band apertura) 23,00 (live principale), si paga l’ingresso.
Inghilterra, inizio massimo 22,30, con biglietto d’ingresso, però erano tutte serate “organizzate” da promoter che affittano il locale per la loro serata.
Spagna, forse sono peggio degli Italiani, finiscono di cenare alle 22 e ti fanno iniziare alle 23 davanti a nessuno! ma non paghi il biglietto.
Svizzera, inizio alle 21,30 – 22,00 con ingresso
Germania, Orario abbastanza vario, mai prima delle 22,00, biglietto all’ingresso.
Messico, 21,30-22,00, biglietto all’ingresso.
Cina, 21,30-22,30 senza ticket.
Belgio e Olanda, 22,00 – 22,30 con ticket.
Italia: Non credo di aver mai suonato in Italia prima delle 22,30. Una volta sola abbiamo iniziato alle 1,00 ed è stata fisicamente durissima suonare…
Il problema del sud Europa (italia-spagna-balcani) è la scarsa cultura del live. Da noi vanno di più altre cose, come aperitivi lunghi e gente che va a cena alle 22…. Durante la settimana poi non esiste andare a vedere un live!
Credo sia un problema che non si può risolvere, al più si può cercare di diffondere una cultura diversa e sperare che nei prossimi anni si abbia un cambiamento…
D’accordissimo! Il problema è sostanzialmente culturale!
Io ho smesso di andare a vedere concerti nei club. Non è possibile fare certe ore per un concerto. Non si sta parlando di sconvolgere i ritmi italiani, ma di cambiare mentalità. Iniziare alle 21.30 non è impossibile. Infine una domanda per gli scettici: in quale fascia oraria un cinema qualsiasi sbiglietta di più?
Finalmente qualcuno che appoggia le tesic he sostengo da molto tempo: se lavori difficilmente avrai la posssibilità di andare ad un concerto senza poi essere uno zombie il giorno dopo. E tutto questo perchè il credo qui, è che se un evento inizia “presto ” non è abbastanza figo. E poi al gestore tocca anche spostare l’inizio dell’esecuzione, dopo che magari hai fatto i salti mortali per fare il soundcheck e quel ritardo ruba tempo prezioso alla tua performance. Io credo che bisognerebbe cominicare intanto a far iniziare in orario gli eventi (cosa che nei concerti accade assai di rado) e, perchè no, anticipare gli orari. Che male c’è? Forse non è cool, ma permetterebbe a tutti di fruire della musica.
ciao,sono Ray,organizzo conerti live e dj set, reggae e black music ,da oltre 15 anni in lombardia ,ho collaborato con tutte le realtà possibili,dai centri sociali,ai club,ai locali,arene al chiuso e estive all’aperto,post privati,pubblici e altro.
le realtà sono molto differenti,ad es il discorso orario,per i posti estivi all’aperto non vael,perchè il tetto massimo è mezzanotte.lo dico perchè per 4 minuti di sforo abbiamo ricevuto multe salate,per cui..vabè per, devo dire che se io voglio proporre un’arricchimento del concerto con un seguito al live,magari un dj set per far ballare le persone che son venute al conerto,beh non posso.e ciò capita spesso.non so cosa sia meglio,andare a letto,o per chi può,restare a ballare?parlaimo di live ch einizaino alle 21-22.prima non si può perchè come fa notare qualcuno,molte attività lavorative e non solo,termiano tra le 18,30 e le 20.ammettendo che saltiamo la cena per un panino con la salamella…cmq si fanno le 21,minimo.spesso poi i posti,anzi sempre,sono in periferia,come minimo.
vabè poi i concerti nei club(ormai cosa rara)io lavoravo al Rolling stone,mitico club milanese,direi che si iniziava alle 21,30-22,perchè alle 24 bisognava terminare,parlo dei live.
