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19 Agosto 2020

Clan Of Xymox Spider On The Wall

2020 - Trisol Music Group
[Uscita: 24/07/2020]

Sembrano trascorse ere geologiche da quando il Dark imperava in Europa, sotto l’egida di formazioni seminali quali Sisters Of Mercy, Fields Of The Nephilim, Danse Society, Mission, Red Lorry Yellow Lorry, sorte dalle ceneri del periodo post-punk, ramificato in contrade non prettamente britanniche, dalle cui brume, pure, aveva preso avvio. Una di queste formazioni trovava origine in Olanda: i Clan Of Xymox. Fondata da Ronny Moorings, validamente coadiuvato da Pieter Nooten e Anka Wolbert, la band orange si era presto imposta all’attenzione della critica specializzata, e ancor più dei numerosi aficionados, per l’abbrivio potente e dalle sfumature oscurissime contenute nelle proprie coordinate musicali. Album quali “Clan Of Xymox” o “Medusa”, della metà degli anni Ottanta, risultarono aver valenza di eponimia nell’intero movimento dark continentale. Un periodo di virate decisamente più morbide, e di matrice più spiccatamente dance, fu quello che condusse la band olandese a mutare persino ragione sociale, semplicemente in Xymox, con dischi non assolutamente all’altezza dei loro migliori. Dopo una manciata di albi dal controverso esito artistico, i Nostri, meglio il Nostro, visto che della formazione originale è il solo sopravvissuto, allestiscono un nuovo disco di tutto rispetto. Affiancato qui da Mojca Zugna al basso, Mario Usai alla chitarra, Sean Gøebel alle tastiere, Ronny licenzia per i tipi della Trisol Music un elaborato dalla spiccata matrice dark, “Spider On The Wall”, come se il tempo si fosse fermato a più di trent’anni fa (il che, se da un lato può far sembrare il sound troppo datato, dall’altro lo connota del fascino di atmosfere tipicamente retrò, suadenti e ammalianti). Per quanto sia vero che difficilmente ci si riesca a liberare da una pervicace sensazione di deja vu, tuttavia l’ascolto risulta più gradevole di quanto non si creda. Già a partire dall’inaugurale She, il suono vira verso i territori del dark più classico, con la voce di Ronny alquanto ispirata, abilmente coadiuvata dall’ossessivo pulsare del basso e dalla chitarra pizzicata come sul margine di un abisso. Un tocco appena discreto di elettronica imbeve la oscura e fascinosa melodia di Lovers, mentre più apertamente contrassegnata da ritmi dance-oriented appare la trama di Into The Unknown, un episodio tra i meno brillanti del disco. Così come All I Ever Know strizza l’occhio a sonorità decisamente techno, tuttavia mantenendo una certa piacevolezza nel tratto sonoro, seguita a ruota con le medesime coordinate da I Don’t Like Myself. Su note di forte impronta dark di attesta, invece, sin dall’incipit la title-track, Spider On The Wall, con la voce spiritata di Ronny a dominare la scena. Una discesa nei meandri dell’animo umano, con un taglio tipicamente industrial, rappresenta, invece, When We Were Young, un’ode in chiave di melanconica rimembranza al tempo che trascorre inesorabilmente. Ascoltando Black Mirror, si ha la netta sensazione che il tempo si sia arrestato ai fatali anni Ottanta del secolo XX, presso la corte oscura dei Sisters Of Mercy di “First And Last And Always”, tanto è potente e precisa la sensazione che si sprigiona dalle note del brano in parola. A chiudere, la tecnotronica pulsazione di My New Lows, con la voce di Moorings saliente da voragini ignote, e See You On The Other Side, dall’incedere di oscura filastrocca intorno all’umano destino. Infine, un album di dignitosa fattura, consigliato soprattutto ai fans del genere.

Voto: 6.5/10
Rocco Sapuppo

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