Mike Oldfield MAN ON THE ROCKS
[Uscita: 03/03/2014]
Mike Oldfield ha da poco compiuto i 60 anni, gran parte dei quali dedicati alla musica, se pensiamo che i suoi primi vagiti discografici,in compagnia della sorella Sally, risalgano addirittura al 1968 quando di anni ne aveva soltanto 15. Ha frequentato e collaborato con tutta la gente giusta della scena di Canterbury ed alternativa, Ayers, Bedford, Coxhill, Wyatt e geni simili ma soprattutto ha registrato a soli 19 anni (!) il disco "Tubular Bells" (1973) che, primo disco in assoluto della Virgin, lo ha reso miliardario e fatto conoscere a tutto il mondo. Del resto 17 milioni di copie e sette dischi di platino sono cose che succedono una sola volta nella vita. Altri dischi interessanti si sono poi succeduti (“Hergest Ridge”, “Ommadawn”) ma quel disco per lui è stata sempre la croce e delizia dell'intera carriera tanto che più volte ne ha proposto riedizioni non sempre di livello entusiasmante. Adesso l'uomo di Reading vive nell'oasi dorata di Nassau e registrare nuovi dischi non è più questione di vita e di morte, lui stesso è consapevole che il meglio ce lo ha già regalato.
Questo "Man on the rocks" è il suo 25imo disco in studio e vede la luce a ben sei anni di distanza dal precedente e discreto "Music of the Spheres" (2008). In copertina una bella foto di una grotta con uno scorcio di mare aperto, lo stesso soggetto insomma che faceva mostra di sé nel disco delle campane tubolari quarant'anni prima. Ma delle sonorità di quel disco qui dentro non troverete traccia alcuna. Mike Oldfield ci ha voluto donare un disco di canzoni che riecheggiano il sound da FM americana, il cosiddetto AOR sound, ovvero un format radiofonico volto a valorizzare commercialmente certi album e che ebbe i suoi momenti di gloria nel finale degli anni settanta ed inizio degli ottanta. Quelle che ascoltiamo sono 11 melense composizioni, che nonostante un esercito di circa dieci vocalist scivolano via senza emozionare. Non riusciamo a capire la necessità di rispolverare uno dei pochi stili musicali che ancora non erano stati riproposti in questi tempi di riciclaggio acuto a 360 gradi. Qui ci vuole coraggio a consigliare qualcosa che quantomeno si avvicini al concetto di gradevole. Con l'apertura di Sailing Mike nelle sue intenzioni vorrebbe regalarci una nuova Moonlight shadow, peccato soltanto che il pur volenteroso Luke Spiller non è Maggie Reilly.
Poi perché scimmiottare gli U2 in Moonshine ed addirittura cercare di emulare il Greg Lake crimsoniano della gloriosa Epitaph in Nuclear? Tra le cose più accettabili ci sono la title track Man on the rocks e Dreaming in the wind. Ma sono spiccioli di gloria effimera. Le note negative però non finiscono con l'ascolto dei 60 minuti del singolo disco. Per gli amanti di Oldfield e solo per loro il disco viene messo sul mercato in una edizione che definire deluxe appare un oltraggio alla parola stessa. Si tratta infatti di una confezione di ben tre cd, nella quale troviamo gli undici pezzi di "Man on the rocks" in sola versione strumentale nel cd 2 e proposti in varie demo ed outtakes nel terzo. Mentre quest'ultimo appare perfettamente inutile visto il basso profilo delle composizioni quantomeno nell'altro abbiamo modo di ascoltare lo stile chitarristico di Oldfield, molto accademico a tratti ma di buon gusto e che ha fatto di lui uno degli artisti più richiesti dal grande circo rock. Un artista che ormai vive sulla gloria passata, ma è bene dire che non pretendiamo né ci aspettiamo più niente da lui: resta solo da rimarcare il basso profilo di un disco di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Purtroppo (o per fortuna?) il rock non è il mio pane, ma a me questo disco un pochino piace, si ascolta, il che in questi tempi è un lusso.
Un recensione equilibrata e rispettosa di fan ed artista.
Grazie.
Facciamo parlare i fatti. Mike Oldfield mi è sempre piaciuto ma Man on the rOcks mi ha folgorato, senza preavviso e senza pregiudizi. Ok, posso sbagliarmi, i gusti sono gusti. Lo faccio ascoltare alle mie due figlie ventenni, amanti del rock. Stessa reazione. Non mi hanno mai filato ma stavolta se ne impossessano, lo fanno sentire alle amiche, diventa la hit della casa. Vabbè, sarò uno dei pochi pazzi che compra l’edizione Deluxe così criticata, più di 40 euro. La metto in macchina, chiunque sale e la ascolta ha la stessa reazione. . Non capisco niente di musica, nè io nè tutti gli altri. Ma forse aveva ragione Guccini, sui quei critici pronti a sparare giù cazzate. Peccato che i commenti all’articolo vanno tutti nella stessa direzione, la mia!
bene sig.Fausto, ed ora che la sua logica stringente ed il suo sarcasmo ci ha distrutti cosa vuole? Una medaglia?
p.w.b. (dir.edit.art.)
Ciao! A me il disco non dispiace, ci sono delle belle melodie e la chitarra di Mike è sempre quella, ottima. I testi sono la chiave per capire questo disco, che è una specie di confessione a cuore aperto di Mike. Certo, il sound è monocromatico al massimo e non siamo di fronte ad un capolavoro. Bella recensione, corretta equilibrata, rispettosa dei fan, del pubblico in generale e dell’artista!
