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3 Ottobre 2022 ,

Editors EBM

2022 - PIAS Records
[Uscita: 23/09/2022]

Blanck Mass è un nuovo membro degli Editors, e gli Editors non esistono più. Mangiati, espulsi, forse magnificati dal rutilare fragoroso della tecnologia, digitale o meno importa poco. Ed è così che mentre gli Editors sfregavano legnetti per stare al passo con i tempi – leggi pure “Violence” –, arriva il Mago del contemporaneo e prende fuoco tutta la foresta. Ma la contemporaneità, si sa, è la cosa più intempestiva che esista al mondo e ci si guarda attoniti intorno cercando di capire quale sia il punto più breve per collegare il passato al futuro. E non è il presente, accidenti. Un po' il sospetto aveva iniziato a circolare insieme a Heart Attack primo singolo da macerare nell’attesa di “EBM”. E ora che “EBM” è arrivato, si rimane così, come d’autunno sulle sedie con le cuffie. Non che non ci sia abbastanza per leccarci le orecchie. È solo che non sappiamo più dove siano, se tra i chorus e i delay della nonna, come in Silence, o tra le onde degli anni ’80 a surfare tra le reminiscenze al gusto di sequencer alla cannella acida di Strawberry Lemonade. Ci si trova un po’ di tutto all’interno di “EBM” come nei racconti pulp cannibalizzati dai cannibali italiani degli anni novanta, dai Cure reinventati di Karma Climb si arriva sino a Educate che ha l’incedere caratteristico di Maniac, sì quella di “Flashdance”, ma con Jennifer Beals con gli scaldamuscoli sugli avambracci e i tattoo sul quadricipite femorale. Eppure il lavoro fatto dagli Editors sulla linea temporale è anche un lavoro sulle linee fisiche tracciate da ritmi incalzanti, quasi sempre troppo carichi per le battute nelle quali sono inseriti. L’effetto infatti è infatti quello di un debordare continuo di materiali ritmici costretti a eruttare solidificandosi nello spazio. E non è una metafora, il disco veramente cerca di disegnare nuovi spazi fisici costituiti quasi sempre accanto al fluire piuttosto ordinario delle composizioni. Per farsene un’idea basta ascoltare i tastieroni di Strange Intimacy, dolmen a sé stanti espulsi dal corpo sonoro. In questo senso “EBM” è un disco generato da l’esigenza di riappropriarsi del mondo, urgenza che tuttavia in alcuni momenti si fa premura nelle linee vocali, evocate più che cantate da Tom Smith. Nel complesso un lavoro complesso nella sua volontà di leggerezza, riuscito solo in parte, ma con il quale si troverà in sintonia chi ha voglia di tornare a vivere nel mondo dopo un paio di anni di distanziamento personale che si è voluto rendere sociale. Infine, per chi è in cerca di una nota impressionistica complessiva sappia che la troverà solo al secondo ascolto; in questo l’effetto è lo stesso provato dalla quasi totalità del mondo al primo ascolto dell’ottimo, ma solo al secondo tentativo, “The New Abnormal” degli Stroke. Una strana creatura questo “EBM”, capace di regalare quello che non promette e di negare ciò che mostra come nel termine EBM, nel senso di genere musicale, evocato dal titolo e del quale rimane traccia solo sulla copertina del disco che sembra uscita direttamente da Discoring in una domenica pomeriggio qualsiasi di Rai Uno nel 1984. E non è affatto una notazione critica.

Voto: 7/10
Luca Gori

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