Rudi Protrudi Unfuzzed LIVE
[Uscita: 26/06/2014]
Chi è tenacemente aggrappato all’icona Rudi Protrudi=santone/guru del garage revival americano, si dimentichi quelle fattezze accostandosi a questo “Live”, performance registrata (benissimo!) il 29 Marzo 2013 a Berlin-Kreuzberg nel fumoso club Wild at Heart, uno dei numerosi buchi di culo blues della capitale tedesca. Postacci frequentati con solerzia, all’inizio della seconda decade terzo millennio, dall’ormai stagionato leader dei Fuzztones: con un nuovo progetto, ‘Unfuzzed’, emblematico sin dal nome. E’ semplicemente una full immersion di Rudi nei classici delta e Chicago Blues, un ritorno all’eterno ovile delle radici del rock americano, ma anche del garage a lui tanto caro. Non che non avesse inviato segnali più che chiari, negli anni e decenni scorsi, di eclettismo artistico, di voler fare dell’archeologia rock e di flirtare tenacemente con le altre imperiture roots.
Dopo essere stato artefice nella seconda metà degli ‘80 - con il moniker Link Protrudi & The Jaymen - di un graffiante ’50 revival rock-surf chitarristico, ipotizza lascivi teoremi di ‘strip burlesque instrumental music’ (“Slow Grind!”, 1992, Music Maniac R.) ed exotica-lounge psichedelica (“Seduction”, 1994, Music Maniac R.). La sbandata di ritorno (dall’adolescenza trascorsa in Pennsylvania) per la country-music arriva nel 1995 con “(It’s A) White Trash Thing” (dopo lo scioglimento dei Fuzztones del 1992), inciso con una band dal nome The Midnight Plowboys. Due anni dopo invece Rudi è vittima cosciente ed attiva della febbre da hillbilly: il nuovo moniker è Tujunga Killbillies e nel 1999 rilascia “Ladykiller”. Per la cronaca i due lavori saranno ristampati nel 2008 da Twist Records sul doppio CD “Ladikiller”.
Live Unfuzzed è Protrudi, comodamente seduto, accompagnato da una band di bravi musicisti blues tedeschi, che dispensa la sua versione abitualmente trash e lasciva di alcuni celeberrimi blues di John Lee Hooker (il più saccheggiato: Boom Boom, Big Legs, Tight Skirt, Bad Like Jesse James, Want Ad Blues), Willie Dixon (Hootchie Cootchie Man), Howlin’Wolf (lo stomp Evil, Down In The Bottom), B.B.King (Rock Me Baby), Ray Charles (What'd I Say), Skip James (Black Gal). Ci sono anche delle chicche notevoli meno conosciute, le cose migliori ed intense dell’intera performance, in generale abbastanza scolastica, se non scontata, aderente a stilemi blues più che ortodossi: Bloodstains On The Wall (Frank "Honeyboy" Patt), Dirty Motherfucker ed infine un’inaspettata e gradita ripresa del boogie Made Up My Mind, composto dall’indimenticato vocalist Chris Youlden (inciso con Savoy Brown nell’album “A Step Further”, 1969). L'ascolto di questo dischetto potrebbe non rivelarsi poi tanto malvagio anche per i garagisti più integralisti, sempre che non suoni loro blasfemo che il nostro eroe abbia messo da parte (solo momentaneamente?) fuzz e distorsioni varie.
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