Migliora leggibilitàStampa
4 Marzo 2021 ,

Population II À La Ô Terre

2020 - Castle Face Records
[Uscita: 30/10/2020]

Strana creatura la band canadese dei Population II, il cui nome dal sapore astronomico - le stelle di “seconda popolazione” sono le più antiche osservabili con gli attuali mezzi di osservazione - ed il ruvido quanto affascinante sound psichedelico fa subito pensare ai trip cosmici delle band antesignane del genere a cavallo fra gli anni ’60 e ’70. Autori di sonorità che di primo acchito ricordano i Pink Floyd del periodo immediatamente post-Barrett e talune sferzate hard-blues dei Led Zeppelin, i Population II si dichiarano in realtà più ispirati da band di culto della psichedelia più spaziale (Hawkwind, Ash Ra Tempel, Can), e il carattere a tratti marziale/teutonico delle dodici canzoni di “À La Ô Terre” conferma appieno questa dichiarazione d’intenti del trio. Grazie ad un perfetto equilibrio fra onirismo e potenza sonora, il primo LP dei canadesi si lascia ascoltare ed apprezzare per il profondo fascino delle musiche, in mezzo alle quali fa sporadicamente capolino un canto mantrico, che sembra esso stesso abbandonarsi alle oscure ed ammalianti vibrazioni cosmiche sprigionate da questi brani. Un debutto riuscito in cui il trio di Montreal gioca bene le sue carte mostrando di sapersi cimentare con buona personalità in un genere dal sapore forse datato, ma estremamente sfidante sotto il lato tecnico e compositivo: “À La Ô Terre” è un lavoro che certamente sarà in grado di colpire gli amanti di blues, psichedelia e kraut-rock. Album come questi pongono tuttavia qualche interrogativo di più ampio respiro, poiché il revival psichedelico e hard rock degli ultimi anni - nello specifico si pensi a star del panorama internazionale come Tame Impala o Greta Van Fleet, capaci di costruire un successo planetario attingendo a man bassa dai sound dell’età d’oro del rock - ci sta facendo scoprire sempre più band che guardano ai maestri del passato, trovando spesso proposte interessanti e ricche di personalità, ma sempre meno innovazione e voglia di rompere gli schemi. Che anche il rock, ribelle per (auto)definizione, si sia ormai consolidato come genere canonico? Oppure l’ascesa in termini di vendita e streaming di personaggi e generi iper-prodotti e costruiti ha portato le nuove leve a riscoprire ed amare la vivida genuinità di certi sound più autentici e riproducibili anche con autoproduzioni su Bandcamp? Sono sincere domande con tante possibili risposte che questo valido debutto ha saputo suscitarci e per le quali non pretendiamo di avere una risposta: ad ogni modo, il gioco dei corsi e ricorsi storici in ambito musicale sta portando parecchie release interessanti che non si lasciano ridurre ad un semplice revival, e questo per la musica è soltanto un bene.

Voto: 7/10
Fabio Rezzola

Audio

Video

Inizio pagina