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28 Marzo 2012 ,

MOSTRE – 1969: l’anno in cui tutto è cambiato 16 febbraio 2012 – 12 aprile 2012, Galleria ONO Arte Contemporanea, Bologna


1969: l'anno in cui tutto è cambiato. Basterebbe il titolo per spiegare in breve lo spirito e l'intento di questa mostra fotografica organizzata dalla Galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna. Il 1969 è l'anno che culturalmente e musicalmente ha segnato la fine di tutto ciò che intendiamo quando parliamo di “anni 60”. Di solito, una grossa enfasi viene data agli anni alla metà del decennio per l'esplosione del fenomeno Beatles e del beat, al 1967 per la nascita del movimento psichedelico o al 1968 per gli avvenimenti politici che lo contraddistinsero, ma nel 1969 gli eventi che hanno suggellato il passaggio agli anni '70 sono stati davvero tanti e importanti. La mostra ne ripercorre alcuni attraverso l'esposizione di un’ottantina di belle immagini fotografiche scattate in quell'anno memorabile da nove artisti: Andrew Maclear, Baron Wolman, Tom Hanley, Barrie Wentzell, Tazio Secchiaroli, Bill Owens, Robert Altman, Lisa Law, con l’aggiunta di Eddie Kramer dal 15 marzo in seguito a un riallestimento della mostra.

 

Si comincia con fotografie tratte dal set del film “Easy Rider”, capolavoro di Dennis Hopper, che ne è uno dei protagonisti insieme a Peter Fonda e Jack Nicholson, e manifesto di una generazione, che rilegge in chiave moderna l'archetipo americano del viaggio, proponendo una versione anticonvenzionale del mito della frontiera a cui il cinema statunitense non ha mai saputo rinunciare fin dagli esordi. Si prosegue con scatti riguardanti la preparazione della copertina dell’album “Abbey Road” dei Beatles e gli omonimi studi di registrazione. Il 1969 è l'anno dell'ultimo concerto dei Fab Four sul tetto del numero 3 di Savile Row e dello scioglimento da lì a poco del gruppo. Seguono le foto scattate da Robert Altman in occasione del tour americano dei Rolling Stones, preceduto dal concerto a Hyde Park, e arrivato nel 1969 a distanza di tre anni dal precedente a causa dei vari processi per droga che la band aveva dovuto affrontare nel frattempo.

 

E' stato anche il primo tour straniero con Mick Taylor a sostituire Brian Jones, tragicamente scomparso il 13 luglio di quell'anno. “Let It Bleed” è l’album degli Stones uscito nel ’69, che raggiunse rapidamente le vette delle classifiche inglesi e americane. Le foto di Eddie Kramer ritraggono invece gli Stones nel backstage del concerto al Madison Square Garden del 27 novembre. Poi in mostra ci sono alcuni scatti degli Who che nel 1969 portavano in tour “Tommy”, una delle prime opere rock della storia e di certo tra le più influenti. Il 1969 è anche l'anno dei grandi festival, l’Isola di Wight e Woodstock principalmente, e la mostra raccoglie diverse foto dedicate soprattutto a quest’ultimo, tra le quali è davvero molto suggestiva l'immagine scattata dall'alto in cui si vede la quantità impressionante di gente presente all’evento. 

 

Ma è anche l'anno della nota tragedia all’Altamont Free Concert organizzato dagli Stones nell’omonimo parco californiano, dove il 6 dicembre, in seguito a tafferugli decisamente mal gestiti dagli animi surriscaldati degli Hells Angels, incautamente assoldati dagli stessi Stones per il servizio di sicurezza del concerto, si verificò la morte di quattro persone. Anche queste foto sono impressionanti ma per motivi decisamente diversi. Alcune fotografie ritraggono altri protagonisti, come la Jimi Hendrix Experience, i Grateful Dead, Tina Turner al Gold Rush Festival, e riproducono le copertine dell’epoca della rivista Rolling Stone. Senza dimenticare di sottolineare come, musicalmente, il passaggio al decennio successivo sia stato anche segnato dall'uscita dei primi due album dei Led Zeppelin che hanno rappresentato una decisa sterzata rispetto al tipo di suono in voga negli anni ‘60. Naturalmente non mancano fotografie di altro genere, oltre a quelle musicali, come le immagini dello sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna. Gli eventi che non sono rappresentati negli scatti esposti sono comunque elencati in una locandina della mostra e tra questi non possiamo non ricordare la nascita della rete Arpanet in ambito militare statunitense che sarà il progenitore di Internet.

Rossana Morriello
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