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4 Maggio 2014 ,

The Black Angels CLEAR LAKE FOREST EP

2014 - Blue Horizon
[Uscita: 19/04/2014]

The-Black-AngelsDue settimane fa, per il Record Store Day, è uscita su vinile, in edizione limitata, l’ultima fatica dei Black Angels, “Clear Lake Forest EP”. L’ormai quartetto di Austin, sempre più istituzione che parte viva della scena psichedelica dell’ovest americano, esce ancora una volta con un brutto tiro. Ancora una volta si ha la sensazione che qualcosa sia andato storto e che in realtà la musica che si ascolta non abbia niente a che fare con il gruppo che pochi anni fa aveva partorito “Phosphene Dream” (2010), ma di una semplice macchietta che si diverte con effetti, riverberi, delay e modulatori in un insignificante revival della musica pop anni ’60. Perché questo sono diventati i Black Angels, e le ragioni vanno proprio ricercati in quel Phosphene Dream che sembra essere lo zenith musicale del gruppo quanto il punto di non ritorno: disco che scuoteva le radici granitiche e psichedeliche dei Black Angels per spostare le visioni dell’allora quintetto verso uno psych- garage che non ne tradiva la potenza (basti pensare a Bad Vibrations, Entrance Song, The Sniper, Phosphene Dream) ma rilanciava il gruppo in una versione più alleggerita e vicina alla musica surf(Haunting At 1300 McKinley, Yellow Elevator #2, Sunday Afternoon, Telephone) . Tutto questo accadeva senza che si rendessero banali, senza che si dovessero arruffianare nessuno, in un equilibrio che era destinato a durare ben poco. Già il successivo “Phosgene Nightmare” perde il piglio psichedelico e oscuro per una manciata di canzoni pop che sono davvero poca cosa. Il successivo “Indigo Meadow” , che vede l’assenza del bassista Kyle Hunt, è un album pretenzioso e davvero brutto, uguale e fine a se stesso, in una proiezione da fuzz-pop che davvero non appartiene al gruppo. 

 

Si è parlato l’anno scorso di musica anni ’60, di Jefferson Airplane, della tradizione di San Francisco, e in parte è vero che con Indigo Meadow  i Black Angels sembrano non avere più come punto di riferimento i soliti Doors, 13th Floor Elevator, Spacemen 3, ma aver spostato l’attenzione verso un altro appiglio musicale,  quello della psichedelia californiana, risultandone però davvero una brutta copia.Così arriviamo a Clear Forest Lake EP che non è niente di più di Phosgene Nightmare e Indigo Meadow,  se non fosse il riempitivo diThe-Black-Angels un gruppo da cui ci si aspetta qualcosa di più. Le canzoni sono scialbe (The Flop, Sunday Evening, la più brutta di tutte) oppure simil-ballate pop (Tired Eyes, Diamond Eyes), semplici motivi rock’n’roll (The Occurance at 4507 South Third Street, The Executioner), mentre la menzione d’onore va alla velvettiana Linda’s Gone (troppo simile, comunque, a Heroin e Run, Run, Run). I tratti stilistici del gruppo sono sempre quelli, solo al servizio di canzonette insipide, pop nel senso basso del termine, stupide.  Questo la dice lunga inoltre sul concetto di musica psichedelica che si sta sviluppando in America: una specie di revival corroborato da delay e riverberi (si pensi ai Night Beats, agli UFO CLUB, agli Holy Wave, ai Golden Animals, a Mikal Cronin, e ai mille gruppi che gravitano intorno all’universo Austin/Black Angels) che non assomiglia per niente ad un vero suono psichedelico e neanche ne crea uno nuovo, semplicemente rimane "in una bolla di sapone da dove guarda il mondo con occhi allucinati e piccoli piccoli".

 

Voto: 5/10
Ruben Gavilli

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