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12 Novembre 2019 , ,

Pan-American A Son

2019 - Kranky Records
[Uscita: 08/11/2019]

Sono passati ben quattro lustri da quando il prode Mark Nelson, già alfiere dei Labradford, inaugurò il marchio Pan-American, via Kranky Records. Eppure, il tempo pare sia rimasto sospeso su esili fili di crepuscolo, sopra cui le note della chitarra tessono lievi ghirlande di luce. A sei anni di distanza dall’intensa impresa discografica di “Cloud Room, Glass Room”, il Nostro ritorna con un album dal sapore vesperale, modulato nel solco della poesia e delle atmosfere dalle cromie color pastello. “A Son”, sempre sotto l’egida della Kranky, ha il sapore delle emozioni semplici e genuine, un suono afferente alla concezione sottosostanziale delle cose, e, al contempo, elegantemente concettuale. Tocchi di chitarra minimali e sommamente suggestivi, intarsi vocali di quando in quando intercalati tra le note come leggere increspature marine, in un continuum di materia sonora ammaliante e dal fascino discreto, mai invadente. Ne sono testimonianza tracce quali Memphis Helena, una passeggiata sonora ancestrale lungo la riva di fiumi immaginari, Sleepwalk Guitars, leggera come un’ala di farfalla profilata nel sopravveniente crepuscolo, o la cantilenante Brewthru, chitarra e voce in perfetta simbiosi; o ancora, la superbamente agreste linea sonora di Dark Birds Empty Fields, che nella sua semplicità ha la forza immaginifica di una tela impressionista. Dai risvolti vagamente ambient, si snoda entro sentieri sonori di rarefatta leggerezza, invece, Drunk Father, uno degli episodi meglio riusciti artisticamente del disco, mentre una linea alt-folk più pronunciata rileva dalla splendida Muriel Spark. Fino alla confluenza di diverse acque fluviali, riunite in un unico sbocco verso cristallini mari di suono, rappresentata dalla conclusiva e pacificante Shenandoah. Un album per palati raffinati, di celliniana, squisita fattura.

Voto: 7.5/10
Rocco Sapuppo

Audio

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