Più o meno uguale per ciò che riguarda il Liveclub di trezzo sull’adda,bellissimo posto per i live,ancor attivo,fortunatamente e molto tollerante.poi discorso a parte meritano i dj set,entrando a far parte dei permessi da discoteca,possono iniziare più tardi,ma si sa,i clubbers,amano la notte..poi i centri sociali,quelli che ora nonc sono più,ovvero quelli che facevano un pò di clubbing,vabè quelli si che iniziavano minimo a mezzanotte,ma erano posti per gente particolare,poi si parla del week end,quindi raving..
insomma io sono d’accordo sul fatto di inziare presto,perchè tutti e dico tutti gli addetti ai lavori sono d’accordo,dato che x loro trattasi di lavoro,quindi non hanno nessun interesse a fare le 5 di mattina,anzi.i gestori non è vero che amano orari impossibili,anche perchè li porta ad avere problemi con la legge,che ha orari da rispettare,credetemi,il problema è culturale,è la gente che prima esce va a bere poi quando si convince tutta la ballotta,allora sì ,si va nel locale ma non prima di 11,30 mezzanotte,lo so perchè io prima che lavoratore dello spettaocolo ,sono stato e resto un fan della musica,quindi ho lottato per anni ,per portare i miei amici,tutti,a vedere il tal show e per riuscirci,dovevo aspettare alemeno le 23,23,30,ve lo giuro.a volte infatti,mi spazientivo,mandavo tutti a cagare e andavo via dicendo,io ci tengo a vederlo,non ci vado perchè”ci si va”,ma perchè mi piace,per cui..saluti e ci si vede lì.
Sono completamente d’accordo. Le mie esperienze:
Ho vissuto a lungo in Puglia dove concerti belli ce ne sono pochi e spesso devi spostarti in auto per diversi km. Sarebbe stato bello iniziare prima in modo da non dover guidare a tarda notte, stanca.
Ho vissuto a Seattle, dove i concerti iniziano alle 20 (e finiscono alle 22) in settimana e dalle 18 il sabato e la domenica. I locali si mettono d’accordo per farsi la “staffetta” (per es. Comet Tavern dalle 18 alle 20, Fun House dalle 21 alle 23), riuscivo a vedere anche sei concerti in una sola sera! A mezzanotte tutto finito, se volevo tirar tardi andavo a ballare.
Ora vivo a Milano, dove non avendo la macchina è tutto molto faticoso. Tralasciando il discorso prezzi, che sicuramente incide al 50% sulle mie rinunce, l’altro 50% di rinunce è da addebitarsi agli orari: se un concerto finisce alle 2 di notte, devo aspettare fino a mezz’ora l’autobus notturno perché la metropolitana è bella che andata, e vi dirò, soprattutto d’inverno, al freddo, non mi sento affatto sicura. Se poi dovessi aggiungere al costo del concerto (+birretta, +cd, +maglietta ecc ecc) il costo di un taxi, dovrei dedicare il mio stipendio alla vita notturna.
Concerti presto, concerti migliori! Ce lo meritiamo!
Propongo una standing ovation per questo articolo!!!
Ci sarebbe moltissimo da dire in merito agli orari e a tutte le problematiche pre e post concerto alle quali portano…
Da musicista posso garantire che iniziare a suonare a mezzanotte o l’una, è sfiancante e demotivante. Forse non molti sanno che i musicisti, in linea di massima, devono essere presso il locale dove suoneranno più o meno alle 18.00 per il soundcheck…
Salire sul palco 6 o 7 ore dopo (specifico: ore di attesa NON retribuite), risulta davvero pesante.
Soprattutto se il pubblico alle 21.30-22 è già lì…
Inoltre, una volta finito di suonare, bisogna anche smontare l’attrezzatura, caricarla in auto, rimettersi in viaggio…più o meno si fanno sempre le 3 del mattino, se si è vicini a casa…e magari il giorno dopo bisogna andare a lavorare…
Il risultato finale, quindi, è che ben poche persone del pubblico restano ad ascoltare fino alla fine e tu, musicista, te ne vai dal locale stanco morto per aver suonato davanti a due persone.
