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28 Ottobre 2020 , ,

Massimo Olla Life In A Sonic Free Form Research Experience

2020 - Luce Sia
[Uscita: 30/06/2020]

Nel caso di Massimo Olla la definizione di post-industriale perde gran parte dei suoi connotati storici e gli va stretta. Forse questo potrebbe in realtà essere estensibile a gran parte degli artisti nostrani che, dissezionando il corpo ormai privo di pulsazioni dell'industrial noise, hanno reinventato sonorità elettro-acustiche dai tratti più sperimentali e immersivi (da Becuzzi a Balestrazzi, da Altieri ai fratelli Toniutti fino  a Teho Teardo). Però per Olla è proprio l'uso della tecnologia e della macchina ad avere un ruolo del tutto subordinato all'artigianalità manuale. Massimo Olla costruisce i propri strumenti con le sue mani. Come già dimostrato nel suo primo valido lavoro solista, "Structures" (AZOTH 2017), non è più la macchina a rappresentare la disumanizzazione, non sono i suoni stridenti a tradurre la voce alterata di un modo sopraffatto e omologato. Al contrario, il pensiero, la volontà e la funzione di abilità sensoriale collegata al corpo, permettono di plasmare e forgiare il suono, convertendolo a un sentire, adattandolo ad un allestimento ambientale capace di riflettere su più piani mediatici il nostro esistere nell'oggi. Il suo nuovo "Life In A Sonic Free Form Research Experience" è una vera e propria immersione ambientale suddivisa in otto impressioni, otto abbozzi materici che plasmano differenti forme ricettive. Risulta in realtà molto credibile e tangibile il punto di convergenza che l'autore trova tra i due nomi paradigmatici del titolo: ricerca ed esperienza. Nulla infatti suona come improvvisato ma meditato. Vengono allestiti dei percorsi mentali che in fase di lavorazione e forgiatura sono convogliati verso una ideale zona contemplativa. Quindi ad ogni impalcatura, ad ogni tessitura, corrisponde una forma di adattamento simbiotico. È la scenografia sonora a suggerire tutto, si tratta solo di entrarci dentro per rivelare a se stessi il proprio canovaccio onirico. Olla ci fa entrare in uno stato ipnotico (Traccia Numero 3) con seghe a nastro e chiavi inglesi amplificate e mitigate dalle vibrazioni rassicuranti dei campanelli. Stati ansiogeni latenti generati dalle onde elettromagnetiche si disperdono nei tocchi minimali e nelle dispersioni microtonali dei suoi congegni che hanno qualcosa di esoterico e ancestrale al tempo stesso. Ci sono fasi psichiche (Traccia 5) che seguono gli intervalli, i silenzi, i vuoti apneici abilmente disseminati e fasi ritualistiche dal sentore arcaico (traccia 2) maggiormente impregnate delle suggestioni della terra di provenienza, la Sardegna. Ma in ogni episodio si compie la magia di far disperdere ogni punto di riferimento e davvero si intelaia un discorso inedito, originale e incredibilmente ispirato. Note di merito alla Traccia 8, con la sua via di fuga finale dove la commistione e collisione di elementi eterogenei e il gioco di riverberi riesce a tradursi in cristallina leggerezza, impalpabile dissolvenza.

Voto: 7.5/10
Romina Baldoni

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