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19 Gennaio 2015

Belle and Sebastian GIRLS IN PEACETIME WANT TO DANCE

2015 - Matador
[Uscita: 20/01/2015]

Inghilterra   #Consigliato da Distorsioni 

 

 

belle and sebastian coverLe ragazze in tempo di pace vogliono ballare, afferma Stuart Murdoch. E se lo dice lui che di questioni sentimentali e adolescenziali se ne intende… Annunciato il titolo da tempo, ci si chiedeva se sarebbe stato corrispondente a una svolta stilistica. Era lecito aspettare al varco il nuovo disco di Belle and Sebastian, vicini al ventennale di carriera e giunti al decimo album, più le abbondanti raccolte di singoli e rarità. Già il precedente “Write about love” al primo ascolto ci aveva deluso, per poi crescere nel tempo, ma rimanendo comunque al di sotto di “Dear catastrophe waiter” e “The life pursuit”, due capisaldi della musica pop del terzo millennio, eppure sottostimati da molta critica e anche da alcuni fans. "Girls in peacetime want to dance" si apre con Nobody’s empire, una canzone nel più tipico stile pop e nostalgico del gruppo scozzese, però, ebbene sì, la batteria picchia più del solito. Dopo Allie, altro classico esempio del pop da cameretta di Murdoch e soci, ecco la pietra dello scandalo, il singolo The party line, che i fans della prima ora non hanno amato. I suoni ovattati all’inizio del brano ricreano l’effetto dell’attesa fuori dalla discoteca. Poi si entra e si balla. Basta cuori spezzati e amori sognati, è il momento di fare festa. 

 

Riescono Belle and Sebastian nell’intento di farci ballare? Sì, The party line è una gran canzone, di quelle che pochi sanno scrivere come Stuart Murdoch. Semmai a lasciarci veramente perplessi è The everlasting muse, col suo ritornello che fa tanto casatchok, un mezzo passo falso che fa a pugni col bell’attacco felpato. Le tentazioni dance tornano in Enter Sylvia Plath, che sebbene dedicata a una poetessa femminista suicida èStuartMurdoch-LA sbarazzina e ritmata, ricca di affinità con certi Pulp. A questo punto la voglia di ballare è saziata, ma i ritmi sostenuti continuano per gran parte del disco, su tutte Perfect couples, ricca di percussioni, chitarre sincopate, tempi sospesi. I brani che compongono l’ultima parte del disco cinemasanno invece di già sentito per chi conosce la band da anni. Ma definirle brutte è impossibile, pensiamo che Belle and Sebastian non riuscirebbero a scrivere una ciofeca neanche sotto tortura. Da quando il tandem Lennon/McCartney è leggenda ma non più realtà, e quello Partridge/Moulding si è pensionato, nessuno ha saputo impugnare lo scettro del pop come Stuart Murdoch. Può non piacere il suo stile ma la sua classe è indiscutibile. Questo nuovo disco non è il loro capolavoro ma rappresenta l’ennesima conferma. 

Voto: 7.5/10
Alfredo Sgarlato

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