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12 Febbraio 2012 , ,

One Way Ticket L’INFEZIONE

2012 - Otium Records/Zimbalam
[Uscita: 03/02/2012]

L’infezione come terapia. L’infezione come cura definitiva per la sindrome dell’essere perfetto. “L’Infezione” è un attacco frontale e rabbioso all’omologazione imperante nell’attuale ‘smart-society’. E’ l’elogio del non uniforme, della scelta della strada sterrata rispetto ai piatti e veloci rettilinei di una vita d’asfalto. Energia e talento ci guidano lungo le tredici tracce contenute nel terzo lavoro di questa band pugliese che, nata nel 2003, aveva già riscosso notevole attenzione con l’E.P. d’esordio “Fase di decollo” pubblicato con la U.d.U. Records di Giancarlo Passarella. L’ottima risposta della critica e l’intensa attività live procurano alla band la partecipazione a varie trasmissioni televisive e radiofoniche come Roxy Bar e RockTv. Pergolani e Marengo li invitano a una puntata di Demo a loro dedicata e qualche mese dopo li richiamano per un concerto acustico nella sede di Radio Rai a Saxa Rubra. Nel 2009 il gruppo pubblica “Ora et Implora” che rivela a pubblico e addetti ai lavori un combo in grado di tracciare il confine fra sé e buona parte della confusa e infelice galassia rock nostrana.

 

Macinando date su date in pochi mesi gli One Way Ticket affrontano con successo, fra il 2009 e il 2010, l’organizzazione dell’Indie Pride Italy, le selezioni del Liverpool Sound City Festival, l'Arè Rock Festival a Tirana fino a dividere il palco con i Placebo al Foro Boario di Noci e con la PFM a Bari. Una rock band diretta e tosta. Musicalmente si assaporano vaghe atmosfere del grande rock italiano del passato. Viene alla mente, come gradevole e costante sostrato, Il Balletto Di Bronzo, ma emergono prepotenti gli elementi fondanti che attingono alla grande stagione di Seattle: Soundgarden e, soprattutto, Pearl Jam. Sua maestà il riff domina. Giorgio Visimberga e la sua chitarra supportano con eleganza e veemenza la bella voce, il bel timbro del cantante e leader Morris Maremonti; la perizia di Guido Lioi alla batteria e di Marcello Magro al basso fa il resto. C’è spazio anche per atmosfere soffuse seppur oscure e tese. Ballate elettriche e inquiete come le belle Poca luce o Visionaria arricchiscono di ulteriori sfumature un disco che colpisce duro alla mente, al cuore e allo stomaco con le telluriche H2Odio e Accerchiato. Sanguisuga è lo straniante divertissement finale. Un country acido e circense che aggiunge ulteriore spessore creativo a un lavoro davvero ben riuscito. È iniziato il nuovo tour. Se vi capitano a tiro non lasciateveli sfuggire.

Maurizio Galasso
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