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3 Novembre 2020

Jakko M Jakszyk Secrets & Lies

2020 - InsideOutMusic
[Uscita: 23/10/2020]

Di Jakko M Jakszyk, al secolo Michael Lee Curran, eclettico chitarrista londinese, si potrebbe stendere una biografia sterminata. Ci si limiterà a ricordare che egli è in forza attualmente all’ultima versione del progetto del Re Cremisi, Robert Fripp, e questo è più che un assoluto sigillo di garanzia, e che tra le sue innumerevoli collaborazioni figurano nomi del calibro di Peter Blegvad, Mick Karn, Dave Stewart e Barbara Gaskin, Franco Battiato, Level 42, Steve Hackett, Steven Wilson. Alla corte del Re Cremisi attualmente, Jakko licenzia alle stampe questo intrigante album solistico, “Secrets & Lies”, nel quale appaiono come ospiti i suoi amici crimsoniani, Fripp in testa, e come backing voice addirittura l’incommensurabile Peter Hammill. Un disco di estrema godibilità, che coniuga in equilibrata misura un progressive gradevole, dove a dominare è la chitarra di Jakko, modulata in scale di virtuosismo notevole, un accenno di sperimentalismo crimsoniano, uno sconfinamento verso un pop d’avanguardia meno ostico alle papille auditive. Già dall’inizio, con Before I Met You, la militanza alla corte dei King Crimson fa sentire il suo effetto, con Jakko a ricalcare con chitarra e voce le orme di un altro grandissimo, Adrian Belew, con tanto di inserto finale alla sei corde del titanico Robert Fripp. Una ballata pop di una qual certa raffinatezza, The Trouble With Angels, prelude alla superba Fools Mandate, in cui rileva un impianto sonoro più sperimentale, con la chitarra che edifica architetture avveniristiche, punteggiata prima dalla voce ispirata di Jakko, poi dal cammeo vocale di Peter Hammill, leggendario leader dei Van Der Graaf Generator. L’elegiaca The Rotters Club Is Closing Down, dedicata alla memoria del grande Pip Pyle, batterista tra i più eminenti della scena di Canterbury negli anni ‘70, annuncia la frastagliata e sofferta Uncertain Times che nel suo periodare sospeso tra rock, progressive, avanguardia, intende riflettere come in uno specchio le gravi difficoltà nelle quali la società odierna è invischiata. Pennellate di porpora connotano le note chitarristiche che introducono It Would All Make Sense, mentre rinvia a paesaggi sonori come baluginanti su gelide acque notturne la splendida chitarra liquida di Secrets, Lies & Stolen Memories, a metà strada tra suggestioni ‘methenyane’ e trasvolate liriche à la Terje Rypdal. Di matrice pop, di raffinata espressione, nei suoi riferimenti alla triste attualità, è, invece, Under Lock & Key, mentre una selva corale stormisce tra i solchi di The Borders We Traded, creando, tuttavia, atmosfere un po’ troppo sdolcinate. Deliquescenti note di piano introducono la ballata strumentale ed eterea di Trading Borders, prima che la crimsoniana acrobazia cosmica di Separation, con le sue spirali chitarristiche generate dal fuoco gelido di ignote galassie, suggelli un album certamente riuscito e dalla notevole filigrana poetica.

Voto: 7/10
Rocco Sapuppo

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