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19 Settembre 2014 , ,

The Janitors EVIL DOINGS OF AN EVIL KIND E.P.

2014 - Bad Afro Records
[Uscita: 22/09/2014]

Svezia                                                                                                 # Consigliato da Distorsioni

janitorsTorna la “drone machine” degli svedesi Janitors, guidati dal duo J. Eriksson (vocals & guitars) e H.Herlenius (guitars & drones), con l’EP “Evil Doings Of An Evil Kind”, per la danese Bad Afro Records di Lars Krogh. La band di Stoccolma nel corso degli anni si è affermata sempre di più come realtà importante della scena neo-psych europea, fino ad allargare i propri orizzonti oltreoceano (si veda la compilation che ogni anno l’etichetta dell’Austin Psych Fest, Reverberation Appreciation Society, dedica alla psichedelica europea “The Reverb Conspiracy”, in cui compaiono anche i veneti Sonic Jesus). L’influenza delle tendenze texane degli ultimi anni si fanno sentire pesantemente nel suono dei Janitors (soprattutto i mastodontici pilastri del drone’n’roll “The Passover” e “Direction To See A Ghost” dei beati Black Angels dei tempi che furono). Ma dove la scuola americana tende alla ricerca del tema sixties, la formula dei Janitors è diretta verso lo shoegaze oscuro, il noise pop sanguinolento, la melodia sfigurata che prende ispirazione dalla musica underground dell’Inghilterra e della New York anni ’80.

 

Il fortunato “Drone Worker EP” (2012) aveva già messo in luce la qualità della musica dei Janitors: la ripetitività ossessiva, il groove maledetto che sposavano il magnetismo ipnotico delle melodie, la capacità di elevare la “drone’n’roll music” varata dai Black Angels janitors1ad un livello maggiore e più concreto. Evil Doings Of An Evil Kind rispetta queste istanze, approfondendo la qualità delle canzoni: dal voodoo satanico dei sette minuti Here They Come (il miglior pezzo) al sabba monocorde e minaccioso There Will Be Blood, dall’estenuante iniziale mantra al rallentatore di Greed,  al blues acido di Black Wheel, si ha l’impressione di assistere a qualcosa di grandioso ed estremamente cattivo, primitivo ed onesto, unthe janitors motorik nero europeo che lungo l’autostrada ha raccolto i resti dello stoner rock americano e ha trovato la sua forma più sincera nella drone music. Perché questo colpisce in fondo dei Janitors: l’attitudine da semplici rockettari, da buzzurri amanti dei Black Sabbath, Suicide e Primal Scream, la semplicità con cui mettono in scena uno dei più felici episodi di musica psichedelica europea e non. Citando i Black Angels che storpiavano a loro volta la citazione di Timothy Leary: ”Turn on, tune in, drone out”.

 

Voto: 8/10
Ruben Gavilli

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