La colpa non è delle persone che vanno a sentire i concerti, perché la gente deve pur dormire, ed io stessa, da spettatrice di concerti altrui, trovo devastante dover attendere fino a tardi l’inizio di un concerto…
Poi non ci si stupisca se chi assiste allo spettacolo non è troppo vitale…
Il problema vero, secondo me, è che in Italia non esiste una vera cultura del live, né della musica. Spesso i locali che fanno suonare dal vivo sono improvvisati e di sicuro, per quanto riguarda i piccoli locali, non esiste come all’estero un discorso del tipo “vado ad ascoltare musica, poi se il locale propone qualcosa da mangiare ben venga”, qui in Italia è “vado fuori a mangiare, poi se c’è qualche band che suona, magari chiedo di abbassare il volume”…ecco quindi che la musica viene relegata all’ultimo posto, con tutte le conseguenze del caso…
Ciao,
sono un commerciante e proprietario di un piccolo pub.
Non capisco come si possa pubblicare un articolo del genere.Sembra lo sfogo di un ragazzino per le modalità e il lamento di un vecchio perchè “iniziano troppo tardi”.
Non so se ti rendi conto che in Inghilterra e negli Stati Uniti si cena mediamente alle 17:30 / 18:00.E’ una cosa tipicamente anglosassone se non te ne fossi accorto.Nei paesi latini e in particolare nel sud Italia e in Spagna si mangia molto tardi, sempre se non te ne fossi accorto.
Tu ti stai lamentando di una tradizione “culturale” radicata da secoli: l’ora di cena.Di conseguenza la serata è costruita sugli orari che ci sono storicamente in un determinato posto.
Poniamo ora la questione lavorativa.Io ad esempio faccio il commerciante e chiudo la baracca alle 19:30.Per me un concerto che inizi alle 20 è improponibile.Ora ogni locale, ovviamente, deve avere un introito.Già la siae strizza le palle alla musica dal vivo poi ci si mette ( e parliamone cazzo) il poco pubblico italiano ai live.Brutto da dire anzi vomitevole da dire ma una cover o tribute band del cavolo riempie più di un gruppo di inediti.Io combatterò sempre la mia crociata contro questo genere di show ma la questione è anche qui culturale e segno di un’ignoranza musicale clamorosa nel nostro paese.E su questo è difficile dare la colpa ai proprietari di locali.Se un locale non incassa cambia rotta, se la musica dal vivo non lo fa incassare smetterà di farla.Il proprietario di locale non è un mostro mangiasoldi ( ne esistono ma pochi sono così).Deve pagare i dipendenti (barman, fonico,camerieri,pulizie), le tasse (non sono poche in Italia) e deve anche portarsi a casa uno stipendio altrimenti il gioco non vale la candela.
Tra le altre cose sono proprietario di un piccolo pub.Ho provato a fare qualche serata con acustici blues, serate ben pubblicizzate e di buon livello ,alla fine ho tirato le somme.La siae mi costa un fisso più il 10% dell’incasso, la risposta del pubblico non c’è stata come credeve, il gruppo lo devo pagare.Risultato?mi conviene non fare musica dal vivo.Le spese superano l’incasso!Io non lavoro per beneficenza, ma per portarmi a casa uno stipendio con il quale mantenermi.
Chiudo dicendoti:
“ma se una sera fai tardi per un concerto è un problema?io mi lamento se lo show non è di livello ma amo talmente tanto la musica che fare tardi è l’ultimo dei problemi”.
Io non capisco la logica per la quale un locale dovrebbe consapevolmente scegliere di lavorare tardi. Se fosse una questione di soldi vorrebbe lavorare sia presto che tardi…
Se potesse scegliere lavorerebbe presto perchè eviterebbe di fare l’alba e di avere enormi problemi col vicinato.
Organizzo concerti ed eventi da anni, e il problema non penso risieda nei locali. Aggiungo anche che ho suonato in giro per anni e che i musicisti devono smetterla di sentirsi sfruttati perchè LORO investono soldi negli strumenti e nelle prove.
I gruppi comunque quando scelgono di VENDERE il loro show ai club entrano in un discorso di domanda e offerta se non portano gente e non sono economicamente sostenibili si facciano rimborsare dalla SIAE.
No?
I problemi della musica dal vivo sono:
-mancanza di spazi (costi troppo elevati per i locali)
-mancanza di cultura musicale (qui si apre un discorso generale sulla cultura)
-mancanza di soldi in generale (ora con la crisi più che mai)
-pesanti limitazioni e sanzioni esagerate in caso di lievi irregolarità
Musicisti unitevi e mettete su un Club, c’è bisogno di Club.
Ah…musicisti andate a sentire i concerti, che spesso siamo i primi a non recarci al concertino…
in inghilterra e negli states non cenano e se cenano è sempre verso le 19, mai dopo.
i negozi o restano aperti 24h o chiudono presto, gli uffici e le fabbriche idem.
smettiamo di fare parallelismi con l’italia.
un ragazzo standard lavora fino alle 18 (se lavoro in un negozio anche fino alle 20, in un ristorante poi non ne parliamo), cena alle 20, a volte anche 20.30, ci impiega una mezz’ora, poi esce, si trova con gli amici e vuoi che non sia almeno le 22?
per fare buoni concerti, ci vuole pubblico, i grandi festival se lo possono permettere ma un locale da 200 posti vive delle realtà locali e se un ragazzo prima delle 22 non è fuori di casa per quale motivo io, locale, dovrai far cominciare un concerto alle 21.30? poi alle 23 quand’è finito che si fa? ci si sorbisce 6 ore di dj? ma in che nazione vivete (o vorreste vivere)?
Dico solo una cosa:
Siamo dei cazzo di ESSERI UMANI ma che dico, ESSERI VIVENTI la notte bisogna DORMIRE e bisogna vivere il GIORNO!! Basta con sti concerti che iniziano a mezzanotte, le una eccetera… Quella è roba da discoteca, ma che centra, se poi vogliono fare DJ Set fino a mattina va bene, ma se sono venuto per il concerto, a una certa ora deve essere finito!
Fortunatamente ci sono artisti, o gruppi (Max Gazzè, Afterhours, Verdena, Capossela) che ESIGONO di finire per un orario decente, e questo perchè ormai il nome lo hanno, o magari anche l’età…
Oltretutto, questo è provato, molti cantanti preferiscono arrivare sul palco con lo stomaco semi-vuoto (Specialmente i Big), e dopo un po si sa, viene fame…
Scusate ma non si può argomentare partendo dalla realtà “radiohead” e accomunarla al centro sociale o al locale. Io ho visto centinaia di concerti Grossi, mai rientrata a casa più tardi di mezzanotte, le band iniziano alle 21 finiscono alle 23.45 canonico bis poi tutti a casa. Perchè le ordinanze comunali in una città come Milano sono restrittive e tassative e pensate appunto per permettere a tutti di godersi il concerto e poter tornare a casa coi mezzi pubblici. Il problema nei locali è culturale come diceva qualcuno, non solo perchè le greggi preferiscono entrare in massa già sbronze, ma spesso anche perchè spesso contano dopo una certa di non pagare più l’ingresso. E permettetemi di dire anche che alcuni musicisti “indie” de noartri c’hanno un atteggiamento da rockstar maleducato e poco serio, presentandosi nei luoghi tardissimo o in discutibili condizioni ( e hanno venduto 200 copie). Ridimensionateli per favore.
Mah, personalmente non sono d’accordo. In Inghilterra la giornata finisce alle 17, la cena non è un rito come in Italia. Perchè il circuito regga il concerto deve cominciare alle 23 e finire all’una. Questo perchè uno deve tornare a casa dal lavoro,poi se esce e va a mangiare fuori non riesce certo a finire prima delle 23. Tenere inoltre conto che in Inghilterra, Usa e tutto il mondo i locali LIVE sono in centro. Dunque c’è sempre passaggio e possono anche azzardare orari diversi o più concerti in una sera. Invece in Italia il locale live deve imbelinarsi ad almeno 10 km dall’ultimo umano intravisto e quindi ci devi andare apposta ed allora sarà lì che devi passarti la serata. Infine in Italia non si capisce come mai abbiamo voluto dare al lavoro mattutino dei ritmi anglosassoni quando nessun paese latino li ha.
e’ anche una questione di culture e di abitudini – non e’ detto che dobbiamo per forza somigliare agli altri… io sono sia musicista (anzi urlatore da palcoscenico tanto per non offendere il musicista) che gestore di un live club… faccio concerti da 25 anni e le cose sono cambiate molto poco.. l orario di inizio si e’ spostato di una mezz oretta circa rispetto all epoca quando ancora non esistevano i centri commerciali che chiudono alle 21… gli incassi erano decisamente diversi… la gente spendeva molto di piu’… questo a difesa di tanti locali come il mio che la mattina devono appoggiare i soldi per i vari pagamenti nonche’ stipendi (potrei fare una lista infinita ma ve la risparmio)… nel complesso e finisco, dico che il popolo italiano e’ un popolo notturno e io ne vado fiero… è la nostra cultura e io ne vado fiero e non mi salta nemmeno per l anticamera del cervello fondermi nelle altre… certo questo a discapito di chi come lei probabilmente fa’ fatica ma le assicuro che siete davvero pochi e il vile denaro putroppo conta… conta in italia piu’ di altri posti e conta sopratutto in questo periodo non proprio roseo per la nostra economia… saluti
Ne parlavo ieri, casualmente, con un amico coetaneo, che mi diceva come a Chicago (dove è stato di recente), per fare un esempio i concerti nei locali inizino alle 21,30, inderogabilmente. L’inizio ritardato dei concerti è uno dei motivi che mi hanno allontanato dolorosamente dai concerti. Non ce la faccio più alla mia età ad andare a vedere concerti che iniziano alle 23 (se va bene), cioè quando invece dovrebbero terminare.Per non parlare poi delle condizioni terribili in cui si vedon i concerti: chi ce la fa a 60 anni a stare tre ore in piedi? La cosa paradossale è però più generale. La musica rock moderna (e intendo Rock in senso non filologico, è un termine estensivo) è ormai in gran parte la musica classica contemporanea, con buona pace di gente come Fazio che invita o Baglioni o Abbado. E’ dunque musica ascoltata in gran parte da gente anziana, o almeno matura. Possibile che non ce ne rendiamo conto? I concerti devono inderogabilmente iniziare al massimo alle 21,30. Ma non sarebbe male ritornare al pasato. Io vidi i Van der Graaf, Amon Dull, Genesis, nel primo pomeriggio!!!! Eravamo bischeri? E avevo 20 anni!!!
mi piace vedere che tutti i (pochi) gestori di locali che hanno risposto hanno sottolineato stesse cose che ho portato alla luce io. evidentemente non sono il solo a pensarle.
comunque secondo me una soluzione potrebbe essere questa:
presentatevi in massa (non in 2, ma in 50 o 100) ai concerti ad un orario decente (diciamo le 22, giusto per andare per gradi) ed esigete l’inizio del live. prima o poi le situazioni cambiano, se si vuole, dato che lamentarsi su internet non serve davvero a niente, dato che so che questo weekend la situazione sarà assolutamente uguale a quello precedente.
Da musicista, studente universitaria e disoccupata sono pienamente d’accordo con l’articolo, ovviamente noi non possiamo iniziare le serate o i concerti alle 18, perchè molte attività ed uffici chiudono alle 20 se non addirittura dopo, chi lavora in un centro commerciale può finire alle alle 22 o alle 23, quindi in generale ci vorrebbe un rimescolamento di tutto l’orario giornaliero di lavoro, ma diventa un discorso un pò troppo complicato.
L’università presa sul serio è come un lavoro, la mattina fili a lezione e studi per dare gli esami, poi ovvio c’è chi considera l’università un parcheggio.
La cosa che mi colpisce di più è il comportamente dei gestori dei locali, qui sono davvero d’accordo con quello scritto nell’articolo. I I musicisti la maggior parte delle volte sembrano un peso, una zavorra che porta via bevute (quando le danno) e rubano spazio al dj set.
Sono rari i casi in cui vieni tratto con rispetto, davvero rari.
Non so perchè la gente si presenti nei locali a mezzanotte, forse ha vinto l’aperitivo? forse perchè in Italia (o almeno io parlo di Firenze) non c’è più l’interesse per i concerti, ad eccezione dei big della musica.
Sono felice però d’iniziare a leggere per i siti internet articoli di questo genere vuol dire che non tutti i cervelli sono in macerie.
buon weekend a tutti
Articolo interessate e altrettanto interessanti i commenti.
Secondo me il fatto che i locali comincino così tardi è dovuto a una cultura del nostro paese.
Artefici di questa situazione sono ,da un lato, i propietari dei locali e dall’altro il consumatore “tipo” di musica/eventi(non è un caso se uso questo termine).
.Propietari dei locali
La categoria con cui si ha a che fare più spesso è quella di imprenditori che bandano solo al profitto. Per la serie “diamogli quello che vogliono e cerchiamo di massimizzare le entrate con il poco a disposizione”. Quest’ultimi li possiamo tranquillamente definire “ruba paghette”. Rarissimi sono i casi di impreditori o gruppi di gestori che puntano invece all’aspetto “Culturale” e “Sociale” dell’evento.
.Consumatore di musica/eventi
Nei concerti live possiamo distinguere due gruppi. Da un lato, gli appassionati di musica + i curiosi, che si receano al concerto perchè realmente interessati all’ascolto, dall’altro invece c’è la categoria del “consumatore di eventi”. Quest’ultima è, second me, la vera artefice del problema. Per quest’ultimi andare al corcerto dei “Coldplay” o a una serata in discoteca con “Gigi D’Agostino” è fondamentalmente la stessa cosa. L’importante è “esserci”, “essere fighi” e “divertirsi a tutti i costi”. (Prede perfette per i “ruba paghette”)
Spero che in futuro si vedranno più “locali o club” di musica live che si potranno “vivere”, dove si potrà accedere liberamente(durante il giorno), socializzare, parlare di musica e di tutto quello che ad essa è connesso. Per la serie “un locale fatto da chi lo frequenta x chi lo frequenta”.
Attualmetne in Italia la cultura del Night/Discoteca è ancora imperante.
notevole, nessuno tiene conto del problema della latitudine… ognuno in italia si sente in diritto di dire la sua… non e’ democrazia, si chiama QUALUNQUISMO… in sostanza ognuno si lamenta di un problema inerente al suo personale stile di vita…. la latitudine ragazzi: in svezia alle 17 durante l’inverno qualunque cosa è già finita, e tutti sono a casa a farsi compagnia al caldo… in spagna si fa cena alle 22, e ad esempio per la Semana Grande d’agosto l’ultimo concerto puo’ tranquillamente iniziare alle 02, e nessuno dice niente… mi sembra un po’ banalotto lamentarsi di una simile sciocchezza quando i club NON riescono a fare musica dal vivo, ai ragazzi NON interessano i live ma solo la disco, lo stato NON fa nulla per aiautare la cultura…
Io, purtroppo, ragiono da genitore,;il quale da giovane si è divertito molto ad andare ai concerti vari, ma ciò che risulta assurdo, a mio modo di vedere, e che i molti coinvolti, oggo, sono sono gli adolescenti. Tutto ciò implica il fatto che essi si sentano esclusi da un gruppo se non vi partecipano. Scrivo alle ore 3.12 di motte mentre attendo che finosca unovdei tanti concerti raggae/rap chevcostringono molto genitori a fare veglie notturne inverosimoli. Alle ore 2.30 ancora il concerto non era iniziato. ASSURDO!!
hai ragione da vendere!
p.w.boffoli (dir.edit.art.distorsioni)