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4 Novembre 2019 , ,

Lorenzo Feliciati & Michele Rabbia Antikythera

2019 - RareNoise / Goodfellas
[Uscita: 25/10/2019]

La concezione rockettara, nonché jazzistica, di basso e batteria come ritmi d’accompagnamento o poli propulsivi di band con strumenti solisti, in questo interessante e visionario “Antikythera” è in parte, se non del tutto, da dimenticare. Feliciati (basso, samples e altre diavolerie elettroniche) e Rabbia (batteria e altrettanti marchingegni tronici) seppur magnificamente coadiuvati da una manciata di musicisti di assoluto valore, avendo composto tutti i brani, conducono le danze minimali e fantascientificamente siderali trasportando l’ascoltatore in mondi onirici e lontanissimi dai ritmi classici e risaputi dei loro rispettivi strumenti. Ecco quindi che Irregular Orbit che apre, appunto, le danze, contiene una componente rumorista sferzata da un drumming sottilmente jazzato che offre il destro al pianismo liquido ed etereo di Alessandro Gwis che si ripete in Perigee, quando il basso elettrico di Feliciati flirta di straforo con il pianeta rock coadiuvato sottotraccia dai samples e da percussioni reiterate e precise. Altra pianista di valore che si mette validamente in mostra è Rita Marcotulli in 223 Teeth, che vede come altrettanto protagonista il sax diafano e astratto di Andy Sheppard, mentre un soffuso organo Hammond (Roy Powell) si interseca mirabilmente con basso e batteria, elettronicamente trattati, nella stellare e psichedelica Apogee, laddove, invece, la magica tromba del maestro vietnamita Cuong Vu in un paio di brani (Prochronistic e Sidereal) conduce in territori celestialmente jazz spruzzati dalle liquide note di certa world music di scolarità Hasselliana. Corrosion è l’unico brano dove i due protagonisti e compositori fanno tutto da soli immergendosi e immergendoci in un ambient profondo e inquietante, mentre la traccia conclusiva, Parapegma, che vede ancora all’opera il solismo di Sheppard e Marcotulli, nonostante il lento ritmo “tanguero”, si rivela brano più apertamente e classicamente jazz, come se Feliciati e Rabbia volessero confermarci che oltre a creare suoni e composizioni visionarie e di confine, nel caso, possono realizzare anche musica più orecchiabile e “normale”. Conoscendo le qualità del duo e dei musicisti ospiti non ve n’era comunque alcun dubbio.

Voto: 7/10
Maurizio Pupi Bracali

Audio

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