Migliora leggibilitàStampa
27 Ottobre 2020

Katie Melua Album No. 8

2020 - BMG Records
[Uscita: 16/10/2020]

Dal punto di vista estetico e fotografico, poche cose sono deliziosamente Seventies quanto un bel ritratto su pellicola 6x6 velato da un discreto effetto flou. Fatta questa premessa, non è certo casuale la scelta dell'artwork di “Album No.8”, l'ultimo LP di Katie Melua che torna sulle scene dopo un inusuale silenzio durato quattro anni. Negli ultimi anni molte cose sono cambiate nella vita della cantautrice nordirlandese, che dopo i folgoranti esordi da giovanissima e alcuni meritati successi nel mondo del mainstream: la riscoperta delle origini e della natia Georgia, un insospettabile numero di impegni nel mondo della beneficenza e la recente separazione dal marito, l'ex campione della Superbike James Toseland. La sensazione è che questi ultimi anni siano stati per Melua un periodo di introspezione, concretizzatosi in un album che fin dal titolo acquista il sapore di un bilancio esistenziale, confermando tale impressione fin dal primo ascolto. Intimità, nostalgia e una delicatezza ancor più soave del solito sono i tratti distintivi di “Album No.8”, opera che guarda al passato tanto sotto l'aspetto riflessivo, quanto sotto quello musicale: sotto questo aspetto, un chiaro riferimento è rintracciabile nel cantautorato folk degli anni '70, in particolare quello di artiste come Carole King, Linda Ronstadt e Vashti Bunyan, ma strizzando l'occhio anche al cantautorato maschile di gente come James Taylor – da sempre un modello per Melua – o John Martyn. Nulla di nuovo all'orizzonte, ma Katie ha ormai da tempo fatto propria la lezione di questi grandi della musica e il disco è a modo suo un'anomalia deliziosamente upstream: la voce di lei – dolce e sussurrata, eppure al contempo calda e appassionata – è l'assoluta protagonista di “Album No.8” insieme a un tappeto sonoro di chitarra e piano, accompagnati a loro volta dalle orchestrazioni ben dosate della Georgian Philarmonic Orchestra, mai eccessive o scadenti nel kitsch. Formula classica con l'anticipazione del disco affidata a una manciata di validi singoli dal chiaro appeal radiofonico – in ordine di uscita A Love Like That, Airtime e Your Longing Is Gone – brani dal classico mood romantico/melancolico, che ad ogni modo offrono una prospettiva solo parziale del lavoro complessivo svolto da Melua e dal suo ricco staff di musicisti. Un tocco particolarmente sognante caratterizza canzoni come Maybe I Dreamt It, forse il pezzo con le orchestrazioni più intense, o le soavi e nostalgiche Leaving The Mountain e Heading Home, dove la combinazione di voce con chitarra o piano regala particolari emozioni; molto particolare il tocco jazz conferito a Voices In The Night, ma a ben vedere è difficile trovare punti deboli in un lavoro come questo. “Album No.8” è un disco curato sotto ogni aspetto, in cui il perfezionismo della produzione non sfocia mai in manierismi gratuiti o ruffiani ammiccamenti pop: il risultato è una decina di canzoni che possiamo ben definire autentiche, che piacciono proprio per la cura e la sincerità profusa da un'artista capace di colpire nel segno riuscendo sempre a rimanere sé stessa. Nulla di rivoluzionario, certo, ma in un'epoca dominata dall'artificio e dalle canzoni plasmate in funzione del numero di ascolti sui servizi di streaming, artisti come Katie Melua ribadiscono l'importanza e la bellezza della canzone d'autore fatta a regola d'arte.

Voto: 7/10
Fabio Rezzola

Audio

Video

Inizio pagina