Discreto Music of the spheres? Moonshine copia gli U2? Semmai uno come The Edge dovrebbe imparare a suonare la chitarra da Oldfield!! Ma chi scrive recensioni ne sa qualcosa di musica o scrive commenti personali? ma pensate che gli artisti facciano un disco che piace a voi o che volte voi? Vorrei leggere da questi saputelli le recensioni di dischi spazzatura come quelli di Ligabue, Antonacci Giorgia e le puttanelle americane, quella è musica?
Certo, non si può dire che man on the roks sia il disco più bello di Oldfield ma è ascoltabile e suonato bene (come sempre) Veramente un lusso di questi tempi. Escludendo Salling e minutes le altre canzoni sia come musica che come testi sono molto buone e mettono di buonumore al mattino sul treno quando vedo tutte quelle facce brutte. Un consiglio: se dovete scrivere recensioni fatelo da ubriachi e non da sobri forse vi verranno meglio
caro Marcelo, sono contento che le canzoni di Man on the rocks “sono molto buone e mettono di buonumore al mattino sul treno quando vedo tutte quelle facce brutte”. La musica serve anche a questo, a migliorare i nostri giorni. Se vuoi dialogare e confrontarti con noi siamo qui, nessun problema, non capisco perchè sia necessario ricorrere per farlo ad espressioni come “se dovete scrivere recensioni fatelo da ubriachi e non da sobri forse vi verranno meglio”: vuoi ridurre una possibile dialettica ad uno scambio di insulti ed innescare una reazione di ugual segno da parte nostra? Posso anche capire il tuo forte risentimento, ma credo sia meglio adottare dei toni più civili. Il nostro sito ha un target in cui non rientrano artisti come Ligabue, Antonacci Giorgia e quindi non ne parliamo, ma quando anche dovessimo farlo stai sicuro che non avremo peli sulla lingua, come facciamo sempre quando si tratta del maistream musicale più bieco. E non ci sono ‘puttanelle’ che tengano, scriviamo sempre pane al pane e vino al vino. Personalmente (se può interessarti) ritengo dischi di Oldfield come Tubular Bells, Ommadawn ed Hergest Ridge dei capolavori senza tempo. Ma non posso esimermi come direttore responsabile del sito dal rispettare il parere dei miei collaboratori, che, credo, siano sobri quando scrivono. Non sarei comunque così severo con gli eccessi etilici … ah ah ah, pensa solo a cosa è stato capace di scrivere quell’ubriacone impenitente di Bukowski ! Con cordialità, quando vuoi …
pasquale wally boffoli
distorsioni direttore editoriale-artistico
Ho letto due recensioni fino ad ora che va dal pessimo al piu’ o meno sconsiglito.
I commenti degli user in entrambi i casi sono che alla gente piace
che devo pensare? A me Teo & Tea Non fa impazzire
(le recensioni lo hanno sempre dato pessimo ricordo che ad un certo punto uno user scrisse anche rivolto ai commentatori per cortesia rispettate anche il lavoro e l’impegno che c’e’ dietro a qualunque opera)
Eppure la dentro a quel disco c’e’ uno dei migliori forse il piu’ bel pezzo che Jean Michel Jarre abbia mai scritto, che chiude poi anche il concerto di Monaco) ascolto quel disco di tanto in tanto ancora oggi.
Di questo disco di Oldfield che dire.. bo!! non l’ho ancora ascoltato.
Che faccio lo compro???? Vedremo,,, dai commenti sembrerebbe meglio prima registrarsi una musicassetta da un amico; ma se poi fosse come Teo & Tea????
Veramente un bel disco. Piacevole ed anche emozionante. Più di così non poteva fare. Consiglio di acquistarlo a tutti!!! Non capisco le critiche negative.
Ma come si fa a consigliare a tutti di acquistare sta minestra riscaldata 100 volte? Forse i fan cosi innamorati accecati dall’affetto per Oldfield non vogliono vedere la scarsa qualità del disco. Emozionante, quando? Quando suona in ciabatte sullo yacht?
infatti noi Tullio non l’abbiamo consigliato, anzi. Mi sembra che il mio collaboratore sia stato molto chiaro a riguardo. E’ proprio come dici tu, e non è il primo caso, “…di fan cosi innamorati accecati dall’affetto per un artista che non vogliono vedere la scarsa qualità di un disco”. Per quanto mi riguarda Oldfield il meglio di sè l’ha dato con la trilogia Tubular Bells/Hergest Ridge/Ommadawn. Saluti.
p.w.boffoli
dir.art.edit.distorsioni
Ciao, ho acquistato il cd prima di Natale, l’ho ascoltato più d’una volta e a mio modesto parere, non è affatto male: gran parte delle canzoni sono orecchiabili e piacevoli all’ascolto; non rimpiango affatto d’averlo acquistato. Vabbè, magari non è un disco che passerà alla storia, ma in giro si sente di mooooolto peggio!
Dunque io l’ho ascoltato ininterrottamente per due giorni in cuffia, edizione de luxe tre cd.
Sono arrivato ad alcune conclusioni:
1) Avevamo bisogno di questo disco? Probabilmente no
2) Il nostro Mike attraversa un periodo di senilità anticipata? Non Credo
3) I brani Charriots, Nuclear e su tutti (a mio modesto avviso)Castaway sono più degli ottimi brani, registrati alla grande e quest’ultima contiene uno dei (sempre secondo me) migliori assoli di Mr. Oldfield.
4) Anche Mozart e Bach hanno scritto delle puttanate (sempre secondo me).
Saluti