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20 Gennaio 2020 ,

OOIOO Nijimusi

2020 - Thrill Jockey
[Uscita: 17/01/2020]

Se avesse un senso qualsiasi bisognerebbe definire questa prova dell’ensemble OOIOO 'postpostrock', correndo il più classico rischio di paralogismo nel quale si incorre definendo qualcosa che precede l’evento con le caratteristiche di quello che gli succede sulla linea del tempo. A meno che non sia esattamente una paralogica mancanza di senso a definire l’oggetto della nostra indagine. "Nijimusi" si vuole così, privo di qualsiasi considerazione della razionalità illuminista e non, sbruffone con la logica e prestante nella gang bang rumoristica dalla quale colano stille purissime di bitume sonoro. Il tutto utilizzando soprattutto utensili musicali semplici e considerati tradizionali nella musica rock: due chitarre, un basso e una batteria, strumentazione considerata ampiamente superata anche dagli ultimi aristocratici esponenti in via d’estinzione del genere. Scrivere del futuro con le mani del passato è il grande merito della proteiforme artista YoshimiO, la quale, dopo aver fondato la band nel preistorico 1995, continua a esplorare le vie dell’impossibilità di senso contenuta in ogni suono. La componente materiale di ogni vibrazione, udibile o meno che sia, diviene così la pietra miliare di un percorso forse troppo accidentato, ma sorprendente nella capacità di aprire spazi emotivi generati dal vuoto che ogni suono porta con sé come suo doppio. Le note scavano costantemente il loro negativo lasciando una traccia nel non udibile. La title-track scava così uno speciale funky per sottrazione che emerge come resto dalla sovrapposizione di rumori e stridori vocali costruiti a rovescio su un growl inascoltabile. Meno spudorata, la successiva Nijimu lascia spazio a suggestioni da epoche shoegaze che travalicano presto nelle ironie in controtempo di Jibum. Purtroppo, l’ispirazione folgorante dell’incipit lascia spazio ad una meno originale ripresa dei temi presentati nelle prime tre tracce senza riuscire a raggiungerne l’esplosività formale e il resto del disco scivola via tra cacofonie non sempre azzeccate e qualche spunto capace di risollevare il tenore di “Nijimusi”, leggi il progressive noise di Bulun. Ora, nella misura in cui YoshimiO fa ricerca sonora non sempre parla la lingua della musica e nella misura in compone musica non sempre sorprende per la qualità della ricerca.

Voto: 6.5/10
Luca Gori

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