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20 Ottobre 2013 ,

Paul McCartney NEW

2013 - Virgin EMI
[Uscita: 14/10/2013]

paul MC CARTNEY NEWC'erano una volta i Beatles. Dallo scioglimento della gloriosa band, correva il 1970, i quattro baronetti hanno intrapreso con alterne fortune le loro carriere soliste. Mettendo da parte Ringo Starr, "il musicista più fortunato della storia della musica rock", gli altri due storici scarafaggi, Lennon e Harrison, pur con alti e bassi hanno dato alla luce dischi di livello più che degno. E Paul McCartney? Nei dischi che ha inciso da solo o con i Wings, nei 42 anni di carriera post Beatles troviamo poche tracce del geniale compositore degli anni sessanta. E' come se in quell'epoca irripetibile avesse abitato in una sfera di cristallo, rotta quella, la magia è svanita. Come se si fosse dimenticato di come si scrive una grande canzone. Sfidiamo chiunque a mettere una insieme diciamo 10-12 canzoni del periodo incriminato e comporre un disco che valga non diciamo i capolavori storici beatlesiani ma almeno "Let it be" , "All things must pass" di Harrison o i primi tre dischi di John Lennon. Il McCartney solista ha sempre navigato nella assoluta mediocrità e per i suoi fans è sempre stata una cosa difficile da accettare. Vogliamo dunque parlare di questo "New", 15imo disco in studio del 71enne liverpooliano? 

 

Iniziamo dalla copertina, è di una bruttezza unica, forse negli anni ottanta avrebbe fatta contenta qualche dignitosa band di electropop ma proporla per un disco di Paul è delittuoso. Se pensate che l'involucro sia la cosa peggiore vi sbagliate, non avete che da riporre il cd nel lettore e farlo partire per rendervene conto. Quello che non si capisce è perché un miliardario affermato ed appagato perda ancora tempo ad incidere certa roba.Paul-McCartney Potrebbero ampiamente bastare i fortunati e sempre emozionanti tour in giro per il mondo per ricordare i tempi belli, sempre  però che non si frequenti la sala d'incisione."New" è stato registrato - la potenza del denaro fa anche questo - in sei differenti studi d'incisione e con quattro differenti produttori. Ciò non risulta affatto positivo, anzi quello che viene fuori è un disco debolissimo e disomogeneo, che non sta in piedi nemmeno con le stampelle. L'inizio è da brividi, ma in negativo. Save us è in perfetto allineamento con la brutta copertina, per fortuna sono poco più di 2 minuti. Altre tragedie portano il nome di Appreciate, Everybody out there, looking at her, ai limiti della decenza, qui Paul da il peggio di se stesso, girate al largo se potete. 

 

Non tutto è da buttare comunque: Hosanna, dove Paul suona tutto da solo è una ballad dal sapore psichedelico old style e lo stesso si può dire di Early days che dimostra che il vecchio non si è dimenticato di come si scrive un pezzo di livello. New, la canzone, vorrebbe riprendere vocalmente certi coretti beatlesiani, e fa pensare subito alla marcetta della fantastica Penny Lane, tentativo generoso ma respinto al mittente. Come lo paul2scalcinato blues da palude di Get me out of here che non sfrutta a dovere l'effetto retrò che si porta dietro. Quello che non vanno sono gli arrangiamenti pomposi che sciupano ulteriormente canzoni che già di partenza non sono entusiasmanti. Alcune cose potevano funzionare 30 anni fa, con quelle sonorità care alle new wave, vedi On my way to work, I can bet, Road, e la stessa Turned out, ma di sicuro è il genio compositivo che manca al McCartney dell'anno 2013. Quella qui trattata è l’inutile deluxe edition che viene immessa sul mercato in parallelo col disco normale, con sole 2 (3 nell'edizione giapponese) tracce in più ed a un prezzo di vendita quasi simile. Non capiremo mai certe logiche del mercato discografico. Un disco da dimenticare in fretta, l'ennesimo per Paul, speriamo almeno che sia l'ultimo.

 

Voto: 4.5/10
Ricardo Martillos

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