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28 Gennaio 2013 ,

Eels WONDERFUL, GLORIOUS

2013 - Vagrant
[Uscita: 4/02/2013]

EELS – Wonderful Glorious Vagrant – Lo so, conoscendo le tremende sfighe che gli sono piombate addosso nell’arco della vita, non si può davvero dire che ai cinquant’anni che compirà il prossimo 10 aprile Mark Oliver Everett, più brevemente E per i conoscenti, ci sia arrivato ridendo e scherzando. Per festeggiarli ecco servito il nuovo album a nome Eels, già sigla di facciata ma ormai vera e propria band formata da fidati musicisti tra i quali spicca la chitarra di P-Boo e la batteria di Knucles, ed è di nuovo cifra tonda essendo Wonderful, Glorious della fortunata serie il decimo episodio.  Disco al solito splendidamente scritto e arrangiato ma che questa volta necessita di qualche ascolto supplementare per essere apprezzato al meglio, vuoi per un allargamento ulteriore di influenze, vuoi per i continui cambi di umore che si incontrano lungo una scaletta che procede per stop & go fino alla fine del programma.

 

Gran partenza con Bombs Away, stretto e insidioso vicolo dove prima si annusano e poi si azzuffano Tom Waits e Howlin Wolf fino a quando interviene un Marc Ribot a separarli, segue Kinda Fuzzy, ennesima prova della facilità di scrittura di E in ambito pop-rock, al cui bellissimo organo di matrice hard-blues mancano solo i jeans a zampa di elefante. Poi si incontra la prima ballata del disco, bel gioiellino di intarsio intitolato Accident Prone. Piccolo incidente di percorso quando arriva una Peach Blossom inutilmente fracassona e priva di una direzione ben precisa. Ma il livello dell’album si riprende immediatamente con l’acustica e deliziosa On The Ropes ennesima conferma dell’abilità dell’autore diEels disegnare con pochi e semplici tratti delicati acquerelli a tinte tenui. Seguono ad essa The Turnaround e New Alphabet, coppia a cui tocca l’onore di rappresentare il cuore dell’album.

 

Soffice, elegante e maestosa la prima con delle belle chitarre di chiara matrice seventies appoggiate su una base allo stesso tempo classica e modernissima; un gran bel rock-blues dalle tinte scure inframezzato da bizzarre oasi acustiche, potente ma scheletrico e sghembo il giusto la seconda che trova poi naturale prosieguo nella successiva Stick Together, pezzo che si potrebbe facilmente ascrivere ai Cream non avesse un piglio cosi maliziosamente glam.  Vi dico ancora che la bella traccia che intitola l’album, Wonderful, Glorious è una della canzoni meglio riuscite di Everett e non sorprenderebbe scoprirla far parte di qualche futura colonna sonora; allegra e ruffianamente anni ’80, è posta giustamente a sigillo di un album che fa la sua bella figura in una discografia che finora non ha mostrato grossi cedimenti ma solamente qualche piccola sbandata. A questo nuovo album, che esce anche in una goduriosa edizione Deluxe che aggiunge un secondo disco zeppo di inediti e brani live, spetta il compito di tenerla in carreggiata e avrete inteso che ci riesce con estrema facilità.

Voto: 7.5/10
Roberto Remondino

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