Migliora leggibilitàStampa
9 Febbraio 2015 ,

Colapesce EGOMOSTRO

2015 - 42 Records
[Uscita: 04/02/2015]

Colapesce_copertina_albumLorenzo Urciullo ha avviato la sua avventura con il moniker Colapesce nel 2010, dopo una militanza con vari gruppi. Il suo primo disco solista, "Un meraviglioso declino" ebbe un clamoroso ed inaspettato successo di pubblico e critica, vincendo diversi premi come la Targa Tenco del 2012. Si trattava di un esordio convincente. Visto l'interesse nei suoi riguardi l'anno dopo fu data alle stampe una deluxe edition con ben 32 pezzi che dimostravano la prolificità di Lorenzo. Colapesce fa parte di una folta schiera di cantastorie italiani indie che vede nelle sue fila nomi come Dente, Brunori Sas. e Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica). Tutti artisti forse sopravvalutati da buona parte degli addetti ai lavori, pur senza avere i germi dei grandi interpreti o compositori. Se pensiamo alla nostra gloriosa generazione cantautoriale degli anni sessanta-settanta e la confrontiamo con questi giovani rampanti ci accorgiamo della profonda differenza; epoche diverse certo, ma anche creatività ridotta. 

 

A distanza di ben tre anni, una enormità considerato la relativa popolarità faticosamente guadagnata col primo lavoro, Colapesce si ripresenta al pubblico con l'attesa opera seconda, "Egomostro", per la 42 Records. Se c'era un punto di forza in Un meraviglioso declino era quell'aria malinconica e riflessiva, con canzoni spesso scarne e contorno strumentale poco invadente. Per questo nuovo disco invece Colapesce hacola 2 voluto irrobustire la trama sonora, con arrangiamenti più pieni, più trame elettroniche, grazie a Mario Conte, già presente nei lavori con Meg, ma il risultato finale non è all'altezza delle aspettative. Il pezzo che intitola il disco, Egomostro, un brano ai limiti del peggior pop da classifica, è stucchevole ed irritante. Reale, Dopo il diluvio, Brezsny e Mai vista sono insipide canzoni cha abbassano di molto il livello del disco. La noia fa capolino velocemente fra questi solchi. Va invece meglio con L'altra guancia e Sottocoperta, sullo stile lunare del Marco Notari di "Io?", che quantomeno si rifanno alle sonorità del primo disco. Egomostro rappresenta un'opera seconda con molte ombre e poche luci. 

Voto: 5/10
Ricardo Martillos

Audio

Inizio